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AFC West Champions

La partita contro Houston, sulla carta facile visto che si affrontava la squadra col record peggiore della lega, serviva a verificare che non ci fossero cali di tensione e che la concentrazione rimanesse alta. C’erano obiettivi temp131222_Hays30--nfl_mezz_1280_1024ancora da raggiungere, come vincere la division e guadagnare uno dei primi due posti nel seed AFC per i playoffs, in modo da garantirsi una settimana di riposo e il fattore campo nel divisional. Obiettivi raggiunti entrambi a mani basse, con una partita solida che ha visto i Broncos dominare gli avversari e prendere il largo nel punteggio nel secondo tempo. I Texans schieravano in cabina di regia Matt Schaub reduce da un infortunio e consapevole che la sua avventura a Houston è giunta al capolinea, non poteva essere lui il pericolo per i Broncos. Denver doveva dare una risposta alla brutta sconfitta della partita scorsa contro i Chargers e la risposta è arrivata. Un primo tempo fin troppo equilibrato dove i Broncos dimostravano di essere la squadra più forte ma avevano un po’ le polveri bagnate vicino alla endzone portava il risultato all’intervallo sul 16-6 per gli ospiti. Nel terzo quarto l’unico vero passaggio a vuoto dell’attacco quando Manning ha lanciato ben 6 incompleti di fila, cosa mai avvenuta prima in stagione e i Broncos hanno fatto tre pessimi drive da three and out consecutivi (e quattro drive chiusi col punt), riaccendendo il lumicino della speranza per Houston. I Texans in quel periodo hanno messo a segno il loro unico TD di giornata portandosi vicino nel punteggio sul 16-13. Da di li in poi Manning ha deciso che era giunto il momento di chiudere il match e ha infilato tre td consecutivi che allungavano il distacco nel punteggio e davano la vittoria ai Broncos col risultato finale di 37-13. Grazie anche alla contemporanea sconfitta dei Chiefs contro i Colts, i Broncos sono per la terza volta di fila campioni della AFC West, tripletta mai avvenuta prima nella storia di Denver. Complimenti alla squadra e a coach John Fox che nei suoi tre anni come head coach ha portato a casa sempre il titolo di division. I Broncos si sono garantiti anche il diritto di giocare in casa il divisional del playoffs e di saltare la wild card, avendo una settimana di riposo. Resta solo da conquistare il seed numero 1 in AFC che garantirebbe di giocare in casa anche l’eventuale finale AFC. Vincendo domenica prossima contro i Raiders l’obbiettivo sarà raggiunto.

Manning 51

La partita contro i Texans verrà ricordata non solo per i successi di squadra ma soprattutto per i successi personali di Peyton Manning. Il qb ha battutto infatti il record di passaggi da TD realizzati in una singola stagione, che apparteneva a Tom Brady con 50 td. Manning grazie ai suoi 4 td ha portato il record a 51, con una partita ancora da giocare. Il passaggio da record è arrivato nell’ultimo periodo ed è stato ricevuto dal TE Julius Thomas. Manning ha dichiarato al termine del match di essere molto contento per il record, essendo un grande studioso del gioco e della storia della NFL, ma di essere anche ben consapevole che i record sono fatti per essere battuti e che la tendenza NFL degli ultimi anni è molto più orientata verso il gioco sui passaggi. Non sarebbe sopreso se l’anno prossimo fosse proprio Tom Brady a battere nuovamente il suo record. La sua dichiarazione è stata molto elegante, Manning resta uno dei professionisti più seri e meno “personaggi” della NFL di oggi, portando grande rispetto per i suoi avversari e dimostrande anche un filo di umiltà che non fa mai male. Vero che il record è importante ma la sensazione ascoltando le sue parole è che molto più importante sia riuscire a vincere il Super Bowl, piuttosto che avere il proprio nome in quasi tutti i record ma essere ricordato come “perdente” di successo. Questo lascia ben sperare noi tifosi, certi che Manning metterà tutto se stesso per raggiungere l’obiettivo più importante, lasciando i successi personali in secondo piano. Il record di Manning fa riflettere perchè anche durante questa stagione strepitosa e che lo porterà con tutta probabilità a vincere il quinto MVP della carriera, non sono mancate le critiche e i momenti di incertezza attorno a lui. Significativo come si riesca comunque a trovare dei lati negativi, e io stesso l’ho fatto più volte, a quello che in questo momento è senza dubbio il qb più di talento in tutta la NFL. Certo manca ancora l’ultimo passo, dimostrare nei momenti decisivi di essere determinante. Speriamo che anche questo aspetto venga fuori in questa stagione di per se già clamorosa

L’attacco gira a mille

Detto di Manning e del suo record, bisogna elogiare tutti i suoi compagni di reparto che stanno disputando una stagione fantastica. Nonostante l’assenza di Welker, che in alcune occasioni si è fatta sentire parecchio temp131222_Hays19--nfl_mezz_1280_1024soprattutto sui terzi down, i ricevitori restano una garanzia. Thomas e Decker hanno ricevuto più di 100 yards a testa anche domenica realizzando rispettivamente 1 e 2 td. A loro si aggiunge Julius Thomas, 6 ricezioni e un td per lui e stanno trovando il loro spazio anche Andre Caldwell e Jacob Tamme, spesso cercato e pescato da Manning proprio per l’assenza di Wes Welker. A dar manforte al gioco di passaggi, c’è anche un gioco di corse davvero credibile, con Moreno che per la prima volta in carriera supera le 1000 yards di corsa stagionali (76 yards per lui domenica) coronando così la sua miglior stagione da quando è arrivato ai Broncos scelto al primo round del draft. E’ arrivato tardi, ma si può dire che ora sia un running back di tutto rispetto. Il rookie Montee Ball ha risolto (si spera) i problemi di fumble e sta facendo vedere ottime cose, tanto che proprio domenica mi è sembrato molto strano nel terzo quarto, durante il periodo dei sei incompleti di Manning, come non si cercasse di correre di più ma si volesse insistere sui passagi. Ora il running game da garanzie e apre il gioco per i passaggi, nei playoffs questa sarà la chiave contro le difese forti, quindi dimenticarsi per tanto tempo delle corse è una strategia da non ripetere. Se vogliamo trovare un lato negativo dell’attacco dei Broncos di domenica, si può individuare nella linea offensiva che ha concesso un po’ troppo alla difesa dei Texans, facendo subire a Manning qualche colpo che si poteva evitare. Anche le penalità andrebbero ridotte, una costante fino ad ora in stagione, spesso risultano dannose in momenti chiave del match.

Incognita difesa

Se l’attacco sta molto bene ed è certamente il nostro punto di forza, la difesa mi lascia ancora piuttosto perplesso. Domenica si è vista una bella prova del reparto difensivo, capace di limitare il seppur anemico attacco dei tempAP631564221481--nfl_mezz_1280_1024Texans. Sono ritornati anche i turnovers, con gli intercetti di Mike Adams e Dominique Rodgers-Cromartie, che ultimamente erano merce rara da quella parte del campo. Di fronte non c’era certo il nemico peggiore, una squadra senza running back e con un qb in stato confusionale non possono essere un test attendibile anche se prendiamo volentieri atto della bella prestazione. Quello che non mi convince è che ancora una volta è cambiato lo schieramento titolare. Ihenacho è tornato in campo come safety, ma Woodyard è ancora in panchina giocando solo qualche formazione difensiva ad hoc e negli special teams. Al suo posto Paris Lenon, che ha giocato discretamente sulle corse ma sui passaggi è stato pescato un paio di volte lontano dal suo uomo. Questo cambio ancora non riesco a spiegarmelo. Tra i cb, il recuperato Champ Bailey ora è diventato il terzo cb, gioca nelle formazioni di nickel e si occupa del ricevitore in slot, lasciando Chris Harris Jr sugli esterni. Il cambio sembra funzionare, Harris, solido per tutta la stagione, ha giocato la sua miglior partita andando a negare ricezioni importanti ai ricevitori avversari con ottime giocate. L’assenza di Webster per infortunio, sembra brutto dirlo, ma potrebbe essere un bene. Il rookie infatti nonostante le sue enormi qualità atletiche, troppo spesso è stato battuto uno contro uno questa stagione. Ancora tanto tempo in campo per Omar Bolden e ancora non sono convinto delle sue qualità come safety. Insomma l’assetto difensivo non è ancora ben chiaro e questo non può lasciare tranquilli i tifosi in vista dei playoffs.

Von Miller fuori

A questo ci dobbiamo aggiungere che Von Miller, il punto di forza (almeno sulla carta) della nostra difesa, sarà costretto ai box per il resto della stagione e per i prossimi sei mesi almeno. Durante un’azione di gioco si è rotto infatti il legamento crociato anteriore del ginocchio destro e per lui la stagione è finita in quel momento. Ora sulla carta potrebbe essere una perdita determinante per un reparto già traballante come la nostra difesa. Quest’anno però il Von Miller visto all’opera nulla aveva a che fare con quello dell’anno passato. Perse le prime sei partite per squalifica, quando è tornato è stato efficacie solo a sprazzi, alternando partite discrete e promettenti a prestazioni molto opache tanto da prendersi la cazziata pubblica da Jack Del Rio. Insomma un Von Miller direi ampiamente insufficiente e nessuno ci garantisce che avremmo visto il vero Von Miller da qui alla fine della stagione. Certo con lui in campo gli avversari devono tenere sempre gli occhi aperti e qualche raddoppio devono farlo, lasciando più spazio in altre parti del campo, ma se Miller non avesse nettamente migliorato il suo rendimento non sarebbe stato decisivo. Diciamo che l’assenza non è un bene, ma non è così grave, a mio parere, di quello che si potrebbe pensare. Quello che mi preoccupa di più se vogliamo è l’assenza di Wolfe, abile sulle corse, e la mancanza di sacks da parte di Phillips che era partito molto bene quest’anno. Forse sta sentendo un po’ la fatica e speriamo che la settimana di riposo possa aiutarlo a recuperare un le energie.

MHC MVP – Peyton Manning 32 completi su 51 per 400 yards e 4 TD

Una brutta sconfitta

Thursday Night per i Broncos che ospitano a Denver i rivali di division, i San Diego Chargers, ancora in lotta per una wild card che salverebbe una stagione iniziata in maniera piuttosto deludente. La rivalità tra le due squadre è sempre altissima e la sfida per questo è complicata, anche se sulla carta sono i Broncos a essere favoriti. L’inizio del match rispecchia le previsioni con i Broncos che al primo drive trovano subito il touchdown temp131212_Christus15--nfl_mezz_1280_1024grazie ad Andre Caldwell, che sostituisce l’infortunato Wes Welker, e riceve da Peyton Manning un lancio da 15 yards che chiude un bel drive iniziale da 7 giochi e 67 yards. I Chargers non si scoraggiano e rispondono anche se solo con un field goal al vantaggio dei padroni di casa, alternando corse e passaggi ma i primi risultati sembrano far capire che oggi le corse possano essere un grosso problema per la difesa dei Broncos. I Broncos allungano nel punteggio col loro secondo drive dove riescono a realizzare un field goal con Matt Prater dalle 32 yards, dopo che una brutta di corsa di Montee Ball (-6 yards) aveva ingolfato l’attacco arancio-blu. I Chargers da questo punto del match prendono il controllo e dominano sulle corse, con continui guadagni che bruciano tempo sul cronometro e portano Rivers a fare il “minimo sforzo” per chiudere i down e non lo costringono praticamente mai a forzare la giocata. Il dominio dei Chargers si manifesta ben presto anche nel punteggio, con i due TD consecutivi di K. Allen che portano gli ospiti avanti nel punteggio 17-10 all’intervallo. Nella ripresa la musica non cambia, i Chargers riescono a utilizzare tantissimo tempo sul cronometro quando hanno la palla in mano, lasciando Manning seduto in panchina a osservare la propria difesa in difficoltà. Arriva subito un altro TD per San Diego che allunga sul 24-10 il proprio vantaggio e mette le mani sulla partita. Manning non riesce a replicare subito e i Broncos dopo un brutto three and out devono cedere di nuovo il campo ai Chargers, non certo la medicina migliore per una difesa già in difficoltà. Quando per una volta poi la difesa riesce a tenere, arriva la più stupida delle penalità, un offside di Nate Irving sul punt dei Chargers che regala il primo down a San Diego e ne allunga il drive, permettendo di consumare altri preziosissimi minuti nel terzo quarto di gioco col punteggio compromesso. Davvero una penalità che potrebbe essere stata la svolta in negativo del match.

Non si corre

temp131212_Hays-28--nfl_mezz_1280_1024L’attacco dei Broncos prova poi a rimettere in piedi il match nell’ultimo quarto quando Manning riesce a trovare il touchdown del 24-17 pescando ancora Andre Caldwell in endzone. La difesa tiene bene e riesce a ridare palla all’attacco per il possibile drive del pareggio, ma qui è Manning a farsi intercettare due azioni dopo e a spegnere ogni velleità di rimonta dei Broncos. San Diego con di nuovo palla in mano consuma tempo mettendo ancora tre punti sul tabellone e i Broncos negli ultimi minuti non riescono nell’impresa di recuperare il match che finisce con un altro field goal di Prater sul 27-20 finale. La partita è stata brutta, mal giocata sia dall’attacco che dalla difesda. Forse i pochi giorni di riposo hanno offuscato un po’ le idee a tutti e la fatica della stagione inizia a farsi sentire. L’attacco oggi non è riuscito a correre come aveva fatto nelle ultime uscite, quelle corse che avevevano dato un gioco più completo ai Broncos e reso Manning ancora più letale. Domenica sono state soltanto 18 (!!) le yards di corsa su 11 tentativi. Il fatto di essere andati subito sotto nel punteggio, con i Chargers che bruciavano molto tempo sul cronometro, probabilmente hanno fatto cambiare in corsa il piano offensivo dei Broncos e costretto Manning ad insistere più sui passaggi abbandonando il gioco di corse, più lento e soprattutto meno produttivo nei primi giochi di corsa tentati. Il risultato non è stato vincente però, anche perchè non si è visto il miglior Manning di stagione, 27 completi su 41 passaggi tentati per 289 yards, 2 TD e 1 Int. Se Caldwell ha provato a far dimenticare Welker, con 6 ricezioni e due td, gli altri ricevitori sono stati meno produttivi del solito. Insomma una prova davvero opaca dell’attacco che ha portato alla meritata sconfitta.

I misteri della difesa

Se l’attacco non ha brillato, di certo non si può essere contenti della difesa. Tanti punti concessi, ormai una costante purtroppo, nessuna opposizione sulle corse dei Chargers, che hanno messo a referto ben 177 yards calpestando ogni tentativo di resistenza. Rivers non è il qb più forte in circolazione, soprattutto se viene messo sotto pressione più di una volta si è visto che può andare davvero in crisi. Questa domenica non ha dovuto faticare per nulla e si è limitato al compitino, solo 12 i passaggi completati su 20 tentati con 2 Td e nessun intercetto, segno che quando le corse funzionano, per l’attacco sono la soluzione migliore e meno rischiosa. La difesa dei Broncos sta diventando davvero quaòlcosa di poco decifrabile. Debole sulle secondarie, con Bailey ancora ai box e Webster che spesso viene cercato dai qb avversari che sfruttano la sua inesperienza e spesso temp131212_Bakke51--nfl_mezz_1280_1024riescono a batterlo, alterna prestazioni promettenti ad altre disarmanti dove non si vede nulla di positivo. Ai playoffs questa difesa non può reggere e ormai il tempo per trovare dei rimedi sembra scarseggiare. Nelle ultime due partite poi si è visto qualche cambio che mi ha lasciato però più perplesso che fiducioso. Wesley Woodyard, che mi è sempre parso uno dei pilastri della difesa e uno dei migliori in assoluto, tanto che la sua assenza in un paio di match a metà stagione si era fatta pesare, è stato relegato a riserva e al suo posto ora gioca Paris Lenon. Stessa sorte capitata a Duke Ihenacho, rivelazione della prima parte di stagione, che ora ha lasciato il ruolo da titolare a Mike Adams, con Omar Bolden schierato da FS al posto di Rahim Moore infortunato. La coppia però non funziona, Bolden, un cb naturale adattato a safety, non sembra essere adatto a ricoprire il ruolo di titolare e spesso si trova fuori posizione. Quello che non si capisce è il significato di questi due cambi. Per Woodyard ci sono diverse ipotesi, forse si vuole preservare il giocatore in vista dei playoffs, dato l’infortunio subito in stagione. Quindi potrebbe essere un motivo fisico, ma qualcuno più malizioso ha insinuato che la scelta possa essere di tipo economico. Potrebbero esserci dei bonus nel contratto del linebacker che se raggiunti farebbero alzare il suo stipendio e i Broncos starebbero cercando di riparmiare su questo aspetto. Non sono riuscito a confermare questa voce, ma seppur triste, sembrerebbe plausibile. Lo stesso giocatore si è detto deluso dalla riduzione del suo impiego in campo e spera che le cose cambino in fretta. Per quanto riguarda Ihenacho invece, forse solo il problema degli infortuni passati darebbe la spiegazione del suo ridimensionamento. Da quando Moore è ai box, anche lui è calato nel rendimento e la coppia con Adams non sembra ben assortita, entrambi sono più strong safety. Questo giustificherebbe il tentativo di provare Bolden da free safety, anche se con risultati non buoni fino ad ora.

Situazione playoffs

Speriamo che questi dubbi che guardando i Broncos possono sorgere, non siano davvero presenti anche nel front office. Coach Fox e il suo staff avranno le idee più chiare e stanno approffittando di questo periodo per fare davvero alcuni “esperimenti” per migliorare la squadra in vista dei playoffs, almeno è quello che ci auguriamo. La corsa ai playoffs ha fortunatamente visto cadere anche i Patriots, contro Miami, e quindi lascia al primo posto i Broncos col record di 11-3. Record uguale anche per Kansas City ma visto lo svantaggio negli scontri diretti pone i Chiefs in questo momento al secondo posto in AFC West costringendoli alle wild card. Al secondo posto dunque ancora i Patriots con 10-4. Dietro poi i Colts e i Bengals con 9-5. I Broncos tra le prime tre sembrano avere il calendario più facile, anche se avranno due sfide in trasferta. La prossima contro la peggior squadra della NFL, i Texans, e poi a Oakland contro i Raiders. I Broncos sono ancora padroni del loro destino e con due vittorie avrebbero garantito l’accesso diretto al divisional con il fattore campo garantito per tutti i playoffs. Sperando che gli “esperimenti” difensivi non compromettano questo risultato.

MHC MVP – Andre Caldwell: 6 ricezioni per 59 yards e 2 TD

Missione compiuta

La partita contro i Titans sulla carta era decisamente abbordabile e non ha riservato sorprese. Se vogliamo è stata fin troppo equilibrata nel primo tempo, chiuso in vantaggio dagli ospiti per 21-20, ma nella ripresa i Broncos hanno aggiustato il tiro e portato a casa la vittoria dilagando nel punteggio e chiudendo sul 51-28 il match. La vittoria consegna l’accesso matematico ai playoffs, su cui c’erano pochi dubbi, ma non garantisce ancora i primi due posti nel ranking AFC. Il record di 11-2 è infatti il migliore a oggi, davanti ai Patriots e Chiefs con 10-3 entrambe. I Broncos hanno il vantaggio nello scontro diretto coi Chiefs per la vittoria di division, ma non c’è ancora la matematica certezza di saltare la wild card. Non bisogna staccare la spina e continuare a vincere le tre sfide che restano in calendario per prepararsi al meglio per i playoffs. Per il momento abbiamo solo staccato il biglietto della post season

Partenza lenta

temp131208_Christus18--nfl_mezz_1280_1024Domenica come detto i Broncos hanno vinto abbastanza agevolmente ed è da subito apparso che gli unici problemi che potevano avere i Broncos erano dovuti ai loro stessi errori piuttosto che alla forza degli avversari. Nel primo tempo però i Titans sono stati ampiamente in partita, realizzando il TD di apertura dopo pochi minuti dall’inizio del match e replicando con un secondo td alla segnatura del momentaneo pareggio di Wes Welker. Le giocate chiave sono state i big play concessi dalla secondaria dei Broncos, in difficoltà con il rookie Webster battuto più volte a inizio partita. Omar Bolden, schierato in alcuni giochi come safety, ha sofferto parecchio non riuscendo a dare la giusta copertura sul profondo. Inoltre, come domenica scorsa e sperando che non sia un secondo campanello d’allarme, gli special teams dei Broncos hanno concesso un ritorno di kickoff lunghissimo, questa volta fermato solo a un paio di yards dal touchdown. Fino ad’ora il reparto si era comportato egregiamente, ma due ritorni da td (o quasi) in due partite non vanno sottovalutati e serve porvi rimedio al più presto. Non sono mancate le occasioni per l’attacco dei Broncos per pareggiare il match e per portarsi in vantaggio, ma alcuni piccoli errori di esecuzione hanno rallentato l’operato di Manning e soci. Ci sono stati un paio di drops importanti, uno di Montee Ball su tutti e anche Manning non è stato precisissimo sulla goal line sbagliando un paio di passaggi in endzone che avrebbero potute dare la meta ai Broncos. Nel primo tempo sono arrivati due td e un field goal di Matt Prater, ma le occasioni per fare più punti ci sono state. Come commenato su facebook live durante il match, la sensazione all’intervallo era che la partita si sarebbe vinta correggendo quegli errori di esecuzioni e facendo valere il maggior talento in campo rispetto agli avversari.

Manning sotto zero

Nella ripresa i Broncos hanno fatto esattamente quello che ci si aspettava da loro. Molti meno errori e partita dominata. Manning ha messo sul campo tutto il suo talento e se qualcuno alcuno ancora aveva dubbi sulle sue prestazioni in un clima freddo è stato accontentato. Il match in alcuni momenti si è giocato con una temperatura di -10° e Manning, bardato fino al collo, guanto della discordia compreso, non ha battuto ciglio e ha messo in piedi una prestazione eccellente. Nella ripresa pochissimi errori e altri 2 td realizzati, Julius e Demaryius Thomas i suoi bersagli, oltre alla segnatura su corsa di Moreno, hanno chiuso il match. I Titans non sono stati in grado di reagire e sono rimasti al palo. Con questa segnatura Julius Thomas batte il record di TD per un TE nella storia dei Broncos, ovviamente posseduto dall’hall of famer Shannon Sharpe che si era fermato a 10 per due stagione. Il TE rivelazione dell’anno è a quota 11 nonostante un paio di match persi per infortunio e ancora 3 partite da giocare. Davvero una grande stagione per lui. Manning ha chiuso il match con 39 completi su 59 passaggi tentati, per 397 yards e 4 TD senza intercetti e senza subire sack. Davvero grandi numeri che lo avvicinano ancora di più al premio di MVP stagionale che in pochi potranno contendergli quest’anno. Questi numeri fanno ben sperare per i playoffs visto che il clima sarà freddo come domenica scorsa sia a Denver, sia a New England, sia a New York, sedi dove i Broncos potrebbero trovarsi a giocare playoffs ed eventualmente il superbowl.

Miller torna protagonista

La ripresa è stata dominata dai Broncos, anche grazie alle giocate della difesa che hanno forzato due turnover dell’attacco dei Titans. Von Miller è stato determinante in entrambe le temp131208_Hays_21_INT--nfl_mezz_1280_1024occasioni, prima andando a contrastare Fitzpatrick durante il lancio e sporcando il pallone che è finito poi nelle mani del DT Knighton. Successivamente una sua ottima giocata ha causato il fumble di Chris Johnson recuperato da Mike Adams. I due recuperi sono stati seguiti da due drive da TD dell’attacco creando quel solco nel punteggio che ha deciso la partita. Questo tipo di giocate sono fondamentali per i Broncos, la difesa non deve essere quella del primo tempo, un po’ troppo aperta a imprecisa, ma quella del secondo tempo, aggressiva e decisa nel mettere pressione al qb e nel forzare turnover. Più volte si mette la palla in mano a Manning e più punti arrivano per i Broncos. Domenica era ancora assente Champ Bailey di nuovo ai box per i problemi al piede e reduce da una pessima partita domenica scorsa. Anche l’assenza di Rahim Moore inizia a farsi sentire e forse sulle secondarie potremmo soffrire un po’, soprattuto se Bailey non tornerà in forma presentabile entro poche settimane. Per questo la presenza del vero Von Miller diventa ancora più importante, per dare meno tempo al qb avversario di pescare il ricevitore libero. Se la difesa può essere il tallone d’achille di questi Broncos, l’attacco invece aggiunge nuove frecce al proprio arco. Ieri di nuovo ottima partita per Montee Ball, autore di corse davvero importanti e che dimostra una forza nel resistere ai placcaggi davvero notevole. Per lui alla fine 77 yards su 15 corse. Moreno si conferma in grande forma segnando un td a mettendo a referto 78 yards in 14 portate. Un reparto running backs davvero convincente in questa fase della stagione.

Prater da record

La partita di domenica passerà alla storia anche per un altro momento da ricordare. Matt Prater sul finire del primo tempo realizza un field goal dalle 64 yards, nuovo record NFL. temppraterfg--nfl_mezz_1280_1024Davvero una grandissima giocata per il kicker dei Broncos che quest’anno sta giocando alla stragrande. E’ super affidabile e in tutto l’anno ha sbagliato solo 1 field goal dei 19 tentati. Davvero una macchina che corona giustamente con questo nuovo record il suo momento. Complimenti davvero.

Ora per i Broncos ci sarà una settimana cortissima e giovedi si torna in campo contro i Chargers, reduci dalla bella vittoria contro i New York Giants e avversario sempre ostico da non sottovalutare. Poi si chiuderà la stagione con due trasferte in casa dei pessimi Texans, che hanno appena esonerato Gary Kubiak, per finire in casa dei Raiders sperando di avere già la bye week in tasca.

MHC MVP – Matt Prater: 2 fg realizzati, dalle 25 e dalle 64 yards, nuovo record NFL. E’ un piccolo premio per il record davvero importante, l’altro MVP del match è sicuramente Peyton Manning.

Un pessimo inizio

Seconda sfida stagionale con i Chiefs, rivali di division e di conference, determinate per stabilire le gerarchie di accesso alla griglia dei playoff. I Broncos due settimane fa hanno vinto la gara in casa e ora devono riconfermarsi in trasferta, per mettere le mani in maniera importante sulla AFC West. Manca Julius Thomas e soprattutto manca Dominique Rodgers-Cromartie, il migliore delle secondarie in questa stagione. Con lui, assente anche la safety Rahim Moore sostituito da temp131201-Hays-11--nfl_mezz_1280_1024Mike Adams. Gioca invece Moreno, che era uscito in stampelle dalla partita precedente contro i Patriots e ritorna in campo Champ Bailey, il grande assente di questa stagione. L’inizio del match per lui però è pessimo, come per il resto della squadra. Le prime ricezioni sono tutte verso i ricevitori coperti da Bailey che si dimostra non ancora pronto e non certo al livello a cui ci ha abituati. Jamal Charles è difficile da contenere e si arriva ben presto vicino alla endzone per l’attacco dei Chiefs. Quando ormai la segnatura sembra imminente, la giocata di Woodyard, che intercetta un passaggio di Alex Smith in endzone interrompe bruscamente il drive dei Chiefs e smorza sul nascere l’entusiasmo dei padroni di casa. Manning però restituisce il favore pochi giochi dopo, lanciando anche lui un intercetto e lasciando così in parità il match e il conto degli errori. La partita riprende con l’attacco dei Chiefs che continua a mettere in difficoltà la difesa dei Broncos, questa volta riuscendo anche a mettere punti sul tabellone. I Chiefs dopo il primo intercetto infatti infilano tre touchdown consecutivi andando avanti nel punteggio e la partita sembra già prendere la sua strada. Se non bastasse l’attacco dei padroni di casa a mettere in difficoltà la nostra difese, ci si mette anche lo special teams. La giocata di K. Davis è da manuale, riporta in touchdown un kickoff di Matt Prater con una corsa di ben 104 yards, seppur inseguito da Bruton e Bolden, due dei più veloci difensori dei Broncos. L’attacco guidato da Manning oggi non sembra ai suoi massimi livelli e si accende a drive alterni. Dopo l’intercetto Manning riesce a realizzare il touchdown pescando Decker con un bellissimo passaggio da 41 yards ma nel drive successivo è di nuovo intercettato dalla difesa avversaria e le cose si rimettono male. Gli errori di Manning iniziano a essere un po’ troppi e non sembra la sua partita.

Decker stellare

Il primo tempo si chiude con i Chiefs in vantaggio solo per 21-14 perchè fortunatamente i Broncos riescono nel finale di secondo quarto a riportarsi sotto grazie a un bel drive offensivo, chiuso con la segnatura di Moreno su screen pass da 3 tempAP447074344033_1--nfl_mezz_1280_1024yards di Manning. All’intervallo le sensazioni sono di una partita complicata, ma ancora aperta. Dopo il pessimo inizio ci sono ancora tutte le condizioni per ribaltare il risultato, e le chiavi del match sono in mano all’attacco che per ora sta perdendo il confronto con l’ottima difesa dei Chiefs. Ad aiutare Manning però oggi c’è un super Eric Decker, che non sbaglia una ricezione e viene pescato alla grandissima per tutto il secondo tempo dal qb dei Broncos. Le giocate del duo Manning – Decker rimettono in partita i Broncos che vanno avanti nel punteggio grazie ai tre td del ricevitore numero 87, nei primi tre drive del secondo tempo. Il modo migliore di fugare i dubbi che iniziavano a venire dopo il primo tempo incolore. I Broncos ora controllano il match in vantaggio 35-21 a pochi minuti dopo l’inizio dell’ultimo periodo. I Chiefs provano a rifarsi sotto e si avvicinano con la meta realizzata da J.Charles  ma non basta e i Broncos riescono a limitare i danni consumando a sufficienza il tempo sul cronometro e portano a casa una vittoria determinante per la division e per i playoff dell’AFC. Decker è stato il grande protagonista del match, per lui 8 ricezioni per 174 yards e ben 4 td. Le statistiche di Manning sono alla fine del match più che discrete, nonostante i due intercetti inziali. I numeri dicono 22 completi su 35 tentativi, ben 403 yards e 5 td con un qb rating più che buono di 118 punti.

Finalmente Montee Ball

Non solo gioco di passaggi però nella domenica dei Broncos, come successo nelle ultime giornate le corse stanno diventando un fattore importante. Moreno oggi non ha fatto la sua miglior partita, anzi tutt’altro. Sulle corse ha faticato parecchio e probabilmente ha pesato anche l’infortunio subito domenica scorsa. Solo 18 yard in 15 portate, nonostante il grande impegno in tutte le azioni in cui è stato chiamato in causa. Il suo apporto è comunque arrivato sui passaggi, dove ha rifatto vedere alcune giocate degne di nota, guadagnando molte yards dopo la ricezione. Alla fine per lui 72 yards ricevute con 4 passaggi e una meta. Mancato il suo apporto sulle corse, è arrivata la prima prova importante in carriera per il rookie Montee Ball. Apparso già in crescita nelle ultime giornate, ma con gravi problemi di fumble, domenica è riuscito ad avere un buon controllo del pallone e molta più sicurezza. Sicuramente la strada è ancora lunga ma se riesce a risolvere i problemi con la palla, Ball può essere davvero un grande running back. Domenica ha conquistato 117 yards con 13 corse e in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa è sembrato ottimo nel centrare i buchi creati dalla linea offensiva, senza troppi indugi e solido a sufficienza da non essere placcato subito al primo contatto. Ha il fisico ideale per il ruolo del running back completo, non un fulmine di velocità e non un trattore ma promette davvero bene. Speriamo la strada intrapresa sia quella giusta.

Champ Bailey molto indietro

Le note positive vanno però messe sul piatto della bilancia con quelle negative, e purtroppo ce ne sono. Champ Bailey è rientrato dall’infortunio ma è in una condizione di forma troppo scarsa per essere presentabile. Sempre battutto dal suo diretto avversario, ha subito ancora dei colpi duri al fisico già acciaccato e questo non può fargli troppo bene. Ma la cosa che fa preoccupare è che per tutto il secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio il buon Champ è stato fatto accomodare in panchina a guardare i suoi compagni giocare. Il rookie Webster e Quentin Jammer, oltre a Tony Carter e Chris Harris Jr hanno giocato da CB. Di certo qualcosa a cui Bailey non era abituato. Il suo apporto è fondamentale e lo sarà ancora di più quando si arriverà ai playoffs. Lui e il, si spera, recuperato Rodgers-Cromartie devono garantire quella copertura sulle secondarie fondamentale per la difesa, che spesso sarà attaccata sui passaggi. Altro non fattore del match e altra delusione di stagione è Von Miller. Ancora una volta un fantasma o quasi. Il suo apporto statistico si riduce a 2 tackle e per un linebacker, seppur con compiti di caccia al qb, è davvero troppo poco. Anche da lui bisogna pretendere di più. Contro Kansas City la difesa non è mai riuscita a mettere pressione su Alex Smith, che esce intoccato dal match. L’assenza di Wolfe toglie ancora più efficacia alla pass rush, e il solo Shawn Phillips non può bastare. Per Wolfe sono ancora indefiniti i tempi di recupero dato che si trova al momento ricoverato in ospedale per accertamenti dopo aver accusato sintomi riconducibili a una crisi epilettica. Speriamo non sia niente di così grave e che la situazione possa migliorare al più presto, anche se proprio a inizio stagione aveva già subito una commozione cerebrale. Insomma la difesa più che sugli schemi va migliorata dal punto di vista delle prestazioni personali. Se i grossi nomi come Bailey e Miller non si rimettono in carreggiata al più presto potrebbe essere dura la strada che conduce al grande ballo.

Grazie coach Del Rio

La buona notizia è che da questa settimana John Fox è tornato a tutti gli effetti a essere il coach dei Denver Broncos e si è detto in splendida forma dopo il riposo forzato. Il lavoro di Jack Del Rio è stato più che discreto, 3-1 il suo record finale e temp131101_Bakke_52--nfl_mezz_1280_1024soprattutto gli è stato riconosciuto da John Elway la grande professionalità e abilità di aver saputo gestire il doppio ruolo di defensive coordinator e head coach contemporaneamente. Proprio a Del Rio, lo stesso Elway ha dedicato il game ball del match contro Kansas City. E’ difficile stabilire quanto ci abbia messo lui nella gestione tattica di queste quattro partite, fase in cui (soprattutto le prime tre) si è corso nettamente di più e si è preservato Manning dal lanciare troppo spesso, un po’ perchè così chiedevano i match, un po’ per il suo problemino alla caviglia. Di certo la gestione Del Rio non ha avuto lati negativi e chi non fosse un osservatore abituale dei Broncos nemmeno si sarà accorto del cambio di head coach. In questi casi i rischi di fare danni sono maggiori delle possibilità di dare valore aggiunto, quindi giudico in maniera molto positiva la parentesi da head coach dei Broncos per Jack Del Rio. Ora bentornato John Fox al comando della squadra, sicuramente il suo apporto farà bene anche solo perchè permetterà una miglior distribuzione della gestione della squadra con Del Rio che tornerà a occuparsi solo di difesa. La situazione dei playoffs è ancora apertissima, coi Broncos al primo posto nei seed AFC davanti ai Patriots e ai Chiefs che inseguono col record di 9-3. La strada è ancora lunga ma almeno le mani sulla division, visto il doppio successo sui Chiefs, sembra che si siano messe, serve solo stare attenti ai passi falsi, a cominciare da domenica prossima quando verranno a Denver i Tennessee Titans.

MHC MVP – Eric Decker 8 ric per 174 yards e 4 TD

 

E’ passata più di una settimana dal draft e dopo averci ragionato a mente fredda devo dire che non mi ha soddisfatto. Inizialmente la scelta di passare due volte la mano al primo round, per guadagnare ulteriori scelte sembrava una cosa buona.

Alla numero 25 le priorità della dirigenza, che posso suppore siano state i DT Fletcher Cox, Dontari Poe o Micheal Brockers e il CB Stephen Gilmore (a dire la verita speranze un po’ troppo ottimistiche, tutti andati già alla 15) erano già andate tutte, quindi ci può stare una trade down anche se alcuni giocatori potevano sembrare interessanti, primo su tutti il linebacker Donte Hightower.

Quello che abbiamo ottenuto in cambio non era granchè, ma ci poteva stare, una quarta scelta da New England. E’ la successiva trade down dal 31.mo posto alla 37.ma scelta, in cambio praticamente di nulla se non salire di 20 posizioni al quarto giro, la scelta che non ho compreso. Si poteva fare di meglio. Inoltre si è perso per strada in questo modo il RB Doug Martin, prospetto che era molto molto interessante, in una posizione in cui eravamo abbastanza scoperti.

Venendo alle scelte in se, è difficile giudicare senza averli ancora visti all’opera. Certo a detta di tutti gli esperti, nessuna delle nostre scelte è da far saltare sulla sedia dalla gioia, sono buoni prospetti, in posizioni di necessità, nulla più. Solo il tempo dirà se potranno rendersi utili. Ma andiamo con ordine.

2° Round, scelta numero 37: DT Derik Wolfe

Onestamente non avevo sentito molto di lui prima del draft. C’è di positivo che è stato scelto quando ancora erano a disposizione sia Jerel Worthy che Kendall Reyes, sulla carta prospetti più interessanti ed entrambi finiti a fare i DE in una difesa 3-4 (Green Bay e San Diego). Questo mi lascia supporre che Wolfe non sia stato un “ripiego” ma un giocatore che davvero interessava la franchigia. Resto solo fidarsi della scelta. Dalla sua c’è l’ottima produttività al college, soprattutto nel cacciare il qb avversario, infatti è il DT con maggior numero di sack e di tackle for loss. Questo è un dato positivo. Io sono sempre farovole a premiare la produzione al colloge rispetto a grandi numeri in combine (leggasi Dontari Poe). Il ruolo era certamente quello di cui più si aveva bisogno, quindi nulla da dire. Forse l’unica pecca è che Wolfe sembra essere un pelo leggerino per lo standard NFL e difficilmente potrà imporsi come titolare assoluto fin da subito, più probabile una sua rotazione sui terzi down o anche l’utilizzo a sprazzi come DE.

Voto alla scelta: B-

Secondo Round, scelta numero 57: QB Brock Osweiler

L’erede di Payton Manning. A quanto si dice. Bel prospetto, il qb più alto di tutto il draft, ex giocatore di basket. Ha un bel braccio sul profondo e buona visione grazie alla sua altezza, riuscendo ad anticipare bene i movimenti dei ricevitori e leggere le difese. Ma.. solo un anno di esperienza da titolare e come detto è solo un prospetto. Serviva già da subito un vice Manning? Forse si. Ma con Osweiler non si è preso un giocatore già pronto, ma uno da far crescere nel tempo. Se tutto andrà bene come si spera, per i prossimi tre-quattro anni il ragazzo starà seduto in panchina. Forse questa scelta poteva essere usata meglio per qualche necessità più immediata. E’ pur vero che un qb giovane andava preso e si vede che Brock ha colpito durante il suo workout John Elway.

Voto alla scelta: C

Terzo round, scelta numero 67: RB Ronnie Hillman

Un running back serviva, su questo non ci sono dubbi. Mi lascia più perplesso la scelta. Si è tralasciato un tipo di running back fisico, non scegliendo Doug Martin, per poi andare a pescare uno corridore leggero, veloce, agile, abile fuori dal backfield ma che difficilmente riuscirà a essere il cavallo da tiro per più di 15 portate a partita. Più utilie nel ricevere forse sui terzi down che non per dare respiro a Willis McGhee come running back in mezzo ai tackle. In pratica un clone di Knowshon Moreno. Ok, che l’ex prima scelta, troppo spesso infortunata, sui uscito dalle grazie del management ci può stare, ma il corridore che ci serviva doveva essere un 1b, per dare il cambio al più che trentenne McGhee. Inoltre per prenderlo si è saliti di 20 posti al terzo round, dando così un valore generale delle trade molto basso. Insomma, la posizione ci sta, non mi piace il tipo di scelta però.

Voto alla scelta: D (non per il valore di Hillman ma per il tipo di giocatore)

Quarto round, scelta numero 101: CB Omar Bolden

Anche qui sono d’accordissimo con la posizione scelta. Un CB serviva sicuramente. Il giocatore non lo conosco bene ma è opinione diffusa che abbia il talento almeno da secondo round e che sia scivolato al quarto per via degli infortuni subiti. Ha infatti saltato tutta l’ultima stagione per una rotture del legamento crociato. Questo non mi tranquillizza visto che delle ultime tre stagione ne ha perse due per infortunio. Per quest’anno noi dovremmo essere a posto coi titolari, ma dietro Bailey a roster troppi CB hanno avuto problemi di infortuni (Vaughn, Thompson, Porter). Ne aggiungiamo uno valido, con lo stesso rischio. Al quarto round però si può rischiare più a cuor leggero.

Voto alla scelta: B

Quarto round, scelta numero 108: C Philip Blake

Che il centro fosse il punto debole della nostra linea d’attacco non c’erano dubbi. Si è scelto di rinforzare la linea con il centro di Baylor, lo stesso che ha sostituito al college J.D. Walton, ora il titolare dei Broncos. I due si ritroveranno a giocarsi il ruolo di titolare, con Blake che potrà essere utilizzato anche come guardia. La sua carriera al college lo ha visto snappare per Robert Griffin III, la scelta numero due assoluta. Dovrebbe essere un buon punto di partenza.

Voto alla scelta: B

Quinto round, scelta numero 137: DE Malik Jackson

Altro uomo di linea difensiva che fa della caccia al qb la sua caratteristica principale. Il ruolo ci serviva e il giocatore andrà verificato sul campo. Di certo sembra una mossa giusta a questo punto del draft. Forse un pelo leggerino per giocare contro le corse, ma se rimarrà in squadra il suo ruolo sarà limitato alla pass rush.

Voto alla scelta: B

Sesto round, scelta numero 188: OLB Danny Trevathan

Non un fisico enorme, leggermente basso e leggero per un linebacker ma molto redditizio al college dove ha collezionato un numero di tackle incredibile in tutte le stagioni disputate. Può ricordare Wesley Woodyard e inizialmente almeno negli special team dovrebbe dire la sua. Anche qui la scelta arriva in un ruolo in cui serviva quindi non può essere negativa.

Voto alla scelta: C

In conclusione, quello che mi è piaciuto del draft è che si è preferito guardare i numeri sul campo dei giocatori scelti, quindi la reale produzione, piuttosto che i numeri della combine, spesso traditori. Le posizioni in cui avevamo bisogno sono state coperte tutte, anche se le scelte degli uomini e dei round in cui sono stai scelti lasciano un po’ pensierosi, sopratutto un qb al secondo round.

La cosa che non mi piace però è che come dice Elway in un draft si cercano tre titolari. Io qui faccio fatica a trovarne anche solo uno.

Derek Wolfe vedrà molto il campo ma probabilmente solo in una rotazione, così come Hillman verrà impiegato almeno part-time. Il terzo a vedere il campo potrebbe essere il C Philip Blake e Omar Bolden al massimo come quarto cornerback in una dime defense. Insomma i tre titolari “sicuri” io non li vedo, per questo il voto complessivo al draft non è positivo. Direi un C- per essere ottimisti.