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Una partenza da incubo. Tre intercetti di Manning, un fumble e un punt nei primi cinque drive. La prima palla consegnata all’attacco avversario sulla linea di una yard. Un primo quarto da dimenticare e la partita che è già praticamente finita.

Così è iniziato il Monday Night ad Atlanta dove i Broncos cercavano conferme dopo l’ottimo esordio vittorioso contro gli Steelers. Invece si sono viste tutte le cose negative che potevano vedersi. La ruggine è tornata prepotente sul braccio di Manning, che gestisce sempre bene l’attacco sul corto ma come alza la testa e prova il lancio sulla media distanza, arriva puntuale come le tasse l’intercetto da parte dei Falcons. Tre intercetti gravi, con lanci sbagliati completamente che solo a uno come Manning si possono concedere senza storcere troppo il naso. Si ha la certezza che si possa riprendere anche da un inizio che ammazzarebbe un toro. Il bonus glielo si deve concedere, la sua esperienza e la sua grande qualità fanno si che si possa chiudere un occhio e pensare che lui stesso sarà in grado di correggersi da solo e migliorare già durante la partita, anche se ormai compromessa, ma sopratturro durante la stagione nelle prossime gare. Read on »

Se qualcuno avesse avuto dei dubbi su Peyton Manning dopo l’anno di stop forzato e le operazioni subite, ieri si è avuta una risposta che lascia poco da aggiungere: Peyton Manning è tornato.

Ai tifosi dei Denver Broncos non sembra vero esser passati in pochi mesi dal vedere prima Kyle Orton cercare di sopravvivere dietro la linea e poi Tim Tebow con tutti i suoi pro e i suoi contro e l’infinita controversia che si porta dietro, ad avere in cabina di regia uno dei migliori qb della storia. La differenza è clamorosa. Ora si può davvero essere tranquilli e sperare in una grande annata.

In città l’eccitazione è ai massimi storici, come dimostra lo stadio strapieno (terza maggior presenza di pubblico della storia del nuovo Mile High Stadium) che forma una rumorosa ed esaltata onda arancione, colore che è tornato quello principale della franchigia del Colorado. 

L’inzio di partita è lento e come previsto conservativo, come piace a John Fox. Si cerca di impostare un gioco di corse che possa dare tranquillità e confidenza alla squadra in attesa di rilasciare quando necessario il braccio di Manning. In realtà nel primo quarto la tattica non funziona al meglio ed è buona solo per scambiare posizioni sul campo con gli Steelers, grazie ad una buona difesa che contiene le corse dei gialloneri. Il primo quarto se ne va senza segnature.

Ad aprire le marcature un FG degli Steelers dopo che la difesa ha concesso qualche conversione di troppo sui terzi down ma è comunque riuscita a difendere la propria endzone. Read on »

Peyton Manning ha deciso, giocherà a Denver le restanti stagioni della sua carriera. Questa mattina ha contattato John Elway per avvisarlo della scelta.

I Broncos stanno cercando di cedere Tim Tebow.

Si è dunque conclusa l’attesa per sapere dove il futuro Hall of Fame avrebbe chiuso la carriera. La scelta è caduta sui Broncos, forse grazie all’ottimo lavoro di John Elway, che sembra essere riuscito a convincere il giocatore che Denver è la franchigia giusta per lui.

Analizzando i vari elementi che possono aver influito sulla scelta, c’è sicuramente l’influenza che l’ex qb numero 7 dei Broncos ha su tutto l’ambiente NFL, e il fatto stesso che lui sia riuscito in carriere a vincere ben due Superbowl dopo i 36 anni (età che Manning raggiungerà nei prossimi giorni) fanno di lui un esempio vivente che con la squadra giusta si può ancora puntare a vincere anche nel finale di carriera.

Se però sono chiarissimi e condivisibili i motivi che hanno spinto i Broncos a rischiare il tutto per tutto per prendere Peyton Manning e garantirsi così il loro franchise quarterback per i prossimi due-tre (forse quattro) anni, non è così palese come mai l’ex Colts abbia preferito i Broncos ad altre realtà apparentemente più allettanti.

Miami è stata scartata quasi subito, nonostante Peyton abbia casa nella città della Florida, non è evidentemente considerata un ambiente giusto per vincere subito. La stessa cosa potrebbe essere detta per Arizona, dove la presenza di Larry Fitzgerald, uno dei migliori ricevitori della lega, non basta per far emergere la franchigia da un certo anonimato, non rendendola una destinazione allettabile.

I 49ers a un certo punto sono entrati in gioco un po’ a sorpresa e sono sembrati da subito i favoriti. Una squadra arrivata a un fumble dal superbowl l’anno scorso, il coach of the year, una difesa molto forte e in attacco armi di tutto rispetto, dal TE Vernon Davis, al RB Frank Gore ai ricevitori Micheal Crabtree e l’ultimo arrivato Randy Moss. Il tutto in una città fantastica, con un buon seguito di pubblico e di stampa. L’unica pecca è il fatto di appartenere alla NFC, dove già ci sono i Giants del fratellino Eli ed è ormai chiaro a tutti che il sogno della famiglia è quello di vedere in futuro il Manning Bowl con la sfida tra i due fratelli al Superbowl.

Tennesse è dove Manning ha frequentato il college, i Titans puntavano sulla sua familiarità con lo stato e hanno fatto di tutto per convicere Peyton a giocare con la franchigia, fino ad offrirgli un contratto “a vita” con tanto di ruolo proprio alla Elway al termine della carriera. La stampa locale e il proprietatio Bud Adams ci credevano davvero, pensavano di avere tutte le armi al posto giusto, ma evidentemente Peyton ha visto qualcosa che non gli è piaciuto in pieno, forse il progetto sportivo, o forse il troppo clamore della stampa, non lo sapremo mai ma alla fine ha scartato anche questa ipotesi.

A Denver trova una squadra in ricostruzione, giunta ai playoff un po’ per “miracolo”, ma all’interno di una division abbordabile, e la sola presenza di Manning la porta ad essere la favorita per rivincere l’AFC West e approdare nuovamente ai playoff. Le armi a sua disposizione non sembrano essere molte però, i due ricevitori principali sono al momento Demaryius Thomas, che ha dato segnali di grande qualità, se sta bene fisicamente potrebbe avere l’anno dell’esplosione definitvia e diventare uno dei top WR della lega. Con lui ci sarà Eric Decker, che nella prima parte della stagione scorsa ha fatto grandissime cose, dimostrandosi un ottimo ricevitore dal buon fisico, mani solide e ottime tracce corse, mancando solo della velocità esplosiva per andare sul profondo. Con i passaggi rapidi di Manning dovrebbe essere il prinicipale bersaglio e garantire un buon successo. Dietro di loro però c’è il vuoto, Royal è stato perso in free agency (ai Chargers) e Matt Willis non è al momento una certezza.

Servono sicuramente altre armi da offrire a Manning, il reparto TE è da ricostruire visto che Daniel Fells (Patriots) e Dante Rosario (Chargers) hanno lasciato la squadra. Restano il rookie Julius Thomas, dal grande potenziale ma ancora non mostrato, e Virgil Green, più bloccatore che altro. Sicuramente ci sarà un tentativo per arrivare a Dallas Clark, arma principale di Manning ai Colts.

La linea di attacco è discreta, anche se più adatta al gioco di corse che alla protezione sui passaggi. In ogni caso il LT Clady è una garanzia, la posizione che va migliorata è quella del centro, e anche qui pare ci sia intersse per Jeff Saturday, il centro storico di Manning ai Colts.

I running back vanno migliorati, Willis McGahee è reduce da una ottima stagione ma ha 32 anni e serve almeno un altro RB all’altezza di fare il titolare (Moreno putroppo ha deluso le attese). Anche se il gioco di corse non sarà più così utilizzato (almeno non come l’anno scorso) non si può credere che il solo McGahee possa bastare. Inoltre Manning va “protetto” non costringendolo a lanciare 40 palloni a partita, ma sfruttando la sua qulità per portarsi in vantaggio subito e poi gestire il match con le corse come piace a John Fox.

La difesa dei Broncos è costruita per gestire il vantaggio, infatti ha ottimi pass rusher, ma soffre ancora troppo contro le corse. Sono stati rifirmati i due linebackers Joe Mays (MLB) e Wesley Woodyard (WLB) ma c’è l’incognita DJ Williams che rischia 6 giornate di sospensione per l’utilizzo di sostanze vietata (già effettuato il ricorso, come lui anche Ryan McBean).

Servirà un upgrade durante il draft almeno nella posizione di DT, dove Bunkley al momento sta valutando le alternative e non ha ancora firmato il rinnovo propostogli. E’ stata firmata la safety Mike Adams dai Browns e si cerca un CB da affiancare a Champ Bailey, mentre non è ancora noto se Brian Dawkins giocherà ancora o si ritirerà per i guai al collo.

Insomma, l’impressione è che non sia stata la forza della squadra a convincere Manning, visto che c’è ancora molto da fare per definirsi dei “contender” per il Superbowl, anche dopo l’arrivo dell’ex colts.

L’ambiente, il coach (che darà carta bianca per gestire l’attacco a Peyton), la dirigenza, la città e soprattutto John Elway e la sua presenza carismatica hanno fatto si che il free agent migliore di tutti i tempi abbia deciso di continuare la sua carriera ai piedi delle Rocky Mountains.

La Tebowmania dovrà farsene una ragione…


Solo 2 passaggi completati in 60 minuti di football. Si può vincere con questa statistica? Si, si può. Anche se sembra incredibile.

Si può se il tuo attacco corre per ben 55 volte, ammassando yards su yards e primi down uno dietro l’altro. Se corri in totale per 244 yards (4.4 ypc) nonostatante i tuoi due running backs principali lascino il match quasi subito per infortunio e la tua difesa tiene testa ad un attacco non certo brillante come quella dei Chiefs, si si può vincere. E i Broncos l’hanno fatto.

Domenica è stato aggiunto solo un altro episodio a quella che è una stagione ormai contraddistinta da stranezze e partite fuori dai canoni. Si è capito ormai che con questi Broncos, guidati da Tim Tebow, non si sa mai cosa aspettarsi.

La partita coi Chiefs è cominciata come prevedibile con le corse, con quei giochi di read-options che tanto successo avevano avuto contro i Raiders la settimana precedente. E fin qui tutto normale e comprensibile, se qualcosa funziona, perchè cambiarla? E il piano ha funzionato anche contro i Chiefs. McGahee, Moreno e Tebow corrono bene nel primo quarto, chiudendo il primo drive con una TD da 9 yards proprio del qb, su una classica giocata di qb draw.

La difesa conferma l’ottima impressione data nella partita con Oakland e tiene l’attacco di Kansas City a secco, compito agevolato da un Cassel poco preciso e in generale da un attacco Chiefs davvero sterile. La linea riesce a mettere pressione in maniera continua al qb avversario e le secondarie tengono bene il campo. Arrivano solo punt per i padroni di casa.

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Analizziamo in questo post il rendimento dei running back in questa prima metà stagione.

Il gioco di corse era uno dei punti di forza dell’attacco di John Fox e sua intenzione era quello di renderlo l’arma principale con il quale stancare le difese avversarie e controllare il cronometro. Sicuramente un’idea azzeccata dato il livello dei quarterback che non garantisce l’affidabilità necessaria per impostare un attacco principalmente basato sui passaggi. Nelle prime 8 partite il gioco di corse ha totalizzato 1180 yards e 4 TD, con una media di 147.5 yards per game, quinto in tutta l’NFL. A contribuire a questi numeri di certo positivi ci sono anche le corse di Tim Tebow, 277 yards fino a oggi. Dunque un ottimo risultato per quello che dovrà per forza di cosa essere la nostra arma principale anche da qui alla fine della stagione. Vediamo ora uno per uno come sono andati i tre running back a roster.

Willis McGahee

La sua rinascita è stata la sorpresa positiva di questo inizio di stagione. Arrivato ai Broncos dopo quattro anni ai Ravens, dove a parte la prima stagione (1207 yards e 7 td), non aveva reso come sperato, doveva essere il secondo running back, per dare il cambio di passo a Knowshon Moreno, titolare designato. Solo 4 corse per lui la prima partita, poi l’esplosione. A causa dell’ennessimo infortunio di Moreno viene promosso titolare, e sfodera prestazioni eccellenti uno dopo l’altra, tanto che anche con il rientro del numero 27, ormai il posto da titolare è suo. Già 4 partite oltre le 100 yards e nono running back della lega, nonostante abbia saltato due partite per infortunio. L’ultima prestazione contro i Raiders ha del clamoroso. Gioca con una mano fratturata (operata e con una placca all’interno) ma sembra non avere nessuno problema, sfodera una corsa dietro l’altra e chiude con 163 yards in 20 corse e 2 TD che piegano la difesa dei Raiders e danno la vittoria ai Broncos. E’ tornato ai suoi migliori livelli, anche se a 30 anni ci si può aspettare che la sua stagione continui su questi standard. Di certo i Broncos ne trarranno beneficio. E’ considerato un power running back, da corse sull’interno e di potenza, ma nel nuovo attacco Broncos, ricco di giochi in options, è riuscito a dimostrare di avere anche una discreta velocità in campo aperto e ottima visione degli spazi liberi.

Statistiche: 123 corse per 623 yard (5.1 ypc), 3 TD. 11 ricezioni per 49 yards e 1 td. 2 fumbles (1 perso)

Volto 8: di certo uno dei giocatori con il rendimento più alto dall’inizio della stagione.

Knowshon Moreno

Al terzo anno, le parole promessa e ottimo potenziale si stanno ormai trasformando in infortuni e delusione. L’ex prima scelta (12ma assoluta) non riesce proprio a sfondare. Doveva essere il suo anno, nuovo attacco concentrato sulle corse e lui titolare quasi induscusso. Invece ancora i soliti piccoli infortuni e la solita inconsinstenza lo hanno relegato a ruolo di backup, di running back da terzo down dove forse troverà la sua dimensione essendo un discreto ricevitore e avendo comunque un ottima velocità di base e buona agilità. Ma come running back principale possiamo dire che abbia fallito. La sua unica giocata da ricordare è il td su screen pass contro San Diego, nella partita di esordio di Tim Tebow, dove con un ottima giocata ha ricevuto palla appena fuori dal backfield è ha corso per 28 yards liberandosi di un paio di avversari e realizzando un touchdown. Per il resto la solita grande agitazione quando riceve palla, finte e contro finte che non portano da nessuna parte e poi il placcaggio avversario. Ha ancora 8 partite per ritagliarsi un ruolo in questo attacco, magari proprio come running back dai terzi down e per cercare di togliersi l’etichetta di bust sempre più grande sulle sue spalle.

Statistiche: 33 corse per 127 yards (3.8 ypc), 0 TD. 11 ricezioni per 101 yards e 1 td. 1 fumble (perso)

Voto 5: insufficiente come running back, qualche spiraglio in più come ricevitore fuori dal back field

Lance Ball

Terzo running back utilizzato molto poco in stagione. Quando è chiamato in causa non è nemmeno così male. Nelle ultime partite riesce a ritagliarsi il suo spazio con 4-5 portate a partita. Sembra essere un running back tosto, fisico e da utilizzare verso il centro del campo e ha messo a segno un TD su ricezione nell’esordio stagionale contro i Raiders. Viene usato in tutti gli special teams. La sua corsa più lunga è di 34 yards nella sconfitta contro Detroit. E’ ancora giovane e da scoprire, è solo alla sua terza stagione e per il momento il suo compitino lo sta facendo senza sfigurare affatto.

Statistiche: 25 corse per 131 yards, 0 td. 6 ricezioni per 30 yarsd e 1 td. 1 fumble (perso)

Voto 6: non sfigura, anzi. Ora è il backup di Willis McGahee nei primi due down. Difficile prevedere un ruolo maggiore al momento.

La rimonta coi Dolphins in quei 5 minuti incredibili, sono rimasti probabilmente un’illusione. La realtà è ben diversa. Di quell’attacco concreto e di quel Tim Tebow decisivo, contro i Lions non si è visto nulla, a parte forse il primo drive.

La partita inizia con l’attacco di Denver che orchestra un buon drive, muove palla con passaggini corti e precisi supportati da buone corse, fino ad arrivare vicino all’area di meta. Sul terzo down Tebow pesca Eric Decker in ednzone, che riceve la palla correndo verso fondo campo, probabilmente con un piede fuori dalla endzone. Chiamato incompleto. Dai replay sembra che invece durante la ricezione entrambi i piedi abbiano toccato terra e che quindi sia touchdown. John Fox chiama il challange, ma gli arbitri non cambiano la decisione. Incompleto e solo field goal per i Broncos in apertura.

Questo è tutto quanto fatto di buono dall’attacco di Denver, che da quel momento smette completamente di giocare. Di fronte non ci sono i Dolphins in crisi come domenica scorsa, ma una squadra giovane, piena di talento e con una cattiveria agonistica ben diversa. E infatti si capisce subito che la partita finirà male.

Matthew Stafford, nonostante l’infortunio alla caviglia gioca bene, preciso, e pesca i suoi ricevitori un po’ ovunque. Si permette il lusso di ignorare per quasi tutto il primo tempo Calvin Johnson, il miglior ricevitore della lega in questo momento, ben coperto da Champ Bailey. Ma non è un problema per l’attacco dei Lions, che trovano altre armi. La palla viene distribuita da Nate Burleson a Brandon Pettigrew, all’ex Tony Scheffler fino al rookie Titus Young. Con i cornerback dei Broncos mai efficaci e ripetutamente battuti. Il rookie Chris Harris viene schierato come nickel back titolare, e la sua inesperienza si vede. Stafford lo sceglie come bersaglio principale e lui non riesce a opporsi ai ricevitori avversari. Solo nel secondo tempo mostra qualche bel segnale di miglioramento, ma troppo poco per dare sicurezza a un reparto, quello delle secondarie, che dietro a Champ Bailey vede il vuoto. Anche Goodman infatti, l’altro titolare, è spesso battuto dai ricevitori avversari. Read on »