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Dec 11
Denver Broncos @ Buffalo Bills 14-40
Doveva essere la partita che ci avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff e la vittoria in division.
E’ stata una debacle totale, su tutti i fronti.
Forse la peggior partita stagionale (insieme a quella contro i Lions), contro una squadra scarsa, quindi ancora più grave. Se ci mettiamo anche che la vittoria avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff la delusione è ancora maggiore.
Sulla partita c’è poco da dire, come contro i Patriots la domenica precedente, i Broncos partono bene, segnano al primo drive ma poi si spengono. La squadra non c’è, l’attacco non riesce a guadagnare yards, la difesa non mette pressione sul qb avversario (anche a causa della protezione sul braccio di Von Miller che ne limita sicuramente l’efficacia) e le secondarie concedono yards su yards a un qb, Ryan Fitzpatrick, che non è di certo uno dei migliori della lega.
L’infortunio di Dawkins, dopo pochi giochi nel primo quarto, non aiuta. E’ ormai evidente che Rahim Moore non è all’altezza di essere titolare, nei guadagni dei Bills ci sono sempre di mezzo i suoi placcaggi mancati. Quinton Carter sembra meglio, ma anche per lui la partita finisce presto a causa di un infortunio e quindi in campo ci va David Bruton, anche lui non al meglio.
La difesa, che era stata la vera arma durante la corsa da sei vittorie consecutive, nelle ultime due partita sta mollando il colpo. Forse per stanchezza, forse proprio per gli infortuni, fatto sta che molte delle riserve non sono all’altezza dei titolari e i guai iniziano a vedersi.
L’attacco, dopo le due partenze sprint degli ultimi due match, si spegne. Tim Tebow fatica a connettere coi ricevitori e Willis McGahee non ripete le grandi prestazioni di inizio anno, anche lui rallentato dagli infortuni. Prova a fare qualcosa Lance Ball, ma tutto l’attacco soffre, non aiutato nemmeno dalle chiamate del coordinator McCoy, più monotono del solito e quindi prevedibile.
A chiudere il cerchio, e dimostrare che proprio non è giornata, ci si mettono gli special teams. Ottimi per tutta la stagione, domenica ne han commesse di tutti i colori, concedendo ritorni lunghi agli avversari. Un td su punt return da 80 yards per McKelvin e altri ritorni importanti, danno punti e ottima posizione di campo ai Bills, rendendo ancora più difficile il compito della difesa. Inoltre quando è Royal a effettuare un ottimo ritorno, la penalità di uno dei suoi bloccatri vanifica il tutto, a confermare la giornata no.
In questo quadro generale, piuttosto tragico, è difficile sperare nel solito Tebow Time. Quando si entra nel quarto quarto la distanza nel punteggio è di 9 punti (23-14 Bills), nemmeno così impossibile.
Ma questa volta il ragazzone non fa il miracolo, anzi commette una serie di errori, se vogliamo anche comprensibili per un qb al primo anno da titolare, ma veramente decisivi. In 2 minuti riesce nell’impresa, negativa, di regalare due intercetti riportati in meta dalla difesa avversaria, rendendo solo fantasia l’ennesima rimonta. Si accende invece la luce su quella che è la realtà, di una squadra che forse sta ottenendo di più di quello che vale e che proprio per questo se dovesse fallire nel raggiungimento dei playoff andrebbe incontro a una delusione ancora maggiore.
L’occhio dei critici è già pronto a vivisezionare l’ultimo match, quello contro Kansas City di Kyle Orton (destino beffardo) che se vinto, ci darebbe la vittoria nell’AFC West e l’accesso alle wild card. In caso di sconfitta, esiste anche la possibiità che i Broncos vincano la division, in caso di vittoria dei Chargers, già eliminati anche loro dalla corsa domenica sera dopo la sconfitta coi Lions.
Incroci di risultati a parte, i Broncos sono padroni della loro sorte. Vinci e sei dentro. Siamo arrivati all’ultima partita, a giocarci l’impensabile (è giusto ricordarlo sempre) accesso ai playoff.
E’ il Tebow Time della stagione. Crederci non costa nulla.
Già …crederci non costa nulla ….
…non succederà ….ma se succedesse …..