12

Dec 11

Denver Broncos vs Chicago Bears 13-10 (OT)

Incredibile. O forse dobbiamo cominciare a crederci davvero?

Sesta vittoria di fila, record ora di 8-5, primo posto nella division in solitaria, complice la disfatta dei Raiders (prevedibile) contro i campioni dei Green Bay Packers.

Certo, alla vigilia non era così impensabile credere in una vittoria dei Broncos, reduci da un’ottima striscia positiva e con Chicago incerottata (fuori Cutler e Forte) le speranze c’erano. A fare paura era la forte difesa dei Bears, più che l’attacco.

E proprio la difesa dei Bears è quella che ha dato problemi ai Broncos. In grado di fermare bene le corse, anche grazie alla non buona condizione fisica di Willis McGahee, hanno costretto l’attacco in divisa blu a un punt dietro l’altro. Come ormai sempre accade l’attacco ci mette molto a carburare. I giochi chiamati sono sempre prevedibili, corse sui primi due down e passaggio al terzo, con le difese avversarie che ormai hanno capito la mossa non faticano a contenere.

Se poi ci si mettono anche i ricevitori, ieri almeno 5 drop clamorosi tra Decker e Thomas, a rovinare i tutto sommato buoni passaggi di Tim Tebow, è chiaro che l’attacco non ha possibilità di fare nulla contro difese forti come quella di Chicago.

La nota positiva è che anche la difesa dei Broncos è in ottima condizione, non fatica a limitare un attacco, quello dei Bears, che oltre al running back Marion Barber ha poco da offrire. Il qb Caleb Hanie che sostituisce l’infortunato Cutler fatica a orchestrare drive interessanti e si assiste alla fiera dei punt per tutto il primo tempo (cinque per Chicago e tre i Broncos). Il risultato è un deprimente 0-0 calcistico a metà partita.

Due dei drive offensivi dei broncos si sono conclusi in modo pessimo, il primo con un field goal di Matt Prater apparentemente facile dalle 24 yards che viene bloccato dalla difesa avversaria, l’altro quando in un gioco rotto Tebow trova un lancio sulla sideline che però viene intercettato da Charles Tillman che con un grande gioco di gambe riesce a rimanere in campo sulla ricaduta. E’ il secondo intercetto in stagione per Tim Tebow.

Il secondo tempo si apre come il primo, scambio di punt e Devin Hester che dopo 4 fair catch di fila, appena ha la possibilità dimostra a tutti il suo valore, che lo rende uno dei ritornatori più pericolosi di sempre, inventandosi un punt return da 26 yards con dei numeri da circo e dando ai Bears la migliore posizione di partenza fin qui.

Chicago ne approfitta e chiude il drive con il touchdown su corsa di Marion Barber dopo l’ennesimo tackle mancato di Rahim Moore (si capisce perchè ha perso il posto da titolare a favore di Quinton Carter, nonostante le potenzialità). 6 giochi e 42 yards guadagnate dai Bears, con la difesa Broncos un po’ sulle gambe. 7-0 il punteggio e visto il tipo di partita sembra già abbastanza.

L’attacco dei Broncos non riesce proprio a carburare, e dopo altri due punt chiude il terzo quarto con solo three and out e solo 16 yard guadagnate.

I Bears ne approfittano mettendo a segno un ottimo field goal dalle 57 yards e portano il risultato sul 10-0. Siamo nell’ultimo quarto e quando Tebow viene sackato, perdendo il pallone sembra la fine davvero.

Ma la difesa tiene, costringe al punt altre due volte i Bears e ridà palla all’attacco quando mancano 4:43 alla fine del match e il punteggio è 10-0 Chicago. Sembra finita.

Ed è qui che che succede l’incredibile, si entra nel Tebow Time, o meglio nel Broncos Time come suggerisce lo stesso Tim Tebow in conferenza stampa.

Tebow e l’attacco dei Broncos prendono palle senza più time out a disposizione, cercando l’impresa. Tutto quello che non era riuscito fino a questo momento, di colpo sembra possibile, quasi facile. Tebow non sbaglia più un passaggio, i ricevitori hanno la colla nelle mani, la linea d’attacco concede tempo al qb e crea spazi per le corse. Un gioco dopo l’altro Tebow pesca due volte Lance Ball, due volte Jeremiah Johnson, una Matt Willis e due Demaryius Thomas, per il touchdown conclusivo del drive che vale il 10-7 e lascia sul cronometro 2:08 da giocare.

Sembra un film già visto, serve un miracolo, stoppare l’attacco avversario senza avere time out e poi con la palla in mano segnare almeno un field goal. Sembra impossibile ma non c’è nessuno che stia guardando il match allo stadio o in tv che non ci crede. Può succedere e succederà. Si aspetta solo di vedere come.

I Broncos provano l’onside kick, la palla salta sopra tutte le teste dei giocatori e finisce incredibilmente nelle mani di Wilhite, cornerback dei Broncos, che però viene urtato da un suo compagno e non riesce a trattenere la palla, che poi viene recuperata dai Bears.

L’opportunità c’è stata ma stavolta la fortuna non ha aiutato i Broncos, sembra davvero finita.

I Bears con un primo down chiuderebbero la partita. Ci provano con le corse, la prima viene stoppata bene, two minute warning. Si riprende con la nuova corsa dei Bears e qui accade l’imprevisto. Marion Barber corre bene per due tre yard sull’esterno e incredibilmente al posto di farsi placcare in campo, con un colpo di follia pura esce dal campo sulla sua corsa, fermando così il cronometro!

Questo carica la difesa che con uno stop sul terzo down successivo ridarebbe palla all’attacco e a Tim Tebow, con pochi secondi per cercare il miracolo.

E lo stop arriva, Bears costretti al punt che avviene, ritorno fermato subito e palla a Tim Tebow sulle sue 20 yards con 56 secondi e nessun time out. Bisogna portare avanti la palla per almeno 40 yards e sperare poi nel field goal di Prater.

Ma è il Tebow Time, si sente nell’aria che anche questa volta ce la farà. Passaggio per Decker di 9 yards con uscita dal campo per fermare il tempo. Passaggio per Lance Ball e 11 yards guadagnate, spike per fermare l’orologio. Palla sulle 40 yards di Denver, ne servono ancora almeno venti. Passaggio per Matt Willis da 19 yards sulla sideline e uscita dal campo. Siamo in zona field goal. Un paio di incompleti e poi Tebow che guadagna una yard uscendo dal campo, bravo a non commettere errorri e non perdere terreno, anche un metro in questo caso è decisivo.

Mancano 6 secondi e si arriva al field gola di Matt Prater che è dalle 59 yards, davvero difficile. Ma anche lui è nel Tebow Time e lo realizza!! Si va in overtime.

L’inerzia è tutta dalla parte dei Broncos, Chicago non crede ai propri occhi e non si capacita di come abbia fatto a non chiudere una partita già vinta. Ma non è ancora finita, il sorteggio da la palla ai Bears, che conducono ottimamente il primo drive correndo fino oltre la metà campo ed arrivando quasi in raggio da field goal. Senza nemmeno dare l’opportunità ai Broncos di toccare la palla. La magia sembra finita.

E invece sull’ultima corsa Marion Barber rompe un tackle e si avvia verso quello che sembra un touchdown quasi sicuro, ma Wesley Woodyard compie l’impresa, strappandogli il pallone dalle mani e il fumble viene recuperato da Elvis Dumervil.

La palla torna a Tim Tebow e tutto procede secondo quella illogicità che a Denver sembra ormai consuetudine, quando tutto sembra perduto, succede sempre qualcosa che da un’ultima possibilità a Tebow e ai Broncos. Possibilità che il giovane dalla Florida è maestro a saper sfruttare questi momenti.

Il drive successivo è quasi una formalità, altri due ottimi passaggi per Demaryuis Thomas e un paio di corse di Tebow portano al field goal di Matt Prater dalle 51 yards, che potrebbe dare la vittoria ai Broncos.

E Prater non sbaglia, vittoria ottenuta e striscia positiva portata a 6 vittorie. Tim Tebow è 7-1 come titolare, e nel finale ha dimostrato di saper muovere la palla anche coi passaggi e non solo con le corse.

Il miracolo a Denver continua…

4 Comments

  1. Mauro says:

    …non succederà …. ma se succedesse ….

    ormai è questo il motto …soprattutto negli ultimi 5 minuti … soprattutto nell’overtime ….

    una sola nota tecnica …qualcuno dice che tebow non sa lanciare …ma basta rileggersi le statistiche nei tre drive fondamentali ….

    7 su 7 nel drive del td che ha riaperto la partita col td pass a thomas… e il campo ricoperto in 2 minuti e moneta ….

    3 su 3 nel drive che ha portato in 40 secondi (o meno) dalle proprie 20 alle 40 avversarie …prima di due passaggi sbagliati a cercar di vincerla …e prima del fg impossibile da 59 yards..

    e altri 2 su 2 prima di due corse decisive nel drive dell’ot ….

    e chi dice che non sa lanciare?

    diciamo che lancia bene solo quando gli sale l’adrenalina ….

    e teniamocelo stretto …perchè questo è meglio del mitico …

    …non succederà ….ma se succedesse ….

    mauro

  2. zio111 says:

    E’ esattamente come dici tu, in tutte le sei vittorie si è visto che quando conta i passaggi gli escono bene.

    Non sarà mai stilisticamente perfetto e concreto, ma quando serve si fa valere.

    L’unica considerazione che si può fare, è che quando lui inizia a completare passaggi la situazione è sempre la stessa, cioè difese allungate per non concedere punti o yards sul profondo e quindi meno attente a chiudere sul medio – corto raggio, dove lui completa i suoi passaggi.

    Forse queste difese sono più inclini a concedere passaggi purchè corti, piuttosto che farsi scoprire sul profondo e quindi (forse) è un pelo più facile completare passaggi in quei momenti.
    Certo che con Tebow rischi perchè lui poi ti può anche correre in faccia se gli lasci troppe yards, come i Jets sanno bene.

    Quello che mi ha impressionato di più perà è stata la capacità di gestire il cronometro, con così pochi secondi e zero time out, è stato bravissimo a non concedere sack, a non lanciare nel mezzo del campo (voleva dire perdere troppo tempo prima del gioco successivo) e non correre in mezzo. Davvero una freddezza da campione.
    Il resto si può imparare.

    Non succederà… ma se succedesse…

  3. alessandro says:

    …non succederà …. ma se succedesse ….

    stavolta però faticavo a crederci persino io, soprattutto nel drive dei Bears in overtime e invece ancora il miracolo incredibile:

    there’s something magical about that guy.

    in attacco siamo però troppo prevedibili giochiamo bene solo quando siamo sotto nel punteggio o come domenica in situazioni disperate.

  4. Mauro says:

    Tutto vero …

    Il ragazzo deve ancora farsi …
    Giochiamo bene solo quando siamo disperati…
    Quando siamo disperati le difese ci lasciano spazio sul corto e medio…
    Abbiamo ricevitori così così …

    Ma resta una capacità di vincere e di produrre comeback che in 20 anni che vedo football ho visto solo in John Elway …

    …non succederà …ma se succedesse ….

Leave a Reply