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Ed è Super Bowl!

I Denver Broncos dopo 15 anni riconquistano la vetta della AFC e tornano al Super Bowl! La finale di conference contro New England, da tutti considerata la rivale più ostica e più temuta, è stata giocata in maniera perfetta e i Broncos hanno dominato per tutto il match gli avversari. L’attacco ha girato con una precisione incredibile, riuscendo a mettere subito punti di distacco tra se e gli avversari e non staccando mai il piede dall’acceleratore. Ogni drive era disegnato per segnare e per mettere in difficoltà la difesa dei Patriots, lasciando da parte tattiche conservatrici che in passato erano state un’arma a doppio taglio. La difesa ha replicato la già buona gara contro San Diego, alzando ancora di più il livello contro un avversario di certo più pericoloso e tenendo a secco Brady e compagni per buona parte del match. La stessa difesa che durante la stagione sembrava essere il tallone d’achille della squadra, nei playoffs sta diventando solida e affidabile nonostante manchino alcuni importanti titolari. Il coaching staff ha vinto lo scontro diretto contro Belichick e l’odiato ex Josh McDaniels (che a Denver ringraziano solo per il draft che ha portato Decker e D. Thomas) trovando la chiave giusta per fermare le corse che contro Indianapolis erano state determinanti. Il resto, e che resto, l’ha fatto lui, Peyton Manning.

Peyton il magnifico

Il numero 18 in maglia arancione ha giocato una partita splendida, nel momento decisivo della stagione non ha sbagliato nulla, orchestrando al meglio il suo attacco e mettendo a referto numeri paurosi. 32 passaggi completati su 43 tentati, 400 yards tonde tonde guadagnate, 2 Td e 0 intercetti, nessun sack subito. Numeri arrivati nella sfida con la rivale più forte e contro Tom Brady, il qb con il quale da almeno 10 anni esiste una tempAP438670041285_3--nfl_mezz_1280_1024rivalità unica in tutta la NFL. Questo round è stato vinto, anzi stravinto da Peyton, per la gioia dei tifosi di Denver. La sicurezza con la quale Manning ha gestito il match è stato qualcosa di incredibile, i drive offensivi sono stati una lezione di come giocare una sfida decisiva. Oltre a mettere punti in tutti i drive tranne uno, il primo (un solo punt per i Broncos in partita), è riuscito a consumare tantissimo tempo lasciando Brady seduto in panchina e facendo riposare la nostra difesa. Il tempo di possesso finale è stato incredibilmente a vantaggio dei Broncos, 35 minuti contro 24 degli avversari. Manning è stato l’MVP di questa partita a mani basse, ma al suo fianco il resto della squadra si è gasata e ha disputato una prova esemplare. La linea offensiva ancora una volta ha dominato, lasciando a Manning tutto il tempo necessario per pescare i ricevitori, senza nessun avversario a disturbarlo, tanto che il qb non è mai stato colpito in tutta la partita. I ricevitori hanno offerto una prova eccellente, si è visto solo un drop importante, da parte di Julius Thomas in endzone per un mancato td. Per il resto solo ottime giocate, a cominciare dal Pro Bowler Demaryius Thomas, che ha ricevuto 7 palloni per 134 yards e 1 Td ed è stato una spina nel fianco della difesa avversaria. La sua partita è svoltata con l’infortunio di Aqib Talib, causato da un brutto scontro con Wes Welker che probabilmente ha cercato appositamente di colpire il cb avversario (senza volerlo infortunare immagino). Di questo si sono molto lamentati i Patriots dopo il match, e si può ammettere che la giocata di Welker non è stata pulita e andava sicuramente punita almeno con una penalità, ma non credo volesse appositamente infortunare l’avversario. Da quel momento in poi Thomas è stato cercato di più e praticamente è diventato immarcabile. La grande forza dell’attacco dei Broncos però è la varietà dei bersagli, oltra al wr numero uno infatti anche J.Thomas ha ricevuto 8 palloni per 85 yards e Eric Decker ha seguito con 5 ricezioni che sono valse 73 yards. Solo 4 ricezioni per l’ex Welker. Si è visto anche Jacob Tamme, autore del primo Td e di una conversione di primo down fondamentale nei minuti finali del match. Il gioco di corse è stato ancora una volta più che discreto, con Moreno e Ball a mettere insieme 102 yards in 26 portate complessive e con alcune conversioni di down importantissime. Non è il gioco spettacolare che possono fare altre squadre, ma quando serve le yards necessarie arrivano sempre e c’è da essere soddisfatti dei progressi in questo settore del campo. L’attacco è la nostra forza e lo sarà anche al Super Bowl contro Seattle.

Una Super difesa

Se l’attacco non stupisce più per quanto giochi bene, è la difesa a lasciare soddisfatti ancora una volta. Sapevamo che ai playoffs serviva migliorare in questo reparto e in queste due sfide i miglioramenti sono stati netti e importanti. 16 i punti concessi ma solo negli ultimi minuti del match quando il vantaggio era già rassicurante. La chiave era bloccare le corse che avevano permesso ai Patriots di battere i Colts nel turno precedente, con la temp140119_Bakke053--nfl_mezz_1280_1024strepitosa prova di Blount autore di ben 4 td e 166 yards guadagnate. Beh, il risulato è stato spettacolare. Blount limitato a sole 6 yards guadagnate e tutto il gioco di corse dei Patriots a solo 64 yards. Brady si è visto così obbligato a lanciare spesso, non certo un problema visto il suo talento, ma in questo modo la mancanza dei TE dominanti e di ricevitori affidabili si è fatta sentire. Inoltre il qb dei Patriots è stato parecchio impreciso, con almeno 4-5 passaggi sbagliati di parecchio con il ricevitore smarcato. Errori non da lui, che sono stati decivi nell’accorciare i drive dei Patriots. Sapendo che New England avrebbe puntato sui passaggi, è stato in corso d’opera più facile organizzare la difesa favorendo le belle giocate della linea, che ha messo a segno due sack con Robert Ayers e uno strepitoso Terrance Knighton, autore anche due tackle nel backfield avversario in momenti cruciali. L’unico momento di appannamento per la difesa è arrivato quando a pochi minuti dal termine e con due segnature di vantaggio si è giocato in maniera troppo conservativa, utilizzando la prevent defense infarcita di defensive back e cono soli tre uomini di linea a mettere pressione. Brady ha così avuto modo di pescare bene i suoi ricevitori in movimento e sono arrivati due td veloci che potevano in qualche modo riaprire il match. Alla fine la tattica ha pagato, ma forse si poteva lasciare meno spazio e continuare a mettere pressione su Brady, piuttosto che indietreggiare tanto come si è fatto. In ogni caso è andata bene così. Per quanto riguarda le prestazioni personali, sugli scudi senza dubbio D. Trevathan, sempre vicino all’azione e autore di ottimi placcaggi, il già citato Knighton e anche un Champ Bailey non al 100% ma che ha fatto la sua parte senza errori. Per lui l’emozione e la soddisfazione di raggiungere il primo Super Bowl dopo una carriera spettacolare, un meritato premio come ha sottolineato anche D. Thomas dedicando proprio a lui e agli altri veterani dello spogliatoio la vittoria.

Omaha! Omaha!

La partita perfetta ha visto anche alcune note di colore interessanti, come l’ormai famosissimo grido di Manning sulla linea di scrimmage “Omaha! Omaha!”. La parola usata durante il conteggio dello snap, è riconducibile a una città del Nebraska. Alcuni aziende legate alla stessa cittadina hanno deciso per l’occasione di donare un cospicuo numero di dollari alla associazione benefica facente capo proprio a Manning, per ogni volta che Peyton avesse urlato “Omaha!” sulla linea di scrimmage. Alla fine il totale è stato di 31 urli per un bel totale di 24800$ donati in beneficienza. Davvero non male. Altra nota di colore importante è stato il pubblico, davvero straordinario. Lo stadio era strapieno, solo 44 non presenti, e il colpo d’occhio dall’alto era incredibile con tutto lo stadio colorato di arancione. Un impatto scenico unico che è stato accompagnato da una partecipazione costante durante il match. Pubblico in delirio e rumorosissimo per disturbare ogni chiamata di Brady e in silenzio quasi surreale quando era Manning a comandare l’azione. L’energia che si respirava al vecchio Mile High Stadium, per anni uno dei migliori stadi del NFL, non sempre si era rivista nel nuovo impianto. Questa domenica però il pubblico, così come contro i Charghers, è stato il 12.mo uomo in campo, regalando al match una nota di spettacolo ancora maggiore.

Il grande ballo ci attende

temp140119_garorade--nfl_mezz_1280_1024Non ci sarà il pubblico di casa tra due settimane a New York, ma non mancherà di certo l’atmosfera. E’ la partita delle partite, quella per cui ogni giocatori si allena e scende in campo. Il Super Bowl. L’ultima volta c’era John Elway in campo, oggi il numero 7 più famoso del football NFL è seduto sulla poltrona più importante a orchestrare da dirigente la rinascita dei Denver Broncos. Rinascita che passa da John Fox, tre stagioni in panchina in crescendo, ogni anno un passo più deciso verso il grande obiettivo, che adesso è solo a un match di distanza. Elway e Fox hanno riportato a Denver i successi che da troppo tempo mancavano in Colorado e rinnovato l’entusiasmo di un pubblico eccezionale. Hanno allestito una squadra che ha registrato una stagione incredibile, frantumando un record dopo l’altro in praticamente ogni categoria offensiva esistente. Ma per entrare davvero nella storia a questa squadra manca un ultimo passo, il più importante, il grande ballo che chiude la stagione e che darà gli onori e la grandezza alla squadra che uscirà vittoriosa. La stagione è stata memorabile, ora serve mantenere la concentrazione e andare avanti a testa bassa verso l’unico obiettivo che ci si era posti a inizio anno. Vincere il Super Bowl! Go BRONCOS!!

MHC MVP – Peyton Manning, 32/43, 400 yards, 2 TD, 0 INT, 0 Sack, 118.4 QB rtg

I bambini vanno a letto presto

Lunedi sera, diretta nazionale, tante famiglie davanti alla tv, bambini che il giorno dopo devono andare a scuola, meglio non farli stare alzati troppo e chiudere presto il match. welkAvrà pensato questo Peyton Manning visto che è partito a razzo e già nel primo tempo ha messo la parola fine su questo Monday Night, terza partita stagionale. All’intervallo il risultato diceva 27-7 e nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul rientro in partita dei Raiders. I Broncos questa volta non ripetono l’andamento delle due partite precedenti, dove l’equilibrio era stato spezzato solo dopo l’intervallo. L’inizio è col piede piantato sul gas e i touchdown arrivano presto. Non serve dire che l’attacco non sbaglia un colpo, Manning è il solito splendido leader che sembra davvero al top della sua già eccelsa carriera, con una maturità incredibile scannerizza la difesa avversaria e di volta in volta sceglia l’accoppiamento più favorevole o chiama il gioco che sfrutta il blitz avversario e trova libero il proprio ricevitore. I punti arrivano come logica conseguenza.

Record dopo record

32 passaggi completati su 37, 374 yards guadagnate e 3 passaggi da TD, senza intercetti, QB rating che arriva a 135.8 punti. Il nuovo record di giornata sono i 12 passaggi da touchdown lanciati da Manning nelle prime tre giornate di campionato, battendo il recordi di Tom Brady che si era fermato a 11. Sfiorato anche il record per numeri di punti segnati nei primi tre match, mancava solo un field goald ma non è arrivato, causa un fumble di Montee Ball nell’ultimo drive offensivo dei Broncos. Se Manning continua così i record battuti aumenteranno durante la stagione. A dare il loro contributo ci pensano tutti e tre i ricevitori, 10 ricezioni per D. Thomas, 8 per Decker e 7 per Welker con gli ultimi due autori anche di una segnatura a testa. I ricevitori questa volta partono subito concentrati e non sbagliano nulla, come sempre pescati ottimamente dal qb numero 18. La terza segnatura arriva ancora una volta dal TE Julius Thomas, meno cercato rispetto alle partite precedenti ma sempre positivo quando chiamato in causa.

Corri Denver Corri

Messa la partita in cassaforte all’intervallo, i Broncos trovano anche il tempo per provare nuove soluzioni offensive. Fa specie vedere come rientrano in campo dopo la pausa lunga, schierando tre tight end e il solo D. Thomas come ricevitore e puntando molto sulle corse. Un chiaro segno che era il caso di preparare e provare in partita nuovi schemi, non tanto per sorprendere la difesa dei Raiders, già abbastanza in difficoltà anche senza queste varianti, ma quanto per provare, in una settimana corta, soluzioni che probabilmente verrano usate contro gli Eagles la prossima settimana o comunque nel proseguio della stagione. L’anno scorso i Broncos furono eliminati dai playoff certamente per la sciagurata ultima giocata di Rahim Moore, ma anche perchè nel drive offensivo precedente non furono in grado di guadagnare quel primo down che avrebbe messo in ghiaccio il risultato, per colpa di un gioco di corse ridicolo. Questo non si deve ripetere e ogni momento è buono per provare a dimostrare che ora si può gestire anche un risultato correndo. Le prove dei tre running back schierati sono state discrete, Moreno (sempre titolare) corre per 39 yards, Hillman per 66 con un TD e anche Ball dice la sua con 61 yards ma purtroppo il secondo fumble consecutivo che gli costerà altre lavate di capo e qualche minuto in campo nei prossimi match. Pensare che Ball aveva commesso solo due fumble in tutta la stagione scorsa al college e ne ha già commessi due in due partite consecutive qui al piano di sopra.

Non solo attacco

ayerAttacco perfetto, passing game micidiale nel primo tempo e running game che addormenta il match nella ripresa. A quel reparto non si può chiedere di più. Ma il successo di questo inizio di stagione dei Broncos non sarebbe così grande se il tanto celebrato attacco non fosse supportato in maniera ottima dalla difesa, punto interrogativo ad inizio stagione che invece sta sorprendendo per solidità ed efficacia. Certo, non è ancora perfetta e di tanto in tanto si vedono ancora errori piuttosto gravi, come quando concede 73 yards di touchdown al ricevitore D. Moore grazie al brutto angolo di placcaggio di Ihenacho che si scontra con Dominique Rodgers-Cromartie, lasciando tutto il campo libero all’avversario. Errori singoli e individuali, sicuramente rimediabili con un po’ più di attenzione per cui non destano troppa preoccupazione. Il reparto c’è e al momento sembra solido. Quello che fa inoltre ben sperare è la difesa sulle corse, tallone d’achille delle passate stagioni. Ieri solo 9 (!) yards concesse a Darren McFadden sulle corse, giocatore che troppe volte negli anni scorsi si era rivelato un incubo per la difesa. Invece in questo momento si fa fatica a correre contro la linea dei Broncos, migliorata molto togliendo Dumervil e Miller, ottimi pass rusher ma che proprio contro le corse avevano il loro punto debole. Ayers e Wolfe, i due DE, sono molto meno spettacolari ma buoni in tutte le situazioni. Ayers poi impreziosisce il suo match anche con due sacks. I tre giovani linebacker Woodyard, Trevathan e Irving giocano con un furore agonistico che poche volte si era visto nel reparto, hanno una velocità e una mobilità eccellente e se qualcuno riesce a passare la pesante linea difensiva, arrivano a mille all’ora a farsi sentire. Lo sa bene il qb avversario Pryor che sul finale di match subisce un placcaggio devastante di Woodyard che lo costringe ad abbandonare il campo raccontando poi di non ricordare nulla dell’azione.

Carta, forbice e sasso!

hillQuando tutto va bene le cose possono anche essere divertenti. Quanto successo all’inzio dell’ultimo periodo lo testimonia. I Broncos sono in attacco e Hillman con una buona corsa arriva vicinissimo alla segnatura. Gli arbitri si prendono il tempo che serve per rivedere l’azione e decidere dove posizionare la palla, a circa 1 yard dall’endzone avversaria. HIllman è vicino alla panchina e confabula con i suoi compagni di reparto Moreno e Ball, che vogliono entrare per l’azione successiva e tentare la corsa da touchdown. Hillman non molla e la diatriba (molto amichevole) viene decisa a… carta forbice e sasso! Moreno gioca in anticipo e viene squalificato, restano Hillman e Ball. Il secondo gioca carta e Hillman lo batte mettendo forbice. Dunque è lui a guadagnarsi il diritto di correre l’azione successiva, diritto che viene sfruttato alla grande con la corsa da touchdown. Anche questa è l’NFL!

Game BallEric Decker 8 ricezioni per 133 yards e 1 TD.

UPDATE: John Fox ha dichiarato in conferenza stampa che Hillman è entrato per decisione del coaching staff, e non per il risultato della sfida a carta forbice e sasso. Poco male.

 

Seconda partita in casa stagionale per i Broncos e Sports Authority Field strapieno e carico per aiutare la squadra alla vittoria. Di fronte una delle squadre più forti della lega, che pare finalmente pronta a spiccare il volo verso il loro primo Superbowl, i Texans guidati da un grande ex di Denver, Gary Kubiak, prima qb di riserva e poi offensive coordinator negli anni dei due superbowl vinti.

I Broncos devono rifarsi dopo la brutta sconfitta coi Falcons, che ha lasciato sensazioni alterne sulle qualità di questa squadra. Enorme difficoltà in alcuni frangenti, molto solida e concreta in altri. Insomma in cerca ancora della sua identità.

La partita inizia con la palla a Denver che però non parte bene ed è costretta subito al punt. Britton Colquitt piazza un calcio perfetto che costringe il ritornatore a ricevere uscendo dal campo sulla linea delle 2 yards e i Texans inizieranno il primo drive offensivo in una posizione pessima di campo.

La difesa dei Broncos non si lascia sfuggire l’occasione, con Elvis Dumervil che mette a segno il suo primo sack stagionale, placcando Matt Schaub in endzone per la safety che vale il 2-0 Broncos e ridà subito palla all’attacco. Read on »

Ancora una volta, ancora in overtime, ancora un finale incredibile.

I Broncos quest’anno non vogliono farci smettere di sognare. Ci stanno regalando una serie di emozioni fortissime, domenica dopo domenica, partita dopo partita. Emozioni altalenanti, che vanno dall’entusiasmo allo sconforto, dall’incredulità alla rassegnazione. Un altalena che non accenna a fermarsi.

Ieri si è vissuto un altro capitolo di questa incredibile annata. Raggiunti i playoff nel peggiore dei modi, reduci da tre sconfitte a dir poco deludenti, con tutti i pronostici contro e la maggior parte dei tifosi quasi rassegnati a vedere l’epilogo della stagione contro i più forti Steelers, abbiamo invece vissuto la più entusiasmante domenica di football degli ultimi anni.

AFC Wildcard allo Sports Authority Fields at Mile High, i Pittsburgh Steelers sconfitti al Super Bowl l’anno scorso e reduci da un’ottima stagione regolare (12-4) arrivano a Denver acciaccati a causa dei numerosi infortuni che li hanno colpiti nelle ultime settimane. Tra le assenze più gravi quella del running back Rashard Mendenhall e del centro Maurkice Pouncey, oltre all’impossibilità di schierare la safety Ryan Clark per un’insofferenza a livello sanguigno che gli impedisce di giocare in altura. Ma l’infortunio più preoccupante riguarda la caviglia di Ben Rothlisberger, il qb degli Steelers che è apparso nettamente limitato nella mobilità a causa di questo infortunio, che però non gli impedisce di essere in campo.

La chiave della partita dovrebbe essere proprio la pressione che la difesa dei Broncos deve mettere sull’acciaccato Big Ben per limitarne le giocate e limitare quindi l’attacco degli Steelers, già in difficoltà per l’assenza del loro running back principale e quindi con problemi sia sui giochi di corsa, che sul passing game. Read on »

La partita della svolta.

No, non perchè si è vinto in maniera così convincente da dare un deciso cambiamento alla stagione, anzi si è pure perso e il record ora è 1-4. Ma finalmente è stato effettuato il cambio tanto atteso in cabina di regia. Kyle Orton, nell’intervallo, è stato sostituito visto la scarsa prestazione, e l’attacco è stato affidato a Tim Tebow. E così sarà per le prossime partite.

Domenica la partita era cominciata piuttosto male per l’attacco e per Orton, che al suo secondo possesso (il primo chiuso con il punt dopo il three & out), in difficoltà per la pressione avversaria, aveva lanciato un passaggio inguardabile che era stato ovviamente intercettato dalla difesa dei Chargers.  San Diego, che conduceva 3-0 a quel punto, però restituiva il favore con gli interessi quando Cassius Vaughn intercettava un lancio di Philip Rivers e lo riportava in end zone dando così il vantaggio 7-3 ai Broncos.

L’attacco dei Chargers tornato in possesso della palla riusciva a percorrere quasi tutto il campo grazie alle corse di Ryan Matthews, con la complicità di alcuni evidenti placcaggi sbagliati grossolanamente dai difensori in maglia arancio blu (Joe Mays e Rahim Moore su tutti). La difesa in ogni caso riusciva a ricompattarsi e a tenere in red zone, concedendo solo un altro field goal ai Chargers.

Nel drive successivo per l’attacco di Denver, un ottimo McGahee macinava yards e riusciva a portare i Broncos in posizione buona per mettere a segno il field goal del 10-6.

A questo punto però saliva di tono Philip Rivers che andava a orchestrare due drive da touchdown per i Chargers, il primo chiuso personalmente con una corsa di poche yards, il secondo invece inventandosi un passaggio lungo circa 40 yard che sorprende Cassius Vaughn e Quinton Carter e lancia Malcolm Floyd indisturbato in endzone. Nel mezzo l’attacco di Denver stentava parecchio con Orton che non riusciva a cavare un ragno dal buco, tanto che a fine primo tempo la sua statistica diceva solo 34 yards guadagnate e un intercetto. Il punteggio era 23-10 per San Diego. Read on »

Finito il lockout, finito il training camp, finita la preseason. Il roster è stato definito e tutto è pronto per l’esordio, nella più spettacolare delle cornici: il Monday Night! Allo Sports Authority Field at Mile High, lunedi notte i Denver Broncos affrenteranno gli Oakland Raiders, i rivali storici. Meglio di così non si poteva cominciare.

I 53 giocatori sono stati scelta, andiamo con ordine e analizziamo le scelte del trio EFX per quanto riguarda il roster che inizierà la stagione.

Attacco

QB: Kyle Orton, Tim Tebow, Brady Quinn

Nessuna sorpresa, Orton sarà il titolare, si è ancora una volta guadagnato il diritto con un ottimo training camp, una buona preseason e soprattutto perchè la concorrenza non è stata all’altezza. La speranza di molti tifosi, di vedere Tebow al timone della squadra, si è scontrata con la reltà. Tim non è pronto. Forse lo sarà in futuro, ma ora come ora non è una scelta affidabile. L’ottimo training camp di Brady Quinn ha creato una situazione di incertezza sul ruolo di backup. La sensazione è che se Orton dovesse infortunarsi per un lungo periodo, sarebbe proprio Quinn a prendere i gradi di titolare e non Tebow. Orton potrebbe anche sorprendere, sta giocando per il suo futuro, è all’ultimo anno di contratto, e se sarà supportato da un buon gioco di corse, e da una difesa all’altezza, qualche bella sorpresa potrebbe ragalarla. Fermo restando che non è un fenomeno.

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