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May 12
Broncos, un draft così così
E’ passata più di una settimana dal draft e dopo averci ragionato a mente fredda devo dire che non mi ha soddisfatto. Inizialmente la scelta di passare due volte la mano al primo round, per guadagnare ulteriori scelte sembrava una cosa buona.
Alla numero 25 le priorità della dirigenza, che posso suppore siano state i DT Fletcher Cox, Dontari Poe o Micheal Brockers e il CB Stephen Gilmore (a dire la verita speranze un po’ troppo ottimistiche, tutti andati già alla 15) erano già andate tutte, quindi ci può stare una trade down anche se alcuni giocatori potevano sembrare interessanti, primo su tutti il linebacker Donte Hightower.
Quello che abbiamo ottenuto in cambio non era granchè, ma ci poteva stare, una quarta scelta da New England. E’ la successiva trade down dal 31.mo posto alla 37.ma scelta, in cambio praticamente di nulla se non salire di 20 posizioni al quarto giro, la scelta che non ho compreso. Si poteva fare di meglio. Inoltre si è perso per strada in questo modo il RB Doug Martin, prospetto che era molto molto interessante, in una posizione in cui eravamo abbastanza scoperti.
Venendo alle scelte in se, è difficile giudicare senza averli ancora visti all’opera. Certo a detta di tutti gli esperti, nessuna delle nostre scelte è da far saltare sulla sedia dalla gioia, sono buoni prospetti, in posizioni di necessità, nulla più. Solo il tempo dirà se potranno rendersi utili. Ma andiamo con ordine.
2° Round, scelta numero 37: DT Derik Wolfe
Onestamente non avevo sentito molto di lui prima del draft. C’è di positivo che è stato scelto quando ancora erano a disposizione sia Jerel Worthy che Kendall Reyes, sulla carta prospetti più interessanti ed entrambi finiti a fare i DE in una difesa 3-4 (Green Bay e San Diego). Questo mi lascia supporre che Wolfe non sia stato un “ripiego” ma un giocatore che davvero interessava la franchigia. Resto solo fidarsi della scelta. Dalla sua c’è l’ottima produttività al college, soprattutto nel cacciare il qb avversario, infatti è il DT con maggior numero di sack e di tackle for loss. Questo è un dato positivo. Io sono sempre farovole a premiare la produzione al colloge rispetto a grandi numeri in combine (leggasi Dontari Poe). Il ruolo era certamente quello di cui più si aveva bisogno, quindi nulla da dire. Forse l’unica pecca è che Wolfe sembra essere un pelo leggerino per lo standard NFL e difficilmente potrà imporsi come titolare assoluto fin da subito, più probabile una sua rotazione sui terzi down o anche l’utilizzo a sprazzi come DE.
Voto alla scelta: B-
Secondo Round, scelta numero 57: QB Brock Osweiler
L’erede di Payton Manning. A quanto si dice. Bel prospetto, il qb più alto di tutto il draft, ex giocatore di basket. Ha un bel braccio sul profondo e buona visione grazie alla sua altezza, riuscendo ad anticipare bene i movimenti dei ricevitori e leggere le difese. Ma.. solo un anno di esperienza da titolare e come detto è solo un prospetto. Serviva già da subito un vice Manning? Forse si. Ma con Osweiler non si è preso un giocatore già pronto, ma uno da far crescere nel tempo. Se tutto andrà bene come si spera, per i prossimi tre-quattro anni il ragazzo starà seduto in panchina. Forse questa scelta poteva essere usata meglio per qualche necessità più immediata. E’ pur vero che un qb giovane andava preso e si vede che Brock ha colpito durante il suo workout John Elway.
Voto alla scelta: C
Terzo round, scelta numero 67: RB Ronnie Hillman
Un running back serviva, su questo non ci sono dubbi. Mi lascia più perplesso la scelta. Si è tralasciato un tipo di running back fisico, non scegliendo Doug Martin, per poi andare a pescare uno corridore leggero, veloce, agile, abile fuori dal backfield ma che difficilmente riuscirà a essere il cavallo da tiro per più di 15 portate a partita. Più utilie nel ricevere forse sui terzi down che non per dare respiro a Willis McGhee come running back in mezzo ai tackle. In pratica un clone di Knowshon Moreno. Ok, che l’ex prima scelta, troppo spesso infortunata, sui uscito dalle grazie del management ci può stare, ma il corridore che ci serviva doveva essere un 1b, per dare il cambio al più che trentenne McGhee. Inoltre per prenderlo si è saliti di 20 posti al terzo round, dando così un valore generale delle trade molto basso. Insomma, la posizione ci sta, non mi piace il tipo di scelta però.
Voto alla scelta: D (non per il valore di Hillman ma per il tipo di giocatore)
Quarto round, scelta numero 101: CB Omar Bolden
Anche qui sono d’accordissimo con la posizione scelta. Un CB serviva sicuramente. Il giocatore non lo conosco bene ma è opinione diffusa che abbia il talento almeno da secondo round e che sia scivolato al quarto per via degli infortuni subiti. Ha infatti saltato tutta l’ultima stagione per una rotture del legamento crociato. Questo non mi tranquillizza visto che delle ultime tre stagione ne ha perse due per infortunio. Per quest’anno noi dovremmo essere a posto coi titolari, ma dietro Bailey a roster troppi CB hanno avuto problemi di infortuni (Vaughn, Thompson, Porter). Ne aggiungiamo uno valido, con lo stesso rischio. Al quarto round però si può rischiare più a cuor leggero.
Voto alla scelta: B
Quarto round, scelta numero 108: C Philip Blake
Che il centro fosse il punto debole della nostra linea d’attacco non c’erano dubbi. Si è scelto di rinforzare la linea con il centro di Baylor, lo stesso che ha sostituito al college J.D. Walton, ora il titolare dei Broncos. I due si ritroveranno a giocarsi il ruolo di titolare, con Blake che potrà essere utilizzato anche come guardia. La sua carriera al college lo ha visto snappare per Robert Griffin III, la scelta numero due assoluta. Dovrebbe essere un buon punto di partenza.
Voto alla scelta: B
Quinto round, scelta numero 137: DE Malik Jackson
Altro uomo di linea difensiva che fa della caccia al qb la sua caratteristica principale. Il ruolo ci serviva e il giocatore andrà verificato sul campo. Di certo sembra una mossa giusta a questo punto del draft. Forse un pelo leggerino per giocare contro le corse, ma se rimarrà in squadra il suo ruolo sarà limitato alla pass rush.
Voto alla scelta: B
Sesto round, scelta numero 188: OLB Danny Trevathan
Non un fisico enorme, leggermente basso e leggero per un linebacker ma molto redditizio al college dove ha collezionato un numero di tackle incredibile in tutte le stagioni disputate. Può ricordare Wesley Woodyard e inizialmente almeno negli special team dovrebbe dire la sua. Anche qui la scelta arriva in un ruolo in cui serviva quindi non può essere negativa.
Voto alla scelta: C
In conclusione, quello che mi è piaciuto del draft è che si è preferito guardare i numeri sul campo dei giocatori scelti, quindi la reale produzione, piuttosto che i numeri della combine, spesso traditori. Le posizioni in cui avevamo bisogno sono state coperte tutte, anche se le scelte degli uomini e dei round in cui sono stai scelti lasciano un po’ pensierosi, sopratutto un qb al secondo round.
La cosa che non mi piace però è che come dice Elway in un draft si cercano tre titolari. Io qui faccio fatica a trovarne anche solo uno.
Derek Wolfe vedrà molto il campo ma probabilmente solo in una rotazione, così come Hillman verrà impiegato almeno part-time. Il terzo a vedere il campo potrebbe essere il C Philip Blake e Omar Bolden al massimo come quarto cornerback in una dime defense. Insomma i tre titolari “sicuri” io non li vedo, per questo il voto complessivo al draft non è positivo. Direi un C- per essere ottimisti.
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