Il mondo NFL si sta accorgendo di quanto di buono fatto a Denver in questa stagione.

E’ di queste ore infatti la notizia che il defensive coorodinator Dennis Allen sarà intervistato per il ruolo di head coach dai St. Louis Rams. Non sorprende l’interesse visto l’ottimo lavoro fatto da Allen. E’ riuscito, insieme a Fox ovviamente, a dare uno spirito alla difesa peggiore della lega (32.ma l’anno precedente) e farla diventare un fattore importante per la squadra.

L’interesse non sembra essere così forte da fargli vincere il ruolo di coach, anche perchè i Rams sembrano i favoriti per ingaggiare Jeff Fisher (ex Titans) sicuramente più esperto. Ma è importante per un giovane coach come Allen iniziare a farsi notare, nonostante noi tutti tifosi di Denver speriamo di tenercelo stretto ancora per molti anni.

Allo stesso anche l’offensive coordinatore, Mike McCoy, avrà la sua chance quando verrà intervistato dai Jacksonville Jaguars per il ruolo di capo allenatore. Il lavoro di McCoy con Tim Tebow, la sua capacità di rimodulare in poche partite un attacco pensato per Kyle Orton, sulle caratteristiche completamente diverse del fenomeno della florida, fanno pensare a un coach molto duttile e preparato tatticamente, anche se qualche chiamata durante la stagione non è stata delle migliori.

Anche lui non è il candidato leader al ruolo di coach per i Jaguars, ma è una bella gratificazione per l’ottimo lavoro svolto.

Grandi Broncos, grande Demaryius Thomas, grande Tim Tebow. Grandi tutti.

Davvero uno prova maiuscola per una squadra che non è ancora “compiuta” ma che è sulla buona, anzi ottima, strada per lasciare il segno negli anni a venire.

Siamo arrivati ai playoff e già questo bastava per rendere di successo una stagione inziata con pochissime aspettative, se non quelle di avere davanti anni di ricostruzione.

E ai playoff abbiamo stupito tutti, lasciando a bocca aperta il mondo NFL e a bocca asciutta tutti i critici di Tim Tebow in primis e dei Broncos in generale.

Una domenica da ricordare, come tante ce ne sono state quest’anno, ma questa ha un sapore speciale, arrivava sul palco scenico più importante, quello dei playoff, da troppo tempo lontani da Denver. Contro una squadra forte, fortissima, seppur rimaneggiata (è corretto ricordare tutti gli infortuni che hanno colpito gli Steelers prima e anche durante il match), esperta e di casa nei playoff, con tre appariazioni al Super Bowl e due vittorie negli ultimi anni. Read on »

Ancora una volta, ancora in overtime, ancora un finale incredibile.

I Broncos quest’anno non vogliono farci smettere di sognare. Ci stanno regalando una serie di emozioni fortissime, domenica dopo domenica, partita dopo partita. Emozioni altalenanti, che vanno dall’entusiasmo allo sconforto, dall’incredulità alla rassegnazione. Un altalena che non accenna a fermarsi.

Ieri si è vissuto un altro capitolo di questa incredibile annata. Raggiunti i playoff nel peggiore dei modi, reduci da tre sconfitte a dir poco deludenti, con tutti i pronostici contro e la maggior parte dei tifosi quasi rassegnati a vedere l’epilogo della stagione contro i più forti Steelers, abbiamo invece vissuto la più entusiasmante domenica di football degli ultimi anni.

AFC Wildcard allo Sports Authority Fields at Mile High, i Pittsburgh Steelers sconfitti al Super Bowl l’anno scorso e reduci da un’ottima stagione regolare (12-4) arrivano a Denver acciaccati a causa dei numerosi infortuni che li hanno colpiti nelle ultime settimane. Tra le assenze più gravi quella del running back Rashard Mendenhall e del centro Maurkice Pouncey, oltre all’impossibilità di schierare la safety Ryan Clark per un’insofferenza a livello sanguigno che gli impedisce di giocare in altura. Ma l’infortunio più preoccupante riguarda la caviglia di Ben Rothlisberger, il qb degli Steelers che è apparso nettamente limitato nella mobilità a causa di questo infortunio, che però non gli impedisce di essere in campo.

La chiave della partita dovrebbe essere proprio la pressione che la difesa dei Broncos deve mettere sull’acciaccato Big Ben per limitarne le giocate e limitare quindi l’attacco degli Steelers, già in difficoltà per l’assenza del loro running back principale e quindi con problemi sia sui giochi di corsa, che sul passing game. Read on »

Le sensazioni al termine del match sono contrastanti. La peggior partita dell’anno arriva nella domenica in cui, grazie alla vittoria dei Chargers, ritroviamo quell’accesso ai playoff che mancava dal 2005.

Grande soddisfazione quindi, per un risultato che a inizio anno sembrava irraggiungibile, la vittoria nella AFC West e l’accesso al primo turno dei playoff. Davvero un ottimo risultato.

Ma grande delusione e anche preoccupazione, per una squadra che si è fermata proprio quando sembrava aver trovato la sua dimensione. Le ultime tre partite sono state tre sconfitte che non lasciano nulla di positivo. Due debacle totali contro i Patriots e i Bills, e una partita offensivamente ridicola contro i Chiefs.

Se aggiungiamo che domenica si doveva vincere e quindi dare tutto per accedere ai playoff, lo spettacolo visto è sicuramente deprimente. Contro una squadra che non aveva più nulla da chiedere al campionato, se non la rivincita personale di Kyle Orton contro la squadra che l’ha tagliato preferendogli Tim Tebow. L’attacco ha messo insieme solo tre punti, 60 yards di passaggi (6 su 22 con 1 int) e nessun TD. L’incapacità di mettere insieme dei drive decenti, contro una difesa precisa che non ha lasciato spazio ai ricevitori, ha rimesso in luce tutti i limiti di questi Broncos.

Poco da dire sul match, attacco davvero anonimo, solo Willis McGahee si difende bene con 145 yards su 28 corse, ma oltre a questo davvero poco. La difesa ha tenuto discretamente dando tutte le possibilità all’attacco di vincere la partita, fino all’ultimo, ma non c’è stato verso di mettere insieme qualcosa di buono.

Non è arrivato nemmeno il “solito” miracolo nel Tebow Time, quando con il risultato ancora in gioco e la partita dei Chargers ancora aperta, bastava un solo TD per garantire i playoff ai Broncos. Invece le chiamata offensive del coaching staff, tornate monotone e prevedibili, e i problemi nel trovare la soluzione giusta da parte di Tim Tebow, hanno chiuso la partita. Sconfitta per 3-7 in casa, e sguardo al tabellone per vedere se i Raiders commettevano gli stessi errori, facendosi battere da una squadra già in off-season.

Da notare inoltre il brutto infortunio alla guardia Chris Kuper, per lui la rottura della caviglia in uno dei primi giochi del match. Grave perdita perchè oltre a essere un ottimo bloccatore è anche il leader della linea d’attacco e un capitano della squadra.

E così è stato fortunatamente. I Chargers hanno battuto i Raiders, consegnando per un gioco di risultati incrociati la vittoria della division ai Broncos (miglior record contro gli avversari comuni), che hanno chiuso la AFC West con un record di 8-8 come Raiders e proprio i Chargers.

La division probabilmente più debole e strana di tutta la NFL si chiude dunque con la vittoria dei Broncos, quindi guardando il lato positivo c’è da essere soddisfatti.

Si torna ai playoff dunque, ci attende la sfida di wild card contro i Pittsburgh Steelers, una delle difese più forti di tutta la NFL, ma con qualche problema di infortuni che potrebbe condizionarli (Rashard Mendenhall fuori per un problema al ginocchio).

Sulla carte, visto il momento in cui arriva il match e guardando i precedenti, non c’è partita. I Broncos partono nettamente sfavoriti e sembrano vicini al chiudere la loro stagione. Ma si diceva la stessa cosa di Seattle l’anno scorso, e invece nei playoff sono riusciti a tirare fuori il meglio e vincere il turno di wild card.

Tutto può succedere e crederci non costa nulla. Di certo bisognerà che l’attacco migliori, che Tim Tebow lanci bene fin da subito per aprire il gioco d’attacco e sfruttare meglio anche i suoi giochi di corsa, altrimenti troppo prevedibili per le difese avversarie. Insomma l’attacco va rivisto.

La difesa lascia ben sperare, domenica è stata la nota più positiva del match, anche se a dire il vero la pressione sul qb spesso è stata troppo morbida. Contro gli Steelers Miller e Dumervil devono essere decisivi mettendo costantemente in crisi l’attacco avversario.

La difesa dei Broncos viene premiata per l’ottima stagione (soprattutto nel filotto di 6 vittorie consecutive) con tre giocatori nominati per il Pro Bowl

Nessuna sorpresa se si sente nominare Champ Bailey, alla sua undicesima convocazione in tredici stagioni. E’ il miglior cornerback di sempre, uno che finirà diretto al primo anno di eleggibilità nella Hall of Fame. Se un paio di convocazioni al Pro Bowl sono arrivate in stagioni non di altissimo livello, sfruttando solo la sua reputazione, lo stesso non si può dire di questa. Assolutamente meritata. E’ stato protagonista di una stagiona ottima, sempre preciso sulle coperture, ottimo nei placcaggi. La novità di quest’anno è stato vederlo impegnato come nickel cornerback sull’interno in situazioni di terzo down, dove ovviamente se l’è cavata alla grandissima. A lui mancano solo i grandi numeri negli intercetti, solo 2 quest’anno, ma tanto è dovuto al fatto che i quarterback avversari non osano nemmeno avvicinarsi alla sua zona. Sarà titolare alle Hawaii.

 

Prima meritata convocazione per il rookie Von Miller, ouside linebacker, anche lui sarà titolare al Pro Bowl. A risaltare i suoi ottimi numeri, 11.5 sacks alla prima stagione in NFL, conditi da 65 placcaggi e 2 fumble provocati. Davvero non male per un esordiente. Nonostante qualche incertezza, soprattutto nelle prime partite, sui giochi di corsa, si è ripreso alla grande diventando un punto di riferimento per la difesa, e un giocatore da contrastare per gli attacchi avversari. L’infortunio al pollice l’ha costretto a saltare una gare, giocando le due successive con una mano bloccata, questo ne ha un po’ ridotto il rendimento, ma la stagiona è da incorniciare. Primo rookie dei Broncos ad andare al Pro Bowl negli ultimi 20 anni.

Forse un po’ più a sorpresa arriva anche la chiamata per il defensive end Elvis Dumervil. Dopo la stagione passata, tutta in infermeria, quest’anno ha avuto un avvio molto lento, faticando a mettersi in luce e ottenere i suoi soliti sacks, come ci aveva abituato durante tutta la sua carriera. Ma nelle ultime 8 partite ne ha realizzati ben 9.5 dimostrando che dopo essersi tolto la ruggine di dosso, è ancora uno dei migliori specialisti nel cacciare i qb avversari. Aggiunge 35 tackles alla sue statistiche. Non sarà titolare ma riserva al Pro Bowl. In ogni caso un ottimo traguardo. E’ la seconda apparizione per lui, la prima era arrivata dopo la stagione stellare con 17 sacks messi a segno, nel 2009.

Oltre a questi tre giocatori, convocati di diritto, i Broncos hanno anche annunciato che tre sono le “prime alternative” in caso di rinuncia dei titolari. Si tratta del running back Willis McGahee, del tackle Ryan Clady e della safety Brian Dawkins.

Inoltre altri tre saranno “seconde alternative”: Tim Tebow tra i quarterback, Matt Prater tra i kicker e il punter Britton Colquitt.

Viste le solite rinunce tra i qb, per infortuni o perchè impegnati al superbowl, non è impossibile che il buon Tim sarà alle hawaii per la sua prima apparizione tra le stelle NFL.

A mio parere le tre convocazioni per i titolari sono meritate, senza ombra di dubbio. Giusto anche premiare Willis McGaee come prima alternativa, la sua stagione è stata davvero notevole e determinante per l’attacco dei Broncos.

Un po’ meno convinto nella scelta di Ryan Clady. Quest’anno non mi è apparso al meglio, davvero troppe le penalità commesse che hanno fatto perdere molte yards al nostro attacco. E’ potenzialmente ancora uno dei left tackle più forti, ma non credo quest’anno sia stato all’altezza delle sue potenzialità. Dawkins invece, soprattutto come run stopper aggiunto merita la nomina a prima riserva. Si è sentita molto la sua mancanza nelle ultime partite ed era reduce da una stagione di alto livello con pochissimi errori. Certo, non chiedetegli di coprire i ricevitori sul profondo, non ci sono più le gambe per farlo.

Credo che Matt Prater meritasse di più di una “seconda riserva”, i suoi calci sopratutto in maniera decisiva e in overtime ci hanno dato parecchie vittorie, più di ogni altro kicker della AFC. Meritava di più.

Per Tim Tebow si può aprire un libro intero, è stato votato come quinto quarterback nella AFC, e tutto sommato è in linea (forse un pelo troppo alto) con quello che è stato il suo rendimento. Brutto bruttino da vedere, ma davvero decisivo nel portare vittorie alla squadra.

 

Doveva essere la partita che ci avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff e la vittoria in division.

E’ stata una debacle totale, su tutti i fronti.

Forse la peggior partita stagionale (insieme a quella contro i Lions), contro una squadra scarsa, quindi ancora più grave. Se ci mettiamo anche che la vittoria avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff la delusione è ancora maggiore.

Sulla partita c’è poco da dire, come contro i Patriots la domenica precedente, i Broncos partono bene, segnano al primo drive ma poi si spengono. La squadra non c’è, l’attacco non riesce a guadagnare yards, la difesa non mette pressione sul qb avversario (anche a causa della protezione sul braccio di Von Miller che ne limita sicuramente l’efficacia) e le secondarie concedono yards su yards a un qb, Ryan Fitzpatrick, che non è di certo uno dei migliori della lega.

L’infortunio di Dawkins, dopo pochi giochi nel primo quarto, non aiuta. E’ ormai evidente che Rahim Moore non è all’altezza di essere titolare, nei guadagni dei Bills ci sono sempre di mezzo i suoi placcaggi mancati. Quinton Carter sembra meglio, ma anche per lui la partita finisce presto a causa di un infortunio e quindi in campo ci va David Bruton, anche lui non al meglio.

La difesa, che era stata la vera arma durante la corsa da sei vittorie consecutive, nelle ultime due partita sta mollando il colpo. Forse per stanchezza, forse proprio per gli infortuni, fatto sta che molte delle riserve non sono all’altezza dei titolari e i guai iniziano a vedersi.

L’attacco, dopo le due partenze sprint degli ultimi due match, si spegne. Tim Tebow fatica a connettere coi ricevitori e Willis McGahee non ripete le grandi prestazioni di inizio anno, anche lui rallentato dagli infortuni. Prova a fare qualcosa Lance Ball, ma tutto l’attacco soffre, non aiutato nemmeno dalle chiamate del coordinator McCoy, più monotono del solito e quindi prevedibile. Read on »