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Sep 11

Denver Broncos – Cincinnati Bengals 24-22

 

Guardando la lista degli assenti per i Broncos, pronosticare una buona prestazione sarebbe stato veramente azzardato. In attacco mancavano Brandon Lloyd e Knowshown Moreno, WR e RB titolari. In difesa le assenza colpivano i due giocaotri migliori, il CB Champ Bailey e il DE Elvis Dumervil. Inoltre fuori anche D.J. Williams e Demaryus Thomas, oltre ai DT Ty Warren e Marcus Thomas, infortunati di lunga data. Insomma le premesse erano tutt’altro che buone, soprattutto dopo l’esordio molto anonimo contro i Raiders in week 1.

Quando un giocatore manca, un altro deve emergere. Questo il motto di John Fox e di molti allenatori NFL. Questo è quello che è successo domenica pomeriggio sul campo.

La domenica è stata segnata da una grande prova di squadra, una grande prova soprattutto difensiva, e alcune buone giocate, unite alla buona sorte e una cattiva gestione delle chiamate del coach avversario, hanno permesso di mettere il numero 1 nella casella delle vittorie di stagione.

La partita parte bene, il primo drive è esattamente quello che la ricetta di John Fox prevede. Corse, corse, corse, passaggi corto, corse, corse… E con questo passo, una buona esecuzione da parte della linea offensiva, in netta ripresa rispetto all’esordio, si arriva al primo touchdown della partita. Lo firma Willis McGahee, con una corsa da 1 yards che chiude un drive che dura ben 8 minuti.

Un Kyle Orton molto preciso completa passaggi precisi distribuendo bene i palloni, non avendo a disposizione la sua miglior arma Brandon Lloyd, vengono coinvolti Eddie Royal, Mattew Willis e il fullback Spencer Larsen, autore di un paio di buone ricezioni. Le corse vengono affidate principalmente a Willis McGahee che risponde bene, senza fare cose trascendentali ma portando a casa sempre qualche yards. Fino al touchdown che sblocca il risultato.

La difesa però è la vera arma in più rispetto a domenica scorsa. Nonostante gli infortuni tiene molto bene sulle corse, concede qualcosina sui passaggi corti, ma sui terzi down fa letteralmente un capolavoro, fermandone ben 10 consecutivi e concedendo la prima conversione solo a 2 minuti dal termine del match. Questa è la vera statistica che stupisce, visti i problemi che hanno sempre condannato la difesa arancioblu negli ultimi anni.

Costringendo i Bengals al punt o al massimo al field goal, i Broncos hanno la possibilità di impostare il proprio ritmo, mangiando molto tempo con le corse e lanciando solo il necessario. Tracce della nuova filosofia all’opera. Poco spettacolare certo, ma redditizio.

Nel secondo tempo il gioco si apre un pochino di più, e Orton trova Eric Decker con una buona ricezione su una slant verso il centro del campo, difeso male dai Bengals, che permette al ricevitore di correre fino alla endzone per firmare il touchdown che vale il 17-3 per i Broncos.

Anche l’attacco dei Bengals inizia a rendersi più pericoloso, il rookie Andy Dalton dimostra di essere un ottimo giocatore, e riesce ad aprire il gioco coinvolgendo il rookie prima scelta A.J. Green, già ricevitore interessantissimo al quale non si può lasciare spazio altrimenti si viene puniti. Grazie infatti a un paio di sue ricezioni i Bengals arrivano in zona da field goal e accorciano sul 17-6.

Denver in questo momento fatica molto a costruire in attacco, un po’ di stanchezza e altri due infortuni importanti, Eddie Royal (inguine) e Julius Thomas (caviglia) bloccano il gioco d’attacco. Sono rimasti solo due ricevitori di ruolo utilizzabili, Decker e Matt Willis, così che i Broncos sono costretti a schierare come terzo ricevitore proprio quel Tim Tebow che tutto il pubblico voleva in campo, ma in ruolo diverso. Nessuna ricezione per lui comunque. I Bengals invece sembrano entrare in partita, costruiscono un buon drive grazie a passaggi medi che trovano poca opposizione e segnano il touchdown con il wr Caldwell, che riceve in mezzo all’endzone un passaggio da 10 yards di Dalton. La successiva conversione da due punti fallisce e il punteggio è fissato sul 17-12 per i Broncos a metà del terzo quarto, ma l’inerzia rischia di scivolare verso i Bengals.

Il drive successivo è un vero disastro, Orton subisce un contatto da un difensore mentre si prepara al lancio e perde il pallone che viene ancora una volta recuperato dei Bengals, sulla linea delle 10 yards vicino all’endzone dei Broncos. L’errore potrebbe rivelarsi fatale.

Invece la difesa tiene benissimo, costringe i Bengals ad accontentarsi di un field goal che porta il distacco a soli due punti 17-15.

Palla di nuovo a Orton, e drive che inizia con due buone corse di McGahee che danno un buon primo down ai Broncos. Poi la giocata della partita, finta di corsa e lancio lungo di Orton per Decker, che si libera con una finta del suo marcatore, riceva la palla e poi sfrutta un errore enorme della safety avversaria che arriva come un treno solo per il colpire il proprio compagno, aprendo la strada dell’endzone a Decker. 52 yards di ricezione e secondo touchdown del match per lui, salito in cattedra vista la mancanza dei ricevitori titolare, proprio quello che il coach aveva chiesto.

La partita sembra chiusa ma nel drive successivo i Bengals compiono una grande giocata, Dalton pesca in mezzo al campo Jerome Simpson, che sfrutta il posizionamento non ottimale di Rahim Moore e soprattutto il placcaggio mancato dallo stesso rookie, correndo verso la endzone per un guadagno da 85 yards, solo il tackle di un velocissimo Cassius Vaughn gli tolgono la gioia della meta. Meta che arriva al gioco successivo, nelle mani di A.J. Green con una ricezione da circo sulla sideline, molto dubbia ma che gli arbitri giudicano buona per il touchdown. Partita nuovamente riaperta e punteggio sul 24-22.

A questo punto l’attacco dovrebbe cercare di addormentare la partita e invece viene bloccato in fretta e costretto al punt lasciando così nuovamente la palla a Dalton e all’attacco Bengals.

E la difesa sale in cattedra, ferma tutti gli attacchi avversari con buone giocate, concedendo solo il necessario ma rispendendo al mittente ogni tentativo di avvicinarsi all’area da field goal che avrebbe dato il vantaggio agli ospiti. Il gioco deciviso è il sack del cornerback Jonathan Wilhite, e l’ottima pressione sul qb di Robert Ayers, che costringe all’incompleto Andy Dalton, sul quarto e 1 che avrebbe allungato il drive e portato definitivamente in raggio da field goal i Bengals.

Si chiude quindi 24-22 per i Broncos, prima vittoria stagionale. Migliore in campo Eric Decker, autore di 5 ricezioni per 113 yards e 2 touchdown. Willis McGahee corre per 101 yards con 28 tentativi e un touchdown, non una media entusiasmente ma la sua prestazione è degna di nota. In difesa ottima prova di Wesley Woodyard, 13 tackle per lui e un passaggio deviato decisivo su un tentativo di conversione di terzo down. Buona anche la prova di Cassius Vaughn, alla prima partita da titolare che concede qualcosina ma tutto sommato non soffre e da registrare il primo sack di Von Miller. Sugli scudi anche Joe Mays, autore di buoni tackle spesso decisivi per non concedere il primo down agli avversari.

Ma la cosa che è piaciuta di più è forse la gestione del match da parte degli allenatori, viste tutte le difficoltà dovute agli infortuni, le chiamate sono state molto intelligenti. Pochi rischi, poco spettacolo, ma molta sostanza. Orton ha lanciato solo 25 volte realizzando 2 touchdown e non esponendosi a rischi esagerati, e i giochi di corsa sono stati invec 35, a mangiare tempo sul cronometro e tenere la difesa lontana dal campo.

In netto miglioramento come detto la linea offensiva, che ha protetto meglio il suo qb, solo 1 sack al passivo e aperto qualche buon varco per i rb. Ancora non eccezionale la pressione sul qb della linea difensiva, che invece ha giocato bene per quanto riguarda le corse, riuscendo a limitare Cedric Benson a sole 59 yards.

La vittoria è molto importante considerando tutti gli infortuni in rosa, perchè in casa non si poteva perdere ancora per non trovarsi subito 0-2 con due partite in casa già disputate e per dare morale a una squadra che ancora appare un cantiere aperto.

Da tenere presente che si è vinto contro una squadra non certo eccezionale, anche lei con molti problemi e che si affida a un rookie qb. Quindi è giusto godersi la vittoria ma teniamo i piedi per terra. C’è molto da lavorare.

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