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AFC West Champions

La partita contro Houston, sulla carta facile visto che si affrontava la squadra col record peggiore della lega, serviva a verificare che non ci fossero cali di tensione e che la concentrazione rimanesse alta. C’erano obiettivi temp131222_Hays30--nfl_mezz_1280_1024ancora da raggiungere, come vincere la division e guadagnare uno dei primi due posti nel seed AFC per i playoffs, in modo da garantirsi una settimana di riposo e il fattore campo nel divisional. Obiettivi raggiunti entrambi a mani basse, con una partita solida che ha visto i Broncos dominare gli avversari e prendere il largo nel punteggio nel secondo tempo. I Texans schieravano in cabina di regia Matt Schaub reduce da un infortunio e consapevole che la sua avventura a Houston è giunta al capolinea, non poteva essere lui il pericolo per i Broncos. Denver doveva dare una risposta alla brutta sconfitta della partita scorsa contro i Chargers e la risposta è arrivata. Un primo tempo fin troppo equilibrato dove i Broncos dimostravano di essere la squadra più forte ma avevano un po’ le polveri bagnate vicino alla endzone portava il risultato all’intervallo sul 16-6 per gli ospiti. Nel terzo quarto l’unico vero passaggio a vuoto dell’attacco quando Manning ha lanciato ben 6 incompleti di fila, cosa mai avvenuta prima in stagione e i Broncos hanno fatto tre pessimi drive da three and out consecutivi (e quattro drive chiusi col punt), riaccendendo il lumicino della speranza per Houston. I Texans in quel periodo hanno messo a segno il loro unico TD di giornata portandosi vicino nel punteggio sul 16-13. Da di li in poi Manning ha deciso che era giunto il momento di chiudere il match e ha infilato tre td consecutivi che allungavano il distacco nel punteggio e davano la vittoria ai Broncos col risultato finale di 37-13. Grazie anche alla contemporanea sconfitta dei Chiefs contro i Colts, i Broncos sono per la terza volta di fila campioni della AFC West, tripletta mai avvenuta prima nella storia di Denver. Complimenti alla squadra e a coach John Fox che nei suoi tre anni come head coach ha portato a casa sempre il titolo di division. I Broncos si sono garantiti anche il diritto di giocare in casa il divisional del playoffs e di saltare la wild card, avendo una settimana di riposo. Resta solo da conquistare il seed numero 1 in AFC che garantirebbe di giocare in casa anche l’eventuale finale AFC. Vincendo domenica prossima contro i Raiders l’obbiettivo sarà raggiunto.

Manning 51

La partita contro i Texans verrà ricordata non solo per i successi di squadra ma soprattutto per i successi personali di Peyton Manning. Il qb ha battutto infatti il record di passaggi da TD realizzati in una singola stagione, che apparteneva a Tom Brady con 50 td. Manning grazie ai suoi 4 td ha portato il record a 51, con una partita ancora da giocare. Il passaggio da record è arrivato nell’ultimo periodo ed è stato ricevuto dal TE Julius Thomas. Manning ha dichiarato al termine del match di essere molto contento per il record, essendo un grande studioso del gioco e della storia della NFL, ma di essere anche ben consapevole che i record sono fatti per essere battuti e che la tendenza NFL degli ultimi anni è molto più orientata verso il gioco sui passaggi. Non sarebbe sopreso se l’anno prossimo fosse proprio Tom Brady a battere nuovamente il suo record. La sua dichiarazione è stata molto elegante, Manning resta uno dei professionisti più seri e meno “personaggi” della NFL di oggi, portando grande rispetto per i suoi avversari e dimostrande anche un filo di umiltà che non fa mai male. Vero che il record è importante ma la sensazione ascoltando le sue parole è che molto più importante sia riuscire a vincere il Super Bowl, piuttosto che avere il proprio nome in quasi tutti i record ma essere ricordato come “perdente” di successo. Questo lascia ben sperare noi tifosi, certi che Manning metterà tutto se stesso per raggiungere l’obiettivo più importante, lasciando i successi personali in secondo piano. Il record di Manning fa riflettere perchè anche durante questa stagione strepitosa e che lo porterà con tutta probabilità a vincere il quinto MVP della carriera, non sono mancate le critiche e i momenti di incertezza attorno a lui. Significativo come si riesca comunque a trovare dei lati negativi, e io stesso l’ho fatto più volte, a quello che in questo momento è senza dubbio il qb più di talento in tutta la NFL. Certo manca ancora l’ultimo passo, dimostrare nei momenti decisivi di essere determinante. Speriamo che anche questo aspetto venga fuori in questa stagione di per se già clamorosa

L’attacco gira a mille

Detto di Manning e del suo record, bisogna elogiare tutti i suoi compagni di reparto che stanno disputando una stagione fantastica. Nonostante l’assenza di Welker, che in alcune occasioni si è fatta sentire parecchio temp131222_Hays19--nfl_mezz_1280_1024soprattutto sui terzi down, i ricevitori restano una garanzia. Thomas e Decker hanno ricevuto più di 100 yards a testa anche domenica realizzando rispettivamente 1 e 2 td. A loro si aggiunge Julius Thomas, 6 ricezioni e un td per lui e stanno trovando il loro spazio anche Andre Caldwell e Jacob Tamme, spesso cercato e pescato da Manning proprio per l’assenza di Wes Welker. A dar manforte al gioco di passaggi, c’è anche un gioco di corse davvero credibile, con Moreno che per la prima volta in carriera supera le 1000 yards di corsa stagionali (76 yards per lui domenica) coronando così la sua miglior stagione da quando è arrivato ai Broncos scelto al primo round del draft. E’ arrivato tardi, ma si può dire che ora sia un running back di tutto rispetto. Il rookie Montee Ball ha risolto (si spera) i problemi di fumble e sta facendo vedere ottime cose, tanto che proprio domenica mi è sembrato molto strano nel terzo quarto, durante il periodo dei sei incompleti di Manning, come non si cercasse di correre di più ma si volesse insistere sui passagi. Ora il running game da garanzie e apre il gioco per i passaggi, nei playoffs questa sarà la chiave contro le difese forti, quindi dimenticarsi per tanto tempo delle corse è una strategia da non ripetere. Se vogliamo trovare un lato negativo dell’attacco dei Broncos di domenica, si può individuare nella linea offensiva che ha concesso un po’ troppo alla difesa dei Texans, facendo subire a Manning qualche colpo che si poteva evitare. Anche le penalità andrebbero ridotte, una costante fino ad ora in stagione, spesso risultano dannose in momenti chiave del match.

Incognita difesa

Se l’attacco sta molto bene ed è certamente il nostro punto di forza, la difesa mi lascia ancora piuttosto perplesso. Domenica si è vista una bella prova del reparto difensivo, capace di limitare il seppur anemico attacco dei tempAP631564221481--nfl_mezz_1280_1024Texans. Sono ritornati anche i turnovers, con gli intercetti di Mike Adams e Dominique Rodgers-Cromartie, che ultimamente erano merce rara da quella parte del campo. Di fronte non c’era certo il nemico peggiore, una squadra senza running back e con un qb in stato confusionale non possono essere un test attendibile anche se prendiamo volentieri atto della bella prestazione. Quello che non mi convince è che ancora una volta è cambiato lo schieramento titolare. Ihenacho è tornato in campo come safety, ma Woodyard è ancora in panchina giocando solo qualche formazione difensiva ad hoc e negli special teams. Al suo posto Paris Lenon, che ha giocato discretamente sulle corse ma sui passaggi è stato pescato un paio di volte lontano dal suo uomo. Questo cambio ancora non riesco a spiegarmelo. Tra i cb, il recuperato Champ Bailey ora è diventato il terzo cb, gioca nelle formazioni di nickel e si occupa del ricevitore in slot, lasciando Chris Harris Jr sugli esterni. Il cambio sembra funzionare, Harris, solido per tutta la stagione, ha giocato la sua miglior partita andando a negare ricezioni importanti ai ricevitori avversari con ottime giocate. L’assenza di Webster per infortunio, sembra brutto dirlo, ma potrebbe essere un bene. Il rookie infatti nonostante le sue enormi qualità atletiche, troppo spesso è stato battuto uno contro uno questa stagione. Ancora tanto tempo in campo per Omar Bolden e ancora non sono convinto delle sue qualità come safety. Insomma l’assetto difensivo non è ancora ben chiaro e questo non può lasciare tranquilli i tifosi in vista dei playoffs.

Von Miller fuori

A questo ci dobbiamo aggiungere che Von Miller, il punto di forza (almeno sulla carta) della nostra difesa, sarà costretto ai box per il resto della stagione e per i prossimi sei mesi almeno. Durante un’azione di gioco si è rotto infatti il legamento crociato anteriore del ginocchio destro e per lui la stagione è finita in quel momento. Ora sulla carta potrebbe essere una perdita determinante per un reparto già traballante come la nostra difesa. Quest’anno però il Von Miller visto all’opera nulla aveva a che fare con quello dell’anno passato. Perse le prime sei partite per squalifica, quando è tornato è stato efficacie solo a sprazzi, alternando partite discrete e promettenti a prestazioni molto opache tanto da prendersi la cazziata pubblica da Jack Del Rio. Insomma un Von Miller direi ampiamente insufficiente e nessuno ci garantisce che avremmo visto il vero Von Miller da qui alla fine della stagione. Certo con lui in campo gli avversari devono tenere sempre gli occhi aperti e qualche raddoppio devono farlo, lasciando più spazio in altre parti del campo, ma se Miller non avesse nettamente migliorato il suo rendimento non sarebbe stato decisivo. Diciamo che l’assenza non è un bene, ma non è così grave, a mio parere, di quello che si potrebbe pensare. Quello che mi preoccupa di più se vogliamo è l’assenza di Wolfe, abile sulle corse, e la mancanza di sacks da parte di Phillips che era partito molto bene quest’anno. Forse sta sentendo un po’ la fatica e speriamo che la settimana di riposo possa aiutarlo a recuperare un le energie.

MHC MVP – Peyton Manning 32 completi su 51 per 400 yards e 4 TD

Una brutta sconfitta

Thursday Night per i Broncos che ospitano a Denver i rivali di division, i San Diego Chargers, ancora in lotta per una wild card che salverebbe una stagione iniziata in maniera piuttosto deludente. La rivalità tra le due squadre è sempre altissima e la sfida per questo è complicata, anche se sulla carta sono i Broncos a essere favoriti. L’inizio del match rispecchia le previsioni con i Broncos che al primo drive trovano subito il touchdown temp131212_Christus15--nfl_mezz_1280_1024grazie ad Andre Caldwell, che sostituisce l’infortunato Wes Welker, e riceve da Peyton Manning un lancio da 15 yards che chiude un bel drive iniziale da 7 giochi e 67 yards. I Chargers non si scoraggiano e rispondono anche se solo con un field goal al vantaggio dei padroni di casa, alternando corse e passaggi ma i primi risultati sembrano far capire che oggi le corse possano essere un grosso problema per la difesa dei Broncos. I Broncos allungano nel punteggio col loro secondo drive dove riescono a realizzare un field goal con Matt Prater dalle 32 yards, dopo che una brutta di corsa di Montee Ball (-6 yards) aveva ingolfato l’attacco arancio-blu. I Chargers da questo punto del match prendono il controllo e dominano sulle corse, con continui guadagni che bruciano tempo sul cronometro e portano Rivers a fare il “minimo sforzo” per chiudere i down e non lo costringono praticamente mai a forzare la giocata. Il dominio dei Chargers si manifesta ben presto anche nel punteggio, con i due TD consecutivi di K. Allen che portano gli ospiti avanti nel punteggio 17-10 all’intervallo. Nella ripresa la musica non cambia, i Chargers riescono a utilizzare tantissimo tempo sul cronometro quando hanno la palla in mano, lasciando Manning seduto in panchina a osservare la propria difesa in difficoltà. Arriva subito un altro TD per San Diego che allunga sul 24-10 il proprio vantaggio e mette le mani sulla partita. Manning non riesce a replicare subito e i Broncos dopo un brutto three and out devono cedere di nuovo il campo ai Chargers, non certo la medicina migliore per una difesa già in difficoltà. Quando per una volta poi la difesa riesce a tenere, arriva la più stupida delle penalità, un offside di Nate Irving sul punt dei Chargers che regala il primo down a San Diego e ne allunga il drive, permettendo di consumare altri preziosissimi minuti nel terzo quarto di gioco col punteggio compromesso. Davvero una penalità che potrebbe essere stata la svolta in negativo del match.

Non si corre

temp131212_Hays-28--nfl_mezz_1280_1024L’attacco dei Broncos prova poi a rimettere in piedi il match nell’ultimo quarto quando Manning riesce a trovare il touchdown del 24-17 pescando ancora Andre Caldwell in endzone. La difesa tiene bene e riesce a ridare palla all’attacco per il possibile drive del pareggio, ma qui è Manning a farsi intercettare due azioni dopo e a spegnere ogni velleità di rimonta dei Broncos. San Diego con di nuovo palla in mano consuma tempo mettendo ancora tre punti sul tabellone e i Broncos negli ultimi minuti non riescono nell’impresa di recuperare il match che finisce con un altro field goal di Prater sul 27-20 finale. La partita è stata brutta, mal giocata sia dall’attacco che dalla difesda. Forse i pochi giorni di riposo hanno offuscato un po’ le idee a tutti e la fatica della stagione inizia a farsi sentire. L’attacco oggi non è riuscito a correre come aveva fatto nelle ultime uscite, quelle corse che avevevano dato un gioco più completo ai Broncos e reso Manning ancora più letale. Domenica sono state soltanto 18 (!!) le yards di corsa su 11 tentativi. Il fatto di essere andati subito sotto nel punteggio, con i Chargers che bruciavano molto tempo sul cronometro, probabilmente hanno fatto cambiare in corsa il piano offensivo dei Broncos e costretto Manning ad insistere più sui passaggi abbandonando il gioco di corse, più lento e soprattutto meno produttivo nei primi giochi di corsa tentati. Il risultato non è stato vincente però, anche perchè non si è visto il miglior Manning di stagione, 27 completi su 41 passaggi tentati per 289 yards, 2 TD e 1 Int. Se Caldwell ha provato a far dimenticare Welker, con 6 ricezioni e due td, gli altri ricevitori sono stati meno produttivi del solito. Insomma una prova davvero opaca dell’attacco che ha portato alla meritata sconfitta.

I misteri della difesa

Se l’attacco non ha brillato, di certo non si può essere contenti della difesa. Tanti punti concessi, ormai una costante purtroppo, nessuna opposizione sulle corse dei Chargers, che hanno messo a referto ben 177 yards calpestando ogni tentativo di resistenza. Rivers non è il qb più forte in circolazione, soprattutto se viene messo sotto pressione più di una volta si è visto che può andare davvero in crisi. Questa domenica non ha dovuto faticare per nulla e si è limitato al compitino, solo 12 i passaggi completati su 20 tentati con 2 Td e nessun intercetto, segno che quando le corse funzionano, per l’attacco sono la soluzione migliore e meno rischiosa. La difesa dei Broncos sta diventando davvero quaòlcosa di poco decifrabile. Debole sulle secondarie, con Bailey ancora ai box e Webster che spesso viene cercato dai qb avversari che sfruttano la sua inesperienza e spesso temp131212_Bakke51--nfl_mezz_1280_1024riescono a batterlo, alterna prestazioni promettenti ad altre disarmanti dove non si vede nulla di positivo. Ai playoffs questa difesa non può reggere e ormai il tempo per trovare dei rimedi sembra scarseggiare. Nelle ultime due partite poi si è visto qualche cambio che mi ha lasciato però più perplesso che fiducioso. Wesley Woodyard, che mi è sempre parso uno dei pilastri della difesa e uno dei migliori in assoluto, tanto che la sua assenza in un paio di match a metà stagione si era fatta pesare, è stato relegato a riserva e al suo posto ora gioca Paris Lenon. Stessa sorte capitata a Duke Ihenacho, rivelazione della prima parte di stagione, che ora ha lasciato il ruolo da titolare a Mike Adams, con Omar Bolden schierato da FS al posto di Rahim Moore infortunato. La coppia però non funziona, Bolden, un cb naturale adattato a safety, non sembra essere adatto a ricoprire il ruolo di titolare e spesso si trova fuori posizione. Quello che non si capisce è il significato di questi due cambi. Per Woodyard ci sono diverse ipotesi, forse si vuole preservare il giocatore in vista dei playoffs, dato l’infortunio subito in stagione. Quindi potrebbe essere un motivo fisico, ma qualcuno più malizioso ha insinuato che la scelta possa essere di tipo economico. Potrebbero esserci dei bonus nel contratto del linebacker che se raggiunti farebbero alzare il suo stipendio e i Broncos starebbero cercando di riparmiare su questo aspetto. Non sono riuscito a confermare questa voce, ma seppur triste, sembrerebbe plausibile. Lo stesso giocatore si è detto deluso dalla riduzione del suo impiego in campo e spera che le cose cambino in fretta. Per quanto riguarda Ihenacho invece, forse solo il problema degli infortuni passati darebbe la spiegazione del suo ridimensionamento. Da quando Moore è ai box, anche lui è calato nel rendimento e la coppia con Adams non sembra ben assortita, entrambi sono più strong safety. Questo giustificherebbe il tentativo di provare Bolden da free safety, anche se con risultati non buoni fino ad ora.

Situazione playoffs

Speriamo che questi dubbi che guardando i Broncos possono sorgere, non siano davvero presenti anche nel front office. Coach Fox e il suo staff avranno le idee più chiare e stanno approffittando di questo periodo per fare davvero alcuni “esperimenti” per migliorare la squadra in vista dei playoffs, almeno è quello che ci auguriamo. La corsa ai playoffs ha fortunatamente visto cadere anche i Patriots, contro Miami, e quindi lascia al primo posto i Broncos col record di 11-3. Record uguale anche per Kansas City ma visto lo svantaggio negli scontri diretti pone i Chiefs in questo momento al secondo posto in AFC West costringendoli alle wild card. Al secondo posto dunque ancora i Patriots con 10-4. Dietro poi i Colts e i Bengals con 9-5. I Broncos tra le prime tre sembrano avere il calendario più facile, anche se avranno due sfide in trasferta. La prossima contro la peggior squadra della NFL, i Texans, e poi a Oakland contro i Raiders. I Broncos sono ancora padroni del loro destino e con due vittorie avrebbero garantito l’accesso diretto al divisional con il fattore campo garantito per tutti i playoffs. Sperando che gli “esperimenti” difensivi non compromettano questo risultato.

MHC MVP – Andre Caldwell: 6 ricezioni per 59 yards e 2 TD

Un pessimo inizio

Seconda sfida stagionale con i Chiefs, rivali di division e di conference, determinate per stabilire le gerarchie di accesso alla griglia dei playoff. I Broncos due settimane fa hanno vinto la gara in casa e ora devono riconfermarsi in trasferta, per mettere le mani in maniera importante sulla AFC West. Manca Julius Thomas e soprattutto manca Dominique Rodgers-Cromartie, il migliore delle secondarie in questa stagione. Con lui, assente anche la safety Rahim Moore sostituito da temp131201-Hays-11--nfl_mezz_1280_1024Mike Adams. Gioca invece Moreno, che era uscito in stampelle dalla partita precedente contro i Patriots e ritorna in campo Champ Bailey, il grande assente di questa stagione. L’inizio del match per lui però è pessimo, come per il resto della squadra. Le prime ricezioni sono tutte verso i ricevitori coperti da Bailey che si dimostra non ancora pronto e non certo al livello a cui ci ha abituati. Jamal Charles è difficile da contenere e si arriva ben presto vicino alla endzone per l’attacco dei Chiefs. Quando ormai la segnatura sembra imminente, la giocata di Woodyard, che intercetta un passaggio di Alex Smith in endzone interrompe bruscamente il drive dei Chiefs e smorza sul nascere l’entusiasmo dei padroni di casa. Manning però restituisce il favore pochi giochi dopo, lanciando anche lui un intercetto e lasciando così in parità il match e il conto degli errori. La partita riprende con l’attacco dei Chiefs che continua a mettere in difficoltà la difesa dei Broncos, questa volta riuscendo anche a mettere punti sul tabellone. I Chiefs dopo il primo intercetto infatti infilano tre touchdown consecutivi andando avanti nel punteggio e la partita sembra già prendere la sua strada. Se non bastasse l’attacco dei padroni di casa a mettere in difficoltà la nostra difese, ci si mette anche lo special teams. La giocata di K. Davis è da manuale, riporta in touchdown un kickoff di Matt Prater con una corsa di ben 104 yards, seppur inseguito da Bruton e Bolden, due dei più veloci difensori dei Broncos. L’attacco guidato da Manning oggi non sembra ai suoi massimi livelli e si accende a drive alterni. Dopo l’intercetto Manning riesce a realizzare il touchdown pescando Decker con un bellissimo passaggio da 41 yards ma nel drive successivo è di nuovo intercettato dalla difesa avversaria e le cose si rimettono male. Gli errori di Manning iniziano a essere un po’ troppi e non sembra la sua partita.

Decker stellare

Il primo tempo si chiude con i Chiefs in vantaggio solo per 21-14 perchè fortunatamente i Broncos riescono nel finale di secondo quarto a riportarsi sotto grazie a un bel drive offensivo, chiuso con la segnatura di Moreno su screen pass da 3 tempAP447074344033_1--nfl_mezz_1280_1024yards di Manning. All’intervallo le sensazioni sono di una partita complicata, ma ancora aperta. Dopo il pessimo inizio ci sono ancora tutte le condizioni per ribaltare il risultato, e le chiavi del match sono in mano all’attacco che per ora sta perdendo il confronto con l’ottima difesa dei Chiefs. Ad aiutare Manning però oggi c’è un super Eric Decker, che non sbaglia una ricezione e viene pescato alla grandissima per tutto il secondo tempo dal qb dei Broncos. Le giocate del duo Manning – Decker rimettono in partita i Broncos che vanno avanti nel punteggio grazie ai tre td del ricevitore numero 87, nei primi tre drive del secondo tempo. Il modo migliore di fugare i dubbi che iniziavano a venire dopo il primo tempo incolore. I Broncos ora controllano il match in vantaggio 35-21 a pochi minuti dopo l’inizio dell’ultimo periodo. I Chiefs provano a rifarsi sotto e si avvicinano con la meta realizzata da J.Charles  ma non basta e i Broncos riescono a limitare i danni consumando a sufficienza il tempo sul cronometro e portano a casa una vittoria determinante per la division e per i playoff dell’AFC. Decker è stato il grande protagonista del match, per lui 8 ricezioni per 174 yards e ben 4 td. Le statistiche di Manning sono alla fine del match più che discrete, nonostante i due intercetti inziali. I numeri dicono 22 completi su 35 tentativi, ben 403 yards e 5 td con un qb rating più che buono di 118 punti.

Finalmente Montee Ball

Non solo gioco di passaggi però nella domenica dei Broncos, come successo nelle ultime giornate le corse stanno diventando un fattore importante. Moreno oggi non ha fatto la sua miglior partita, anzi tutt’altro. Sulle corse ha faticato parecchio e probabilmente ha pesato anche l’infortunio subito domenica scorsa. Solo 18 yard in 15 portate, nonostante il grande impegno in tutte le azioni in cui è stato chiamato in causa. Il suo apporto è comunque arrivato sui passaggi, dove ha rifatto vedere alcune giocate degne di nota, guadagnando molte yards dopo la ricezione. Alla fine per lui 72 yards ricevute con 4 passaggi e una meta. Mancato il suo apporto sulle corse, è arrivata la prima prova importante in carriera per il rookie Montee Ball. Apparso già in crescita nelle ultime giornate, ma con gravi problemi di fumble, domenica è riuscito ad avere un buon controllo del pallone e molta più sicurezza. Sicuramente la strada è ancora lunga ma se riesce a risolvere i problemi con la palla, Ball può essere davvero un grande running back. Domenica ha conquistato 117 yards con 13 corse e in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa è sembrato ottimo nel centrare i buchi creati dalla linea offensiva, senza troppi indugi e solido a sufficienza da non essere placcato subito al primo contatto. Ha il fisico ideale per il ruolo del running back completo, non un fulmine di velocità e non un trattore ma promette davvero bene. Speriamo la strada intrapresa sia quella giusta.

Champ Bailey molto indietro

Le note positive vanno però messe sul piatto della bilancia con quelle negative, e purtroppo ce ne sono. Champ Bailey è rientrato dall’infortunio ma è in una condizione di forma troppo scarsa per essere presentabile. Sempre battutto dal suo diretto avversario, ha subito ancora dei colpi duri al fisico già acciaccato e questo non può fargli troppo bene. Ma la cosa che fa preoccupare è che per tutto il secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio il buon Champ è stato fatto accomodare in panchina a guardare i suoi compagni giocare. Il rookie Webster e Quentin Jammer, oltre a Tony Carter e Chris Harris Jr hanno giocato da CB. Di certo qualcosa a cui Bailey non era abituato. Il suo apporto è fondamentale e lo sarà ancora di più quando si arriverà ai playoffs. Lui e il, si spera, recuperato Rodgers-Cromartie devono garantire quella copertura sulle secondarie fondamentale per la difesa, che spesso sarà attaccata sui passaggi. Altro non fattore del match e altra delusione di stagione è Von Miller. Ancora una volta un fantasma o quasi. Il suo apporto statistico si riduce a 2 tackle e per un linebacker, seppur con compiti di caccia al qb, è davvero troppo poco. Anche da lui bisogna pretendere di più. Contro Kansas City la difesa non è mai riuscita a mettere pressione su Alex Smith, che esce intoccato dal match. L’assenza di Wolfe toglie ancora più efficacia alla pass rush, e il solo Shawn Phillips non può bastare. Per Wolfe sono ancora indefiniti i tempi di recupero dato che si trova al momento ricoverato in ospedale per accertamenti dopo aver accusato sintomi riconducibili a una crisi epilettica. Speriamo non sia niente di così grave e che la situazione possa migliorare al più presto, anche se proprio a inizio stagione aveva già subito una commozione cerebrale. Insomma la difesa più che sugli schemi va migliorata dal punto di vista delle prestazioni personali. Se i grossi nomi come Bailey e Miller non si rimettono in carreggiata al più presto potrebbe essere dura la strada che conduce al grande ballo.

Grazie coach Del Rio

La buona notizia è che da questa settimana John Fox è tornato a tutti gli effetti a essere il coach dei Denver Broncos e si è detto in splendida forma dopo il riposo forzato. Il lavoro di Jack Del Rio è stato più che discreto, 3-1 il suo record finale e temp131101_Bakke_52--nfl_mezz_1280_1024soprattutto gli è stato riconosciuto da John Elway la grande professionalità e abilità di aver saputo gestire il doppio ruolo di defensive coordinator e head coach contemporaneamente. Proprio a Del Rio, lo stesso Elway ha dedicato il game ball del match contro Kansas City. E’ difficile stabilire quanto ci abbia messo lui nella gestione tattica di queste quattro partite, fase in cui (soprattutto le prime tre) si è corso nettamente di più e si è preservato Manning dal lanciare troppo spesso, un po’ perchè così chiedevano i match, un po’ per il suo problemino alla caviglia. Di certo la gestione Del Rio non ha avuto lati negativi e chi non fosse un osservatore abituale dei Broncos nemmeno si sarà accorto del cambio di head coach. In questi casi i rischi di fare danni sono maggiori delle possibilità di dare valore aggiunto, quindi giudico in maniera molto positiva la parentesi da head coach dei Broncos per Jack Del Rio. Ora bentornato John Fox al comando della squadra, sicuramente il suo apporto farà bene anche solo perchè permetterà una miglior distribuzione della gestione della squadra con Del Rio che tornerà a occuparsi solo di difesa. La situazione dei playoffs è ancora apertissima, coi Broncos al primo posto nei seed AFC davanti ai Patriots e ai Chiefs che inseguono col record di 9-3. La strada è ancora lunga ma almeno le mani sulla division, visto il doppio successo sui Chiefs, sembra che si siano messe, serve solo stare attenti ai passi falsi, a cominciare da domenica prossima quando verranno a Denver i Tennessee Titans.

MHC MVP – Eric Decker 8 ric per 174 yards e 4 TD

 

Vinto, ma non convinto

Pomeriggio di sole al Mile High Stadium (ma non ditelo allo sponsor che ha messo davanti il suo nome) e i Denver Broncos si apprestano a triturare i Jacksonville Jaguars. Tra i pronostici della vigilia già si parla di record di punti da battere, di far riposare Manning per tutto il secondo tempo, di far giocare Holliday anche come ricevitore e tante altre belle invenzioni da chi si sente forte e padrone della NFL, tanto da snobbare completamente gli avversari e pensare di avere la strada spianata. Chi ha fatto un minimo di sport, anche solo correre dietro al gatto per casa, sa bene che partire con questa sicurezza che è già traboccata in sfacciatagine mista ad arroganza, è la cosa più pericolosa che possa accadere. Gli “upset” sono li a ricordarcelo e proprio in casa Broncos molti anni fa si ricordano ancora di quando i superfavoriti padroni di casa comandati da John Elway, dovettere lasciare lo scalpo proprio contri i quasi esordienti Jaguars in una wild card temp131013_Christus16--nfl_mezz_1280_1024dei playoff. Per fortuna John Fox è un vecchio lupo di mare e tutto può accadergli tranne farsi prendere dall’eccessivo entusiamo. Su questo si basavano le mie convinzioni che la squadra non avrebbe corso il pericolo di farsi sorprendere ma avrebbe giocato comunque concentrata. E’ successo esattamente questo per fortuna e la partita è sta affrontata al meglio, con un inizio ottimo in cui i primi due drive chiusi con altrettanti touchdown, mentre i Jaguars sembravano parecchio confusi e agitati al cospetto dei padroni di casa e strafavoriti. Sensazione confermata dall’orribile primo drive in cui hanno sbagliato tutto, da incomprensioni sulle chiamate dei giochi, ai drop e lanci nel nulla, fino a provare subito al primo drive una finta di punt che non ha portato da nessuna parte, salvo concedere l’eccellente posizione di campo ai Broncos al loro primo possesso. 14-3 il risultato e tutto tranquillo diciamo, se non chè  la luce in quel momento si è spenta e sono cominciati gli errori da parte dei Broncos. Forse la concentrazione ha retto troppo poco. Manning lancia il secondo intercetto dalla sua stagione che viene riportato in touchdown da un linebacker avversario dopo ben 59 yards di ritorno. L’attacco non funziona bene e si inceppa tanto che i 5 drive successivi ai due touch down iniziali portano a due punt e due turnover (l’intercetto appunto e un fumble su snap sbagliato tra Ramirez e Manning). I Jaguars non fanno grandi cose ma piano piano si riportano in partita e il primo tempo si chiude sul 14-12 per i Broncos.

Fischi all’intervallo

Qui succede qualcosa di quantomeno curioso. Dal pubblico arrivano fischi per i Broncos, gli spettatori sono evidentemente delusi da quello che stanno vedendo in campo e dal fatto che la partita sia ancora in equilibrio. Se la sensazione di insoddisfazione per il primo tempo può essere condivisa, onestamente arrivare a fischiare la squadra, comunque in vantaggio e con la partita in mano, lo trovo un comportamento sbagliato se non del tutto fuori luogo (fermo restando che chi paga il biglietto è libero di fare ciò che vuole) e che va analizzato. L’abitudine a vincere e vincere bene sicuramente affina il palato dello spettatore, ma non si può pretendere che in ogni partita l’esibizione sia da oscar. Manning e soci sono 5-0 in stagione, in cinque giornate si è battuto ogni sorta di record, ma alla prima mezza (ma anche meno di mezza) difficoltà arrivano i fischi. Qualcosa non mi torna. Solo due anni fa giocavamo con Tim Tebow che a ogni azione cercava di sopravvivere, se oggi si fischia, li cosa si sarebbe dovuto fare? La sensazione è che da questa squadra si pretenda sempre e comunque lo spettacolo migliore come se fosse scontato che si debba vincere in scioltezza. Certo le aspettative sono alte, tutti sappiamo che non arrivare al Super Bowl vorrebbe dire fallimento e che l’occasione migliore, visto anche quello che succede in AFC, è quest’anno e dall’anno prossimo con Manning 38enne potrebbe non essere più così. I pianeti sono allineati e tutto fa pensare che questo sia l’anno in cui cercare il successo, ma non per questo vuol dire che sia facile ottenerlo. I tifosi dovrebbero godersi lo spettacolo di altissimo livello che si è visto in queste partite ed essere sereni e fiduciosi e non pretendere il massacro dell’avversario più debole sulla carta come se fossa una corrida in cui è il torero a vincere per forza sulla vittima designata.

Moreno guida la NFL

temp131013_Bakke_22--nfl_mezz_1280_1024Nel secondo tempo, non credo stimolati dai fischi, ma piuttosto strigliati da Fox e dallo stesso Manning non per niente soddisfatto dell’andamento del match, le cose si sono sistemate e la partita è stata portata a casa senza grossi patemi. Certo non si è dilagato, si è giocato a football fino a due minuti dalla fine e non si è fatto riposare i titolari, anzi, ma questa è l’NFL e le partite vanno vinte alle fine dei 48 minuti, non sulla carta. Cosa che i Broncos ancora una volta hanno fatto, mettendo comunque 16 punti di scarto tra loro e i Jaguars e segnando ancora 35 punti in attacco. Protagonista della partita è stato ancora una volta il running back Knowshon Moreno, che sta inanellando prestazioni positive una dietro l’altra e ieri ha chiuso con 42 yards e ben 3 Td su corsa, oltre a 7 ricezioni per 62 yards. Numeri che arrivano grazie a belle giocate, dove grinta e caparbietà non mancano mai, insieme ad attenzione e sicurezza. Un Moreno così sicuro, continuo e concreto non si era mai visto a Denver e il gioco di corse inizia a essere una variante importante su cui contare durante le gare. Anche perchè è impensabile che Manning lanci sempre 500 yards. Ieri la sua partita infatti è stata solo “normale”, un normale che altri qb in NFL comunque vorrebbero cercare di replicare, e ha chiuso con 28/42 per 295 yards, 2 Td e 1 Int con un qb rating di 92.9

C’è Bailey e si vede, ma non abbastanza

L’attacco ha fatto il suo anche ieri, pur senza le scintille viste altre volte, ha portato a casa 5 TD. In difesa si è visto il rientro di Champ Bailey, dopo l’infortunio subito in training camp. Il suo esordio è stato positivo, la sua presenza da sicurezza al reparto e le secondarie, seppur restando sotto tiro e concedendo ancora 300 yards agli avversari, sono sembrate in lieve miglioramento rispetto alla trasferta di Dallas (non che si potesse fare peggio…). L’assenza grave che si è sentita è quella di Woodyard al centro della difesa. Il suo sostituto, Paris Lenon, non è al suo livello e si senta la mancanza della sua leadership in questo nuovo ruolo di MLB in cui stava risplendendo fino all’infortunio. Da domenica prossima tornerà anche Von Miller e può solo fare bene il suo rientro in squadra. Sperando che abbia lasciato perdere marijuana e problemi fuori dal campo, sul rettangolo verde abbiamo bisogno come il pane del suo apporto. Questo permetterebbe di spostare Irving al centro (o in panchina se rientra Woodyard) e di far ruotare di più i cacciatori di quarterback a nostra disposizione, visto anche il recente infortunio di Ayers, anche lui assente domenica. La linea difensiva continua a giocare bene, è la prima difesa contro le corse e il merito è anche il loro.

Malik Jackson si fa notare

temp131013_Taves0066--nfl_mezz_1280_1024Ieri si è distinto particolarmente proprio Jackson che già nelle prime cinque giornate, in maniera più o meno silenziosa, aveva portata un gran contributo. Era infatti il giocatore con più pressioni sul qb (non finite in sack, ma comunque fondamentali) di tutta la NFL. Ieri la sua caccia è stata proficua, tanto da regalare due sacks in pochi secondi, intervallati da un buonissimo tackle for loss a suggellare un drive dominato solo da lui che ha costretto al punt i Jaguars, in un momento chiave del match. Questa performance gli è valso il riconoscimento a fine gara di migliore in campo, decisione presa come sempre da John Fox, davvero non male. La sua crescita è importante e i Broncos hanno bisogno anche di lui e di tutti quelli che sono meno sotto la luce dei riflettori se vogliono continuare a vincere. Prestazioni importanti come quella di David Bruton, da sempre asso degli special teams (già un punt bloccato quest’anno) che ieri si è trovato protagonista di una bella giocata offensiva. Su un punt infatti i Broncos hanno fintato e consegnato lo snap direttamente nelle sue mani, che tra la sopresa generale dei Jaguars, ha corso per più di 30 yards consegnando il primo down ampissimo a Manning e all’attacco.

MHC MVP – Knowshon Moreno: 15 corse per 93 yards e 3 TD. 7 ricezioni per 62 yards

Manning, Manning, Manning, Manning, Manning, Manning, Manning

Sette volte Manning, come sette sono i passaggi da touchdown lanciati dal fuoriclasse dei Broncos. Record NFL eguagliato con una naturalezza e una semplicità incredibile, per un raggazzotto di 37 anni che solo un anno fa rimetteva piede in un campo da football dopo aver subito più operazioni al collo e aver visto in pericolo la sua carriera. Una stagione già ricca di successi dopo, Manning dimostra di essere ancora il più forte con un esordio stagionale che resterà nella storia. I numeri dicono 27 completi su 42 passaggi tentati, 7 touchdown, zero intercetti e un qb rating di 141.1

Peyton ManningUna prestazione maiuscola in un attacco che viaggia a mille all’ora, una statistica recitava che gli attacchi dei Broncos partivano in media ogni 20 secondi, velocità incredibile frutto del no-huddle offense e voluta dall’offensive coordinator Adam Gase, per sfiancare le difese. I risultati si sono visti tutti, soprattutto nella seconda parte del match, quando la difesa dei Ravens non riusciva più a contrastare le giocate di Manning e soci. Da quel momento i Broncos (sotto 17-14 all’intervallo) hanno preso il largo e nonostante una leggerissima sbandata, non hanno più permesso ai Ravens di stare in partita.

Se le premesse per la stagione di Manning sono queste, ne vedremo delle belle.

Signori, vi presento Julius

julius-thomas-denver-broncos-baltimore-ravensManning eccellente dunque e i destinatari dei suoi lanci non sono stati da meno. Solo un paio di palloni lasciati cadere a inizio match e poi tutto l’attacco ha iniziato a carburare e a girare come se fosse una macchina ampiamente rodata. Tutti si aspettavano di vedere cosa potesse aggiungere Wes Welker a una coppia di ricevitori già super (D. Thomas e E. Decker) e le attese non sono rimaste deluse. Il neoacquisto arrivato dai Patriots è stato subito protagonista di una partita super e l’intesa con Manning è già ottima, tanto che a lui sono stati recapitati 9 passaggi di cui 2 buoni per la meta. La vera sopresa però è stata un’altra, che forse solo i tifosi di Denver attenti ai report degli ultimi due training camp potevano aspettarsi. Parlo del TE Julius Thomas. 1 ricezione in carriera per lui prima di ieri sera, si trova a partire da titolare per l’infortunio di Dreessen e sfrutta al meglio l’occasione. Ben due TD per lui e un’altra splendida giocata dopo una ricezione per un lungo guadagno. Ex giocatore di basket (come Antonio Gates) sfrutta la sua stazza per creare evidenti mismatch contro ogni safety o linebacker avversario e Manning è prontissimo a vederlo e servirlo. Sono suoi infatti i primi due td del match. Discreto, solo con qualche piccola sbavatura, anche sui blocchi, se riuscirà a tenere lontano gli infortuni Julius Thomas è destinato a fare davvero una stagione speciale.

Il running game? Ci pensa Welker

Gioco sui passaggi dunque che funziona a meraviglia, il lato negativo dell’attacco è il running game. Parte titolare Moreno, avvantaggiato dal conoscere già gli schemi e dalla buona capacità di bloccare per Manning, qualità indispensabile per ogni running back che giochi vicino al numero 18 arancione. La sua performance è appena sufficiente, non riesce sulle corse a guadagnare molto ma si fa trovare pronto nei blocchi e come ricevitore fuori dal backfield. Le medie però restano troppo basse e rendono inaffidabile cercare di correre su un terzo down. Quello però che si nota è come i giochi di corsa siano praticamente sostituiti dal contributo di Wes Welker. Il numero 83 si fa carico di tutti quei piccoli guadagni che di solito arrivano dal gioco di corsa, con ricezioni da 4, 5 o 6 yards che aprono i down oppure convertono i terzi down, grazie anche alla precisione chirurgica di Manning nel pescarlo sulla breve distanza. Il suo ruolo diventa ancora più fondamentale dunque per questo aspetto e permette ai running backs dei Broncos (anche Hillman e Ball impegnati ma con gli stessi risultati di Moreno) di non avere troppa pressione addosso e limitarsi al minimo indispensabile e al non commettere errori. Il peso di questo attacco non è su di loro.

Manca Von Miller ma non se ne accorge nessuno

Attacco stellare, 49 punti a tabellino. E la difesa? Senza Von Miller e Champ Bailey, di certo i due migliori giocatori in quel reparto, c’erano dubbi sulla tenuta contro uno degli attacchi più solidi della lega. Anche qui però arrivano belle notizie. Non è spettacolare come l’attacco, può migliorare ancora tanto, ma il reparto difensivo ha risposto ai dubbi del precampionato in maniera molto positiva. Il nuovo assetto piace, piace Woodyard come middle linebacker, sempre vicino alla palla e buono in copertura, piace Trevathan come weakside linebacker. La sua velocità gli permette di coprire tutto il campo e anche lui è stato una della belle risposte a chi si mostrava critico sul reparto. Mancava Von Miller, e con Dumervil dalla parte sbagliata della linea di scrimmage ci si chiedeva che tipo di pressione potessero procurare i difensori dei Broncos. La risposta è arrivata grazie a una delle acquisizioni di mercato meno chiacchierate e più sottovalutate, l’acerrimo (ex) rivale Shawn Phillips. L’ex Chargers, sempre pronto ad attaccar briga se capita l’occasione, si è dimostrato ancora un ottimo giocatore e ha condito la sua ottima prestazione di ben 2.5 sacks a dimostrare che il suo innesto sarà fondamentale anche, e ancora di più, quando tornerà Von Miller. Davvero una bella partita la sua.

Un altro giocatore che mi ha davvero impressionato è stato Dominique Rodgers-Cromartie. In copertura sull’uomo è fantastico, non cede mezza yard nemmeno ai giocatori più forti e ha praticamente cancellato Smith (quando era nella sua zone) dal match. Lo stesso Smith che l’anno scorso aveva invece fatto penare parecchio Champ Bailey. L’unico difetto di DRC è che qualche volta è sembrato non attento ai giochi o peggio ancora non conoscere ancora bene gli assegnamenti, trovandosi in posizione errate al momento dello snap o facendo coperture in zone di altri giocatori. Se verranno limati questi difetti (studia il playbook!!) abbiamo un altro asso nella nostra difesa.

La giocata più stupida dell’anno

AP-Ravens-Broncos-FootballPartita dominata, soprattutto nel secondo tempo quando i Broncos hanno preso il largo, ma c’è stato un momento in cui i fantasmi del finale della scorsa stagione hanno fatto un timido tentativo di tornare a farsi vedere. Complice la giocata più stupida dell’anno, comprese le partite che ancora si devono giocare. Dubito infatti che succederà qualcosa di più assurdo di quello che ha fatto Danny Trevathan. Dopo un intercetto sulle 20 yards avversarie, sta riportando industurbato il pallone in touchdown, per la meta che fisserebbe il punteggio sul 49-17 e scriverebbe i titoli di coda già a metà del terzo quarto, quando decide di iniziare a festeggiare ben prima di superare la linea di meta. Il risultato è che si dimentica la palla e la lascia cadere qualche centimetro prima di varcare la meta, determinando dunque il fumble e non il td. Non bastasse questa topica madornale, Woodyard che è molto più sveglio, si accorge dell’errore e cerca di ricoprire il pallone prima che esca dalla endzone e che venga quindi dichiarata palla persa. Nell’azione però arriva un giocatore dei Ravens che si fionda su Woodyard piegandogli malissimo una gamba e rischiando di infortunarlo gravemente. La palla esce dal campo nell’area di meta e viene dichiarato dunque il touchback, palla ai Ravens, TD non valido (perchè mai avvenuto) e Woodyard portato fuori a braccia dai medici. Trevathan si rende conto dell’errore e cerca di discolparsi mentre Jack Del Rio, il coach della difesa gli ulra in faccia di tutto per una lavata di capo che di sicuro farà passare la voglia al giovane (e talentuoso) linebacker di abbandonare nuovamente il pallone prima di sentire il fischio dell’arbitro.

Nel drive successivo Flacco segna un touchdown che riapre il match dal potenziale 49-17 al 42-24. Ci penserà per fortuna l’MVP Peyton Manning a far capire che si può regalare un match già vinto ai Ravens solo una volta nella vita.

Finisce in trionfo per Manning e i Broncos cominciano al meglio la loro corsa che come destinazione recita Super Bowl e niente di meno.

Era la partita decisiva per la vittoria in division, e i Broncos non si sono lasciati scappare l’occasione. Allo Sports Authority Field at Mile High va in scena il rematch di quello che poche settimane fa ha segnato il punto di svolta della stagione. La grande rimonta nel secondo tempo contro i Chargers ha dato il via a una serie di vittorie convincenti per i Broncos che non volevano certo ricambiare il favore ai rivali di division.

La partita è stata dominata nella prima parte di gara dalla difesa dei Broncos, che ha lasciato qualcosa come 55 yards di total offense in tutto il primo tempo ai Chargers, incapaci di orchestrare un drive degno di questo, con le corse stoppate subito dalla linea e dai linebacker, e i passaggi di Rivers buoni per gli addetti a bordocampo con il ricevitore più vicino a 5 metri di distanza. Difficile vedere una pochezza offensiva così evidente da parte dei Chargers degli ultimi anni, solitamente capaci di mettere in grave difficoltà i Broncos con la coppia Rivers-Gates. Read on »