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Sono passate poco meno di 24 ore dalla partita e le sensazioni non sono cambiate. Resta negli occhi e nella testa la delusione fortissima per una sconfitta ottenuta nel modo peggiore, senza mai essere in partita, senza mai lottare, dando l’impressione di essere totalmente inadeguati ad un appuntamento di questa importanza, la partita delle partite. Un esito del genere era difficile da prevedere, la stagione è stata grandiosa, un 140203010741-denver-broncos-peyton-manning-super-bowl-xlviii-single-image-cutrecord abbattutto dopo l’altro, l’attacco migliore della storia NFL (almeno a volere guardare i numeri messi nei libri dei record) che si presenta all’atto finale per chiudere in bellezza. Si pensava fosse l’occasione per festeggiare Manning e la sua carriera da futuro Hall of Fame senza il minimo dubbio, fresco del quinto titolo MVP appena vinto, poteva essere l’occasione per Champ Bailey di suggellare con l’anello 15 anni di football ai massimi livelli e mai, prima di ieri, l’apparizione al Super Bowl. Si voleva festeggiare Elway, che da giocatore 15 anni fa alzava al cielo il Vince Lombardi Trophy e da dirigente massimo dei Broncos ha riportato sul tetto del mondo questa squadra. Si voleva festeggiare John Fox, reduce da problemi cardiaci che ne avevano messo in dubbio la carriera e che ha “avuto paura di morire” e solo poche settimane dopo si ritrova amante ancora di più del suo “lavoro” e con la possibilità di vincere il match più importante.

C’erano tante belle storie in attesa del lieto fine, li a portata di mano, solo da scrivere. C’erano tutti i presupposti per chiudere al meglio la stagione. Certo non c’era la sicurezza di vincere. La stagione dei record aveva lasciato comunque ben visibili alcuni punti deboli che questa squadra ha ed ha avuto per tutto l’anno. La difesa non eccelsa, l’attacco sulle corse buono ma non fenomenale, la poca tendenza a creare turnover e dunque i pochi palloni recuperati agli avversari. Tutti punti deboli che si accoppiavano al meglio (o al peggio) con i punti di forza di Seattle, a cominciare dalla sua dominante difesa ultra fisica, al suo gioco di corse schiacciasassi e alla capacità del suo qb Russel Wilson di creare buone giocate dal nulla, eludendo la pressione della difesa avversaria con la sua mobilità. Insomma Seattle era tutt’altro che la vittima sacrificale di turno alla vigilia del match ma aveva tutte le carte in tavola per giocarsi ad armi pari la sfida. Ecco, ad armi pari però.

Invece l’ha dominata dal primo secondo all’ultimo. Non c’è mai stata una partita, non c’è stato un confronto tra due squadre al top della lega, una non è mai arrivata allo stadio e in questa partita non ci è mai entrata. Francamente, trovare i motivi, è difficile. Sono convinto che se si SB48StiffArm_1391393185272_2232339_ver1.0_640_480rigiocasse questo match 10 volte, Denver vincerebbe più della metà delle sfide. Non è inferiore a Seattle, ha più armi dalla sua per vincere una partita di football. Purtroppo però i Super Bowl non sono una serie di sfide, dove la più forte può venire fuori alla distanza, ma sono 60 minuti di football in cui bisogna dare tutto quello che è rimasto nel serbatoio al termine di una stagione massacrante. Seattle ha dato tutto, fisicamente ha dominato ogni duello in ogni angolo del campo, dalle trincee sulle due linee, agli scontri tra ricevitori e secondarie, con una fisicità che i Broncos non solo non hanno a disposizione, ma probabilmente non hanno nemmeno mai dovuto fronteggiare in stagione tra gli avversari incontrati. Non erano pronti a una sfida di questo livello fisico. La maggiore qualità e tecnica nulla ha potuto ieri di fronte alla voracità con la quale i giocatori di Seattle si buttavano nei contrasti, nei placcaggi, nei blocchi. I Broncos sono stati umiliati, storditi e spaventati prima di tutto fisicamente. Gli sguardi dei giocatori durante il match erano spaesati, impauriti, increduli, impotenti.

In questi casi, di fronte ad una prestazione così disarmante in tutte le fasi, trovare una spiegazione tecnica alla sconfitta è impossibile. Dal primo snap del match, perso in maniera comica dall’attacco per un’incomprensione tra Manning e il centro Ramirez e che ha determinato la safety e quindi il vantaggio di Seattle, è stata una fiera degli errori/orrori da parte dei Broncos. Intercetti, fumble, penalità, difesa fatta a fette, attacco incapace di guadagnare yards e imbastire un drive degno di questo nome, special teams ridicoli con punt di 30 yards e ritorno da kickoff in cui si è concesso il TD alla prima azione della ripresa, quarti down non convertiti e errori di tutti i reparti e in tutti i momenti del match. Davvero tutto quello che si poteva sbagliare lo si è sbagliato. Non c’è mai stata la sensazione che i Broncos potessero rientrare in partita, è stato un trionfo di Seattle durato 60 minuti. I meriti dei Seahawks non vanno sminuiti, come già detto, è una squadra giovane, forte fisicamente, con una delle difese più forti mai viste su un campo da footbal negli ultimi anni (insieme ai grandi Bears e ai Ravens dei primi anni 2000), con un qb al secondo anno già maturo e talentuoso il giusto per capire quando forzare e quando non rischiare la giocata stupida e alcuni playmakers offensivi come il running back Lynch e il ricevitore Percy Harvin, utilizzato con schemi intelligenti anche su corse per sfruttarne la sua velocità, così come sui ritorni di punt e kick off. Insomma un’ottima squadra ma una squadra assolutamente battibile per quello che la stagione e anche i playoffs avevano messo in luce.

Sarebbe facile ora puntare il dito su Manning, parlare di non vincente, di braccino, di mancanza di carisma e di tenuta psicologica nei momenti che contano della stagione. Non credo sia giusto. Quest’anno è stato il suo miglior anno, i numeri non mentono mai, ma non dicono tutto certo. Manning ha perso esplosività, ha perso potenza sui lanci lunghi, ma ha compensato con un’intelligenza e un’abilità nel prendere decisioni che ne compensava i limiti fisici che stanno aumentando con l’avanzare dell’età. Come giustamente detto da un suo compagno di squadra SB48SmithScores_1391389041184_2232324_ver1.0_640_480durante le interviste post-partita, Manning non è la causa della sconfitta di ieri, ma è il motivo per cui i Broncos sono arrivati al match di ieri. Anche lui ieri ha tradito certo, come tutti gli altri 45 giocatori in campo e come anche il coaching staff. E’ stata una sconfitta in cui non c’è un colpevole solo, ma tutti hanno dato il loro peggio nel momento più delicato e importante. Questa esperienza servirà ad alcuni per maturare ancora di più, per non sentirsi arrivati, per realizzare che Manning è stato determinante nel nascondere i limiti che altri giocatori hanno e che le vittorie meritate della stagione regolare hanno forse montato troppo la testa dei giocatori meno importanti e ne hanno coperto i difetti e i limiti. L’anno prossimo tante cose cambieranno, ci saranno giocatori nuovi e alcuni punti cardine di questa squadra se ne andranno perchè free agent e il salary cap difficilmente permetterà di tenerli tutti (Decker, Beadles, Moreno, Rodgers-Cromartie, Phillips saranno tutti FA), non è nemmeno certo che Manning sia in grado di ripetere, con un anno in più sulla carta d’identità, una stagione ad un livello così alto. Insomma, non c’è certezza, la sensazione è che questo fosse davvero l’anno perfetto per vincere e che forse potrebbero non esserci altre opportunità a breve. Tutti discorsi che verranno affrontati con calma, con l’esperienza e il peso di questa sconfitta che non lasceranno l’ambiente per molto tempo.

Il viaggio continua.

temp130905_PeteEklund102--nfl_mezz_1280_1024Questa volta la sopresa non c’è stata e il pronostico che vedeva i Broncos come certi vincitori della sfida, è stato rispettato, non senza qualche brivido. I Broncos scendono in campo col ritrovato Wes Welker (con un nuovo casco anti traumi fin troppo grande) ma senza Von Miller e Derek Wolfe in difesa. Champ Bailey è della partita ma non parte titolare, così come Woodyard ancora dietro a Paris Lenon come MLB. Denver parte alla grande, la difesa realizza subito due sacks nei primi giochi e blocca ottimamente le corse dei Chargers togliendo così opzioni a Rivers e all’attacco di Mike McCoy, ex della sfida. Dall’altro lato del campo, al primo drive Peyton Manning realizza il primo td della partita con un passaggio corto per D. Thomas, a chiudere un drive ottimo fatto di un bel mix di corse e passaggi corti. Il punteggio si orienta subito dalla parte dei Broncos e il match prosegue con questo copione per tutto il primo tempo. I Chargers restano a secco anche nei drive successivi, merito di una difesa di Denver che sembra lontana parente di quella vista in regular season. In attacco è la linea offensiva a dominare gli avversari, aprendo varchi per le corse di Moreno e Ball e lasciando a Manning sempre molto tempo per lanciare praticamente indisturbato. Sembra il preludio a una passeggiata, tutto gira per il verso giusto e i Broncos dominano in lungo e in largo, ma manca qualcosa all’appello. Mancano infatti i punti sul tabellone. Alcuni episodi girano dalla parte sbagliata, come quando Julius Thomas commette un fumble dopo una ricezione che interrompe il drive offensivo e rimette il pallone nelle mani di Rivers. La difesa non concede nulla e arriva poi il TD di Welker, che chiude un drive simile al primo con un passaggino laterale corto in endzone con i Broncos che allungano sul 14-0. Denver controlla anche il tempo correndo molto e i drive offensivi sono mediamente lunghi, ma quando ci sarebbe da uccidere la partita è Decker a frenare gli entusiasmi inciampando da solo e autoplaccandosi mentre era lanciato indisturbato verso l’endzone su un punt return. Peccato. Il drive parte e vede Manning arrivare vicino all’endzone per quello che sembra essere il preludio al terzo td di giornata, ma invece dopo due tentativi falliti arriva perfino l’intercetto di Butler in endzone che chiude il primo tempo senza altri punti. Il punteggio è “solo” 14-0 e la sensazione è che i Broncos avrebbero dovuto avere un distacco un più ampio e la partita in cassaforte, invece il match è ancora molto aperto. Nella ripresa ancora occasioni sprecate dall’attacco con un paio di brutti drop dei ricevitori e i Broncos che riescono solo a segnare un field goal con Matt Prater. A questo punto il match gira, i Chargers, come era prevedibile, prima o poi sarebbero riusciti a segnare, e lo fanno nell’ultimo periodo approfittando dell’uscita dal campo di Chris Harri Jr. Il cb subisce un infortunio al ginocchio (stagione finita per lui) e lascia il campo. Rivers è bravo a colpire a freddo il suo sostituto (e suo ex compagno a San Diego) Quentin Jammer che sembra non capirci molto. Battuto più volte sul profondo i Chargers arrivano al td che riapre il match sul 17-7. L’inerzia del match comincia a girare spostandosi dalla parte degli ospiti e tra i tifosi comincia a farsi largo il brutto ricordo dell’anno passato e della sfida contro i Ravens che ancora brucia.

Manning puntuale

Per fortuna questa volta la storia va diversamente, i Broncos non si fanno trovare impreparati e grazie anche a una penalità della difesa avversaria su un terzo down, orchestrano un bel drive che chiudono con tre belle corse di Moreno fino a superare la linea di meta e realizzare il td del 24-7 che ridà ossigeno e tiene a distanza di sicurezza i Chargers. La partita però non è ancora finita, San Diego gioca il tutto per tutto usando tutti e 4 i down e trova il secondo td di giornata per il WR Allen riportandosi sotto nel punteggio. Il kickoff successivo è un onside kick che i Chargers recuperano dandosi una bella carica di adrenalina e spaventando i Broncos, ma la difesa risponde alla grande prima col sack di Shawn Phillips (secondo di giornata per lui) e poi forzando l’incompleto di Rivers e costringendo i Chargers ad accontentarsi del field goal, che fissa il punteggio sul 24-17 con ancora poco meno di 4 minuti da giocare. La palla questa volta viene calciata lunga e Manning ha la possibilità di orchestrare l’ultimo drive per addormentare la partita e far finire il tempo sul cronometro. Si inizia subito male con una penalità della linea e con una corsa negativa di Moreno, seguito da un incompleto. Siamo già al terzo down con 17 yards da prendere e qui Manning non sbaglia, pesca sulla sideline un liberissomo Julius Thomas per 21 yards e chiude il down. Pochi giochi dopo ancora terzo down, questa volta con 6 yards da prendere e a differenza delo scorso anno contro i Ravens non si corre ma si lancia. La fiducia in Manning è totale e il campione col numero 18 non delude, pescando ancora il TE Thomas per la conversione del down che mangia altro tempo sul cronometro e lascia la palla in mano ai Broncos. E’ poi Moreno, tre giochi dopo, a guadagnare con una corsa su un terzo e 1, il primo down che mette la parola fine al match e manda i Broncos alla finale di conference. Manning è stato protagonista di una prova concreta, positiva, solida anche se non spettacolare, ma finalmente ha dimostrato nel momento decisivo del match di prendersi la squadra sulle spalle e di non sbagliare, anche se la strada per il successo finale è ancora lunga e sempre più complicata.

Decisive le corse.

temp9Hays--nfl_mezz_1280_1024La partita è stata vinta con merito e solo i Broncos potevano rovinarsi da soli la festa. Ci hanno provato nell’ultimo quarto ma per fortuna hanno rimesso le cose a posto grazie all’attacco. E’ stato decisivo Manning con la conversione di due terzi down nei minuti finali, ma in tutto il match la chiave per mantenere il controllo sul risultato è stata l’efficacia del gioco sulle corse. Nel match di regular season perso contro i Chargers proprio le corse erano mancate, con sole 18 yards guadagnate, mentre ieri il gioco di corse è stato dominante. Moreno, sempre più importante per questa squadra, ha corso 23 volte per 82 yards con 1 td. A questi si aggiungono i numeri del rookie Montee Ball, che sta migliorando a ogni gara, che con le sue 52 yards su 10 tentativi ha dato il cambio di passo giusto quando Moreno doveva respirare, senza interrompere la fluidità dei drive. La coppia Moreno – Ball sta diventando un arma importante per questo attacco già fortissimo sui passaggi e contro squadre sempre più forti poter disporre di un credibile gioco di corse è fondamentale.

Difesa da oscar, per tre quarti

La nota lieta del match è stata senza dubbio la difesa. Nei primi tre quarti è stata praticamente perfetta, tanto da meritarsi a fine gara i complimenti di coach Fox. Tanta pressione su Rivers, con tre sacks (il quarto arriverà temp12Bakke--nfl_mezz_1280_1024nell’ultimo periodo) all’attivo e ottima barriera sulle corse a bloccare Ryan Matthews e i D. Woodhead, fermati rispettivamente a 29 e 26 yards guadagnate. L’assenza di Miller non si nota, Phillips, Jackson e il nuovo arrivato Mincey mettono a segno i sacks che rallentano l’attacco dei Chargers, e i linebacker, aiutati dalla linea e dalle safety, si occupano di bloccare le corse con un costante successo come era capitato poche volte in stagione regolare. La difesa è ottima e tiene a zero i punti dei Chargers per i primi tre quarti. Il punto di svolta però è l’infortunio del cb Chris Harris Jr. Harris passa spesso inosservato perchè non fa molti intercetti, ma c’è un motivo, contro di lui i qb avversari lanciano poco, perchè le sue coperture sono sempre ottime. Inoltre è il terzo cb NFL per peggior rating del qb avversario quando lancia sul ricevitore da lui marcato, statistica che lo mette di diritto tra le pedine fondamentali della difesa dei Broncos. Purtroppo il suo infortunio ha aperto il campo ai ricevitori avversari. Quentin Jammer, che l’ha sostituito, è stato battuto più volte sul profondo e in un paio di volte è stato sorpreso completamente fuori posizione. Bailey evidentemente non è ancora pronto per giocare sull’esterno ed è stato tenuto in mezzo al campo come nickel cornerback, per sfruttare più il suo senso della posizione che non la sua velocità, chiaramente ridotta dall’età e dall’infortunio al piede patito in stagione.

Ancora una volta Brady

Per fortuna i danni sono stati limitati, certo è che con Harris fuori, Jammer non sembra la risposta per la prossima sfida contro i Patriots di Tom Brady. Non si può concedere un lato del campo al qb di New England altrimenti sono guai. I Broncos dovranno trovare una soluzione, che va da Bailey, al rookie Webster a Tony Carter (anche lui acciaccato) allo stesso Jammer. Nessuna di queste ipotesi da garanzie assolute e questa sarà sicuramente una delle chiavi del match che ci attende per poter arrivare al Super Bowl. Il resto del copione sarà sempre lo stesso, cercare di installare un gioco di corse sufficiente a tenere fuori dal campo Brady il più possibile e garantire a Manning quella imprevedibilità che gli dovrebbe consentire di mettere punti a tabellone. E’ probabile che la partita arrivi a punteggi alti e ogni errore sarà decisivo. Per Manning è la sfida delle sfide, i record sono tutti per lui ma Brady è stato più vincente e difficilmente sbaglia nei momenti decisivi, quello che invece fino a questo momento della carriera sembra essere l’unico limite di Peyton. Sarà una partita in cui non c’è una squadra favorita e in cui la tensione sarà ai massimi livelli. Si dovrà sfruttare il fattore campo e il pubblico sarà importante come lo è stato ieri, silenziosissimo con la palla a Manning e in delirio per infastidire l’attacco avversario. Contro Brady, certamente più abituato a questi momenti di Rivers, potrebbe non bastare, ma la carica che uno stadio caldo può dare sarà importante per i Broncos.

MHC MVP: Peyton Manning – 25 su 36 per 230 yards, 2 td e 1 int, 93.5 qb rating

AFC West Champions

La partita contro Houston, sulla carta facile visto che si affrontava la squadra col record peggiore della lega, serviva a verificare che non ci fossero cali di tensione e che la concentrazione rimanesse alta. C’erano obiettivi temp131222_Hays30--nfl_mezz_1280_1024ancora da raggiungere, come vincere la division e guadagnare uno dei primi due posti nel seed AFC per i playoffs, in modo da garantirsi una settimana di riposo e il fattore campo nel divisional. Obiettivi raggiunti entrambi a mani basse, con una partita solida che ha visto i Broncos dominare gli avversari e prendere il largo nel punteggio nel secondo tempo. I Texans schieravano in cabina di regia Matt Schaub reduce da un infortunio e consapevole che la sua avventura a Houston è giunta al capolinea, non poteva essere lui il pericolo per i Broncos. Denver doveva dare una risposta alla brutta sconfitta della partita scorsa contro i Chargers e la risposta è arrivata. Un primo tempo fin troppo equilibrato dove i Broncos dimostravano di essere la squadra più forte ma avevano un po’ le polveri bagnate vicino alla endzone portava il risultato all’intervallo sul 16-6 per gli ospiti. Nel terzo quarto l’unico vero passaggio a vuoto dell’attacco quando Manning ha lanciato ben 6 incompleti di fila, cosa mai avvenuta prima in stagione e i Broncos hanno fatto tre pessimi drive da three and out consecutivi (e quattro drive chiusi col punt), riaccendendo il lumicino della speranza per Houston. I Texans in quel periodo hanno messo a segno il loro unico TD di giornata portandosi vicino nel punteggio sul 16-13. Da di li in poi Manning ha deciso che era giunto il momento di chiudere il match e ha infilato tre td consecutivi che allungavano il distacco nel punteggio e davano la vittoria ai Broncos col risultato finale di 37-13. Grazie anche alla contemporanea sconfitta dei Chiefs contro i Colts, i Broncos sono per la terza volta di fila campioni della AFC West, tripletta mai avvenuta prima nella storia di Denver. Complimenti alla squadra e a coach John Fox che nei suoi tre anni come head coach ha portato a casa sempre il titolo di division. I Broncos si sono garantiti anche il diritto di giocare in casa il divisional del playoffs e di saltare la wild card, avendo una settimana di riposo. Resta solo da conquistare il seed numero 1 in AFC che garantirebbe di giocare in casa anche l’eventuale finale AFC. Vincendo domenica prossima contro i Raiders l’obbiettivo sarà raggiunto.

Manning 51

La partita contro i Texans verrà ricordata non solo per i successi di squadra ma soprattutto per i successi personali di Peyton Manning. Il qb ha battutto infatti il record di passaggi da TD realizzati in una singola stagione, che apparteneva a Tom Brady con 50 td. Manning grazie ai suoi 4 td ha portato il record a 51, con una partita ancora da giocare. Il passaggio da record è arrivato nell’ultimo periodo ed è stato ricevuto dal TE Julius Thomas. Manning ha dichiarato al termine del match di essere molto contento per il record, essendo un grande studioso del gioco e della storia della NFL, ma di essere anche ben consapevole che i record sono fatti per essere battuti e che la tendenza NFL degli ultimi anni è molto più orientata verso il gioco sui passaggi. Non sarebbe sopreso se l’anno prossimo fosse proprio Tom Brady a battere nuovamente il suo record. La sua dichiarazione è stata molto elegante, Manning resta uno dei professionisti più seri e meno “personaggi” della NFL di oggi, portando grande rispetto per i suoi avversari e dimostrande anche un filo di umiltà che non fa mai male. Vero che il record è importante ma la sensazione ascoltando le sue parole è che molto più importante sia riuscire a vincere il Super Bowl, piuttosto che avere il proprio nome in quasi tutti i record ma essere ricordato come “perdente” di successo. Questo lascia ben sperare noi tifosi, certi che Manning metterà tutto se stesso per raggiungere l’obiettivo più importante, lasciando i successi personali in secondo piano. Il record di Manning fa riflettere perchè anche durante questa stagione strepitosa e che lo porterà con tutta probabilità a vincere il quinto MVP della carriera, non sono mancate le critiche e i momenti di incertezza attorno a lui. Significativo come si riesca comunque a trovare dei lati negativi, e io stesso l’ho fatto più volte, a quello che in questo momento è senza dubbio il qb più di talento in tutta la NFL. Certo manca ancora l’ultimo passo, dimostrare nei momenti decisivi di essere determinante. Speriamo che anche questo aspetto venga fuori in questa stagione di per se già clamorosa

L’attacco gira a mille

Detto di Manning e del suo record, bisogna elogiare tutti i suoi compagni di reparto che stanno disputando una stagione fantastica. Nonostante l’assenza di Welker, che in alcune occasioni si è fatta sentire parecchio temp131222_Hays19--nfl_mezz_1280_1024soprattutto sui terzi down, i ricevitori restano una garanzia. Thomas e Decker hanno ricevuto più di 100 yards a testa anche domenica realizzando rispettivamente 1 e 2 td. A loro si aggiunge Julius Thomas, 6 ricezioni e un td per lui e stanno trovando il loro spazio anche Andre Caldwell e Jacob Tamme, spesso cercato e pescato da Manning proprio per l’assenza di Wes Welker. A dar manforte al gioco di passaggi, c’è anche un gioco di corse davvero credibile, con Moreno che per la prima volta in carriera supera le 1000 yards di corsa stagionali (76 yards per lui domenica) coronando così la sua miglior stagione da quando è arrivato ai Broncos scelto al primo round del draft. E’ arrivato tardi, ma si può dire che ora sia un running back di tutto rispetto. Il rookie Montee Ball ha risolto (si spera) i problemi di fumble e sta facendo vedere ottime cose, tanto che proprio domenica mi è sembrato molto strano nel terzo quarto, durante il periodo dei sei incompleti di Manning, come non si cercasse di correre di più ma si volesse insistere sui passagi. Ora il running game da garanzie e apre il gioco per i passaggi, nei playoffs questa sarà la chiave contro le difese forti, quindi dimenticarsi per tanto tempo delle corse è una strategia da non ripetere. Se vogliamo trovare un lato negativo dell’attacco dei Broncos di domenica, si può individuare nella linea offensiva che ha concesso un po’ troppo alla difesa dei Texans, facendo subire a Manning qualche colpo che si poteva evitare. Anche le penalità andrebbero ridotte, una costante fino ad ora in stagione, spesso risultano dannose in momenti chiave del match.

Incognita difesa

Se l’attacco sta molto bene ed è certamente il nostro punto di forza, la difesa mi lascia ancora piuttosto perplesso. Domenica si è vista una bella prova del reparto difensivo, capace di limitare il seppur anemico attacco dei tempAP631564221481--nfl_mezz_1280_1024Texans. Sono ritornati anche i turnovers, con gli intercetti di Mike Adams e Dominique Rodgers-Cromartie, che ultimamente erano merce rara da quella parte del campo. Di fronte non c’era certo il nemico peggiore, una squadra senza running back e con un qb in stato confusionale non possono essere un test attendibile anche se prendiamo volentieri atto della bella prestazione. Quello che non mi convince è che ancora una volta è cambiato lo schieramento titolare. Ihenacho è tornato in campo come safety, ma Woodyard è ancora in panchina giocando solo qualche formazione difensiva ad hoc e negli special teams. Al suo posto Paris Lenon, che ha giocato discretamente sulle corse ma sui passaggi è stato pescato un paio di volte lontano dal suo uomo. Questo cambio ancora non riesco a spiegarmelo. Tra i cb, il recuperato Champ Bailey ora è diventato il terzo cb, gioca nelle formazioni di nickel e si occupa del ricevitore in slot, lasciando Chris Harris Jr sugli esterni. Il cambio sembra funzionare, Harris, solido per tutta la stagione, ha giocato la sua miglior partita andando a negare ricezioni importanti ai ricevitori avversari con ottime giocate. L’assenza di Webster per infortunio, sembra brutto dirlo, ma potrebbe essere un bene. Il rookie infatti nonostante le sue enormi qualità atletiche, troppo spesso è stato battuto uno contro uno questa stagione. Ancora tanto tempo in campo per Omar Bolden e ancora non sono convinto delle sue qualità come safety. Insomma l’assetto difensivo non è ancora ben chiaro e questo non può lasciare tranquilli i tifosi in vista dei playoffs.

Von Miller fuori

A questo ci dobbiamo aggiungere che Von Miller, il punto di forza (almeno sulla carta) della nostra difesa, sarà costretto ai box per il resto della stagione e per i prossimi sei mesi almeno. Durante un’azione di gioco si è rotto infatti il legamento crociato anteriore del ginocchio destro e per lui la stagione è finita in quel momento. Ora sulla carta potrebbe essere una perdita determinante per un reparto già traballante come la nostra difesa. Quest’anno però il Von Miller visto all’opera nulla aveva a che fare con quello dell’anno passato. Perse le prime sei partite per squalifica, quando è tornato è stato efficacie solo a sprazzi, alternando partite discrete e promettenti a prestazioni molto opache tanto da prendersi la cazziata pubblica da Jack Del Rio. Insomma un Von Miller direi ampiamente insufficiente e nessuno ci garantisce che avremmo visto il vero Von Miller da qui alla fine della stagione. Certo con lui in campo gli avversari devono tenere sempre gli occhi aperti e qualche raddoppio devono farlo, lasciando più spazio in altre parti del campo, ma se Miller non avesse nettamente migliorato il suo rendimento non sarebbe stato decisivo. Diciamo che l’assenza non è un bene, ma non è così grave, a mio parere, di quello che si potrebbe pensare. Quello che mi preoccupa di più se vogliamo è l’assenza di Wolfe, abile sulle corse, e la mancanza di sacks da parte di Phillips che era partito molto bene quest’anno. Forse sta sentendo un po’ la fatica e speriamo che la settimana di riposo possa aiutarlo a recuperare un le energie.

MHC MVP – Peyton Manning 32 completi su 51 per 400 yards e 4 TD

Un pessimo inizio

Seconda sfida stagionale con i Chiefs, rivali di division e di conference, determinate per stabilire le gerarchie di accesso alla griglia dei playoff. I Broncos due settimane fa hanno vinto la gara in casa e ora devono riconfermarsi in trasferta, per mettere le mani in maniera importante sulla AFC West. Manca Julius Thomas e soprattutto manca Dominique Rodgers-Cromartie, il migliore delle secondarie in questa stagione. Con lui, assente anche la safety Rahim Moore sostituito da temp131201-Hays-11--nfl_mezz_1280_1024Mike Adams. Gioca invece Moreno, che era uscito in stampelle dalla partita precedente contro i Patriots e ritorna in campo Champ Bailey, il grande assente di questa stagione. L’inizio del match per lui però è pessimo, come per il resto della squadra. Le prime ricezioni sono tutte verso i ricevitori coperti da Bailey che si dimostra non ancora pronto e non certo al livello a cui ci ha abituati. Jamal Charles è difficile da contenere e si arriva ben presto vicino alla endzone per l’attacco dei Chiefs. Quando ormai la segnatura sembra imminente, la giocata di Woodyard, che intercetta un passaggio di Alex Smith in endzone interrompe bruscamente il drive dei Chiefs e smorza sul nascere l’entusiasmo dei padroni di casa. Manning però restituisce il favore pochi giochi dopo, lanciando anche lui un intercetto e lasciando così in parità il match e il conto degli errori. La partita riprende con l’attacco dei Chiefs che continua a mettere in difficoltà la difesa dei Broncos, questa volta riuscendo anche a mettere punti sul tabellone. I Chiefs dopo il primo intercetto infatti infilano tre touchdown consecutivi andando avanti nel punteggio e la partita sembra già prendere la sua strada. Se non bastasse l’attacco dei padroni di casa a mettere in difficoltà la nostra difese, ci si mette anche lo special teams. La giocata di K. Davis è da manuale, riporta in touchdown un kickoff di Matt Prater con una corsa di ben 104 yards, seppur inseguito da Bruton e Bolden, due dei più veloci difensori dei Broncos. L’attacco guidato da Manning oggi non sembra ai suoi massimi livelli e si accende a drive alterni. Dopo l’intercetto Manning riesce a realizzare il touchdown pescando Decker con un bellissimo passaggio da 41 yards ma nel drive successivo è di nuovo intercettato dalla difesa avversaria e le cose si rimettono male. Gli errori di Manning iniziano a essere un po’ troppi e non sembra la sua partita.

Decker stellare

Il primo tempo si chiude con i Chiefs in vantaggio solo per 21-14 perchè fortunatamente i Broncos riescono nel finale di secondo quarto a riportarsi sotto grazie a un bel drive offensivo, chiuso con la segnatura di Moreno su screen pass da 3 tempAP447074344033_1--nfl_mezz_1280_1024yards di Manning. All’intervallo le sensazioni sono di una partita complicata, ma ancora aperta. Dopo il pessimo inizio ci sono ancora tutte le condizioni per ribaltare il risultato, e le chiavi del match sono in mano all’attacco che per ora sta perdendo il confronto con l’ottima difesa dei Chiefs. Ad aiutare Manning però oggi c’è un super Eric Decker, che non sbaglia una ricezione e viene pescato alla grandissima per tutto il secondo tempo dal qb dei Broncos. Le giocate del duo Manning – Decker rimettono in partita i Broncos che vanno avanti nel punteggio grazie ai tre td del ricevitore numero 87, nei primi tre drive del secondo tempo. Il modo migliore di fugare i dubbi che iniziavano a venire dopo il primo tempo incolore. I Broncos ora controllano il match in vantaggio 35-21 a pochi minuti dopo l’inizio dell’ultimo periodo. I Chiefs provano a rifarsi sotto e si avvicinano con la meta realizzata da J.Charles  ma non basta e i Broncos riescono a limitare i danni consumando a sufficienza il tempo sul cronometro e portano a casa una vittoria determinante per la division e per i playoff dell’AFC. Decker è stato il grande protagonista del match, per lui 8 ricezioni per 174 yards e ben 4 td. Le statistiche di Manning sono alla fine del match più che discrete, nonostante i due intercetti inziali. I numeri dicono 22 completi su 35 tentativi, ben 403 yards e 5 td con un qb rating più che buono di 118 punti.

Finalmente Montee Ball

Non solo gioco di passaggi però nella domenica dei Broncos, come successo nelle ultime giornate le corse stanno diventando un fattore importante. Moreno oggi non ha fatto la sua miglior partita, anzi tutt’altro. Sulle corse ha faticato parecchio e probabilmente ha pesato anche l’infortunio subito domenica scorsa. Solo 18 yard in 15 portate, nonostante il grande impegno in tutte le azioni in cui è stato chiamato in causa. Il suo apporto è comunque arrivato sui passaggi, dove ha rifatto vedere alcune giocate degne di nota, guadagnando molte yards dopo la ricezione. Alla fine per lui 72 yards ricevute con 4 passaggi e una meta. Mancato il suo apporto sulle corse, è arrivata la prima prova importante in carriera per il rookie Montee Ball. Apparso già in crescita nelle ultime giornate, ma con gravi problemi di fumble, domenica è riuscito ad avere un buon controllo del pallone e molta più sicurezza. Sicuramente la strada è ancora lunga ma se riesce a risolvere i problemi con la palla, Ball può essere davvero un grande running back. Domenica ha conquistato 117 yards con 13 corse e in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa è sembrato ottimo nel centrare i buchi creati dalla linea offensiva, senza troppi indugi e solido a sufficienza da non essere placcato subito al primo contatto. Ha il fisico ideale per il ruolo del running back completo, non un fulmine di velocità e non un trattore ma promette davvero bene. Speriamo la strada intrapresa sia quella giusta.

Champ Bailey molto indietro

Le note positive vanno però messe sul piatto della bilancia con quelle negative, e purtroppo ce ne sono. Champ Bailey è rientrato dall’infortunio ma è in una condizione di forma troppo scarsa per essere presentabile. Sempre battutto dal suo diretto avversario, ha subito ancora dei colpi duri al fisico già acciaccato e questo non può fargli troppo bene. Ma la cosa che fa preoccupare è che per tutto il secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio il buon Champ è stato fatto accomodare in panchina a guardare i suoi compagni giocare. Il rookie Webster e Quentin Jammer, oltre a Tony Carter e Chris Harris Jr hanno giocato da CB. Di certo qualcosa a cui Bailey non era abituato. Il suo apporto è fondamentale e lo sarà ancora di più quando si arriverà ai playoffs. Lui e il, si spera, recuperato Rodgers-Cromartie devono garantire quella copertura sulle secondarie fondamentale per la difesa, che spesso sarà attaccata sui passaggi. Altro non fattore del match e altra delusione di stagione è Von Miller. Ancora una volta un fantasma o quasi. Il suo apporto statistico si riduce a 2 tackle e per un linebacker, seppur con compiti di caccia al qb, è davvero troppo poco. Anche da lui bisogna pretendere di più. Contro Kansas City la difesa non è mai riuscita a mettere pressione su Alex Smith, che esce intoccato dal match. L’assenza di Wolfe toglie ancora più efficacia alla pass rush, e il solo Shawn Phillips non può bastare. Per Wolfe sono ancora indefiniti i tempi di recupero dato che si trova al momento ricoverato in ospedale per accertamenti dopo aver accusato sintomi riconducibili a una crisi epilettica. Speriamo non sia niente di così grave e che la situazione possa migliorare al più presto, anche se proprio a inizio stagione aveva già subito una commozione cerebrale. Insomma la difesa più che sugli schemi va migliorata dal punto di vista delle prestazioni personali. Se i grossi nomi come Bailey e Miller non si rimettono in carreggiata al più presto potrebbe essere dura la strada che conduce al grande ballo.

Grazie coach Del Rio

La buona notizia è che da questa settimana John Fox è tornato a tutti gli effetti a essere il coach dei Denver Broncos e si è detto in splendida forma dopo il riposo forzato. Il lavoro di Jack Del Rio è stato più che discreto, 3-1 il suo record finale e temp131101_Bakke_52--nfl_mezz_1280_1024soprattutto gli è stato riconosciuto da John Elway la grande professionalità e abilità di aver saputo gestire il doppio ruolo di defensive coordinator e head coach contemporaneamente. Proprio a Del Rio, lo stesso Elway ha dedicato il game ball del match contro Kansas City. E’ difficile stabilire quanto ci abbia messo lui nella gestione tattica di queste quattro partite, fase in cui (soprattutto le prime tre) si è corso nettamente di più e si è preservato Manning dal lanciare troppo spesso, un po’ perchè così chiedevano i match, un po’ per il suo problemino alla caviglia. Di certo la gestione Del Rio non ha avuto lati negativi e chi non fosse un osservatore abituale dei Broncos nemmeno si sarà accorto del cambio di head coach. In questi casi i rischi di fare danni sono maggiori delle possibilità di dare valore aggiunto, quindi giudico in maniera molto positiva la parentesi da head coach dei Broncos per Jack Del Rio. Ora bentornato John Fox al comando della squadra, sicuramente il suo apporto farà bene anche solo perchè permetterà una miglior distribuzione della gestione della squadra con Del Rio che tornerà a occuparsi solo di difesa. La situazione dei playoffs è ancora apertissima, coi Broncos al primo posto nei seed AFC davanti ai Patriots e ai Chiefs che inseguono col record di 9-3. La strada è ancora lunga ma almeno le mani sulla division, visto il doppio successo sui Chiefs, sembra che si siano messe, serve solo stare attenti ai passi falsi, a cominciare da domenica prossima quando verranno a Denver i Tennessee Titans.

MHC MVP – Eric Decker 8 ric per 174 yards e 4 TD

 

Enver e Allas… ma dove sono le D?

D di difesa ovviamente. Ieri sera durante il match un giornalista americano ha twittato questa battuta e la faccio subito mia perchè credo che renda benissimo l’idea. Una partita stranissima, un carnevale del touchdown, dove gli attacchi hanno letteralmente dominato le difese avversarie facendo più o meno quello che hanno voluto. A un certo punto sembrava chiaro che chi avesse ottenuto l’ultimo possesso, avrebbe vinto il match, perchè Denver Broncos v Dallas Cowboysgli attacchi sembravano in grado di segnare a ogni drive. I Denver Broncos erano reduci dai 52 punti rifilati agli Eagles, record storico di franchigia e si sono ripetuti mettendone 51. Forse qualcuno poteva aspettersalo, ma quello che non si aspettava la maggior parte degli appassionati è che anche Dallas tenesse lo stesso passo, anzi costringesse i Broncos ad inseguirli nel punteggio nelle ultime battute del match. Dallas è però partita subito forte, con due touchdown nei primi due drive, arrivati con Romo che fa i numeri e pesca i ricevitori come e quando vuole fino alla endzone. I Broncos per contro perdono il pallone nel primo drive per colpa di un fumble di Decker, che dopo un ottimo guadagno si fa però recupare da dietro e si lascia sfuggire il pallone recuperato poi da Dallas. Da li in poi le due squadre non si sono più fermate, infilando drive da touchdown uno dietro l’altro (4 di fila per entrambi in momenti diversi del match) intervallati dall’evento dell’inizio di stagione, il primo intercetto di Manning. Era ovvio che prima o poi sarebbe successo, ed è accaduto dopo 20 td pass quindi non ci si può proprio lamentare anche se l’errore in quell’occasione è piuttosto marcato visto che il lancio è stato fatto più corto rispetto alla traccia di Decker. Romo, straordinaria partita la sua, ne approffitta e rispondendo colpo su colpo a Manning mette in fila ben 506 yards di passaggi e 5 TD con un qb rating di 140. Davvero impressionante!

I 4 giorni di Danny

La difesa dei Broncos però ci ha messo del suo. Già dopo aver concesso almeno 20 punti in ciascuna delle prime quattro partite, riesce a fare molto peggio del previsto. Le statistiche dicono che prima del match era la 30.ma difesa sui passaggi e si vede il perchè. Le Denver Broncos vs Dallas Cowboys, NFLsecondarie iniziano a risentire della mancanza di Bailey in modo importante, così come nel primo tempo la pressione su Romo non è all’altezza. A volte arriva ed è bravo il qb dei Cowboys a liberarsi e pescare il ricevitore libero, ma troppo spesso non si vede nessuno dalle parti del qb avversario. Von Miller avrebbe fatto davvero comodo. Quando poi la fatica inizia a farsi sentire, arrivano anche i sack per i Broncos, 4 alla fine del match ma che sono un po’ bugiardi. Nel senso che non rispecchiano la reale pressione portata con costanza a Romo, ma sono più singoli episodi in cui è stato battuto il bloccatore e si è riusciti a mettere le mani sul qb. L’ultimo però, quello di Phillips è stato decisivo, arrivato sull’ultimo drive dei Cowboys con poco più di due minuti da giocare e punteggio in parità. Sack che apre le porte al gioco decisivo del match. Romo su un secondo e lungo spara verso il suo TE e Danny Trevathan, in grossissima difficoltà per tutto il match, battuto più e più volte nelle coperture sui passaggi, si inventa un miracoloso intercetto in tuffo plastico che rimette la palla nelle mani dell’attacco sulle 25 yards offensive e il two minute warning a un passo. Da li è uno scherzo bruciare il cronometro con le corse e lasciare a Prater il field goal dalle 28 yards che manda i Cowboys a casa sconfitti, quando davvero erano a un passo dall’assaporare la vittoria. E pensare che solo 4 giorni fa proprio Trevathan era stato portato fuori in barella durante gli allenamenti per un infortunio al ginocchio che sembrava serio e che ne ha sicuramente condizionato il rendimento nel match, ma non gli ha impedito di fare la giocata del match.

Moreno c’è

La difesa da brividi può avere solo una parziale giustificazione nelle assenze dei già citati  Miller  e Bailey alle quali si sono aggiunte durante il match quelle di Woodyard (spalla), Ayers e C.J. Harris. A quel punto la difesa era decimata e le secondarie soffrivano troppo i ricevitori dei cowboys. Si doveva fare sicuramente meglio ma senza i primi tre giocatori del reparto è difficile costruire qualcosa. In settimana ci sarà tempo di rivedere tutti gli errori e magari come suggeriva qualcuno cambiare anche qualche schema. Continuare imperterriti con le marcature a uomo, quando non c’è pressione sul qb e quando il personale in campo è la tua seconda o terza scelta si è dimostrato deleterio. Forse inserire un po’ di zona in più avrebbe aiutato i difensori, soprattutto sulle secondarie. Le note positive del match sono come sempre dall’altra parte del campo, l’attacco continua a girare a mille, nonostante il primo intercetto di Manning. La cosa molto incoraggiante è vedere il gioco di corse assumere una dimensione importante, con Knowshon Moreno sugli scudi. Per lui 93 yards su 19 corse con 4.9 di media e 1 Td. Soprattutto però una grinta e una forza fisica inedita per lui, che non cede di una yard di fronte ai placcatori avversari e guadagna sempre yard con il secondo o terzo sforzo. Ottima impressione davvero.

Il record di oggi

Come sempre i Broncos collezionano un record dietro l’altro. Ieri sono arrivati quelli per il maggior numero di TD di Manning nelle prime 5 giornate, siamo a 21 ora, ma il record più curioso di ieri è di Dallas. Infatti è la squadra che ha fatto il maggior numero di punti, uscendo sconfitta dal match. Difatti primo di ieri nessuno aveva perso una partita in cui manniaveva segnato ben 48 punti. Bravi i Broncos a recuperare nel finale e lasciare questo “record” agli avversari. Non è un record ma è comunque un evento raro, il touchdown di corsa di Peyton Manning. Orchestrato in maniera perfetta, sulla goal line i broncos schierano una formazione chiusissima che lascia pensare una corsa dritto per dritto di Moreno. Arriva lo snap e Manning indietreggia lasciando palla a Moreno che si butta nella mischia cercando di entrare in endzone. Le telecamere indugiano sul gruppone per capire se la palla passa la linea di meta o no, quando sullo sfondo si vede Manning corrichiare solo soletto nell’angolo dell’endzone, con il pallone ben saldo nelle mani. La sua finta ha colto di sorpresa tutti, compreso il cameraman del match. Complimenti all’offensive coordinator Gase per la chiamata, davvero imprevedibile.

Una passeggiata domenicale

Record di 5-0 in archivio ora ci attende la prossima domenica una “passeggiata”. A Denver arriva la peggior squadra della lega, i Jaksonville Jaguars. I bookmakers di Las Vegas, solitamente abbastanza precisi, danno i Broncos favoriti di ben 28 punti, ovviamente anche questo è un record. I Broncos dal loro tweet ufficiale fanno una piccola scivolata di stile, scrivendo che i 51 punti di ieri sono gli stessi punti che i Jaguars hanno messo insieme in tutte le 5 partite fin qui disputate. Uscita onestamente fuori luogo e infelice, a cui i Jaguars rispondono sempre via twitter con un laconico “Stay classy, Denver” (=mantenete un certo stile). In questo do ragione alla franchigia della Florida che sta vivendo il peggior periodo da quando è nella lega e non merita di essere umiliata con dichiarazioni di scherno. In più è strano che i Broncos, da quando c’è Elway alla guida molto attenti alla comunicazioni, abbiano fatto questa caduta di stile. Credo che alle PR di Denver sia già arrivata una bella lavata di capo.

MHC MVP: Knowshon Moreno – 19 corse per 93 yards, 1 TD – 5 ric. per 57 yards

Manning, what else?

Denver Broncos vs. Philadelphia EaglesAlla vigilia poteva essere una partita complicata, arrivava a Denver la squadra con il miglior gioco di corse della lega e un attacco imprevedibile. Il qb Micheal Vick, con le sue corse, avrebbe potuto creare molte difficoltà alla difesa dei Broncos, fino ad oggi ottima ma messa alla prova solo da qb standard. L’abilità di Vick di correre e creare situazioni imprevedibili da giochi rotti creava qualche apprensione nell’approcio al match. Nulla di tutto questo, al fischio finale i Broncos battono il record per punti segnati in un singolo match, ben 52 e la partita resta in equilibrio solo per pochi minuti nel primo quarto. Manning non smette di giocare da alieno, anzi se possibile migliora ancora. Mette a referto altri 4 TD pass e arriva così a 16 in stagione contro zero intercetti. Statistiche da record ovviamente (mai nessuno come lui nelle prime 4 giornate di stagione) e una padronanza dell’attacco mai vista. Il livello della qualità del gioco del numero 18 è al livello più alto della sua carriera e vedere l’attacco dei Broncos girare così è una libidine per chi solo due stagioni fa aveva Orton e Tebow al comando. Si sbaglia pochissimo, i giochi sono sempre vari, la precisione è chirurgica e tutto filo a meraviglia. La facilità con cui i Broncos mettono punti a ripetizione sul tabellone è disarmante per gli avversari. I suoi partner sono stati come sempre gli ottimi ricevitori, Wes Welker (7 ricezioni per 76 yards) e D. Thomas (9 per 86 yards) autori di due TD a testa. Decker, a secco per quanto riguarda le segnature è autore comunque di 5 ricezioni per 88 yards. I palloni sono sempre distribuiti ottimamente tra le tre stelle e sono stati coinvolti molto bene anche i tight end e i running backs.

Si può ancora migliorare

Eppure qualche difetto a questa squadra si può e si deve trovare, anche per non sedersi sugli allori. Il coaching staff deve essere bravo a tenere alta la concentrazione e non permettere ai giocatori di sentirsi già vittoriosi ancora prima di scendere in campo. Le aree individuate sono al momento due. Il running game, che non è male a dire la verità, ma non è ancora dominante come si vorrebbe. Di positivo c’è il fatto che non sono arrivati fumble Philadelphia Eagles v Denver Broncosdomenica, ma il trio “carta forbice e sasso” (simpatico nickname suggerito su twitter da qualche fan) Moreno, Hillman, Ball è ancora da migliorare. I numeri dicono che contro gli Eagles sono arrivate 78 yards con un TD per Moreno, migliore tra i running backs, seguito da Hillman con 36 yards e 24 di Montee Ball, ancora forse un po’ bloccato dai recenti fumble. Moreno è solido, soprattutto perchè si conferma abile nel bloccare sui giochi di passaggio. Hillman sta migliorando ma continua a non convincermi (opinione personale) mentre spero che Ball durante la stagione possa accelerare la curva di inserimento in NFL perchè secondo me potrebbe essere il migliore dei tre. Un altro aspetto da migliorare riguarda la difesa. Sta giocando sicuramente bene, ma nel primo tempo la pressione sul qb avversario non si è proprio vista. Forse ora l’assenza di Miller è nascosta benissimo dall’attacco, ma sul lungo e soprattutto ai playoff, si intuisce che i Broncos non possono fare a meno di lui. Nel secondo tempo le cose sono andate meglio con Jack Del Rio sempre bravissimo a trovare gli aggiustamenti decisivi nell’intervallo e limitare nei secondi tempi gli attacchi avversari. Le secondarie sono state messe alla prova, anche perchè dopo pochi minuti il punteggio costringeva gli Eagles a cambiare strategia e a usare i lanci per cercare di recuperare i punti di svantaggio. Non è stato tutto perfetto ma in ogni caso non si può essere insoddisfatti. Ottima la prova ancora una volta di Rodgers-Cromartie. In attesa del rientro ormai imminente di Champ Bailey.

Li chiamano speciali per un motivo

Denver Broncos vs. Philadelphia EaglesSembra davvero andare tutto a meraviglia ai Broncos e il grande successo dell’attacco diventa contagioso. Tutti vogliono essere all’altezza e migliorano il proprio impegno. Gli special teams in questo sono l’esempio perfetto. Trindon Holliday si ripete e piazza un ritorno di kick off clamoroso da 105 yards in touchdown. Special teams che si ripetono sul finale di partita, quando il linebacker S. Johnson blocca un punt avversario, recupera il pallone e lo riporta in TD. Per lui un premio meritato visto l’ottimo contributo che sta dando proprio sulle azioni di punt e kick off. Prater è perfetto come sempre, un field goal realizzato e kick off sempre molto profondi. Colquitt non è da meno, come sempre

MHC MVP: Peyton Manning – 28 su 34 per 327 yards, 4 TD pass, 0 intercetti, 146 di QB rating