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Un pessimo inizio

Seconda sfida stagionale con i Chiefs, rivali di division e di conference, determinate per stabilire le gerarchie di accesso alla griglia dei playoff. I Broncos due settimane fa hanno vinto la gara in casa e ora devono riconfermarsi in trasferta, per mettere le mani in maniera importante sulla AFC West. Manca Julius Thomas e soprattutto manca Dominique Rodgers-Cromartie, il migliore delle secondarie in questa stagione. Con lui, assente anche la safety Rahim Moore sostituito da temp131201-Hays-11--nfl_mezz_1280_1024Mike Adams. Gioca invece Moreno, che era uscito in stampelle dalla partita precedente contro i Patriots e ritorna in campo Champ Bailey, il grande assente di questa stagione. L’inizio del match per lui però è pessimo, come per il resto della squadra. Le prime ricezioni sono tutte verso i ricevitori coperti da Bailey che si dimostra non ancora pronto e non certo al livello a cui ci ha abituati. Jamal Charles è difficile da contenere e si arriva ben presto vicino alla endzone per l’attacco dei Chiefs. Quando ormai la segnatura sembra imminente, la giocata di Woodyard, che intercetta un passaggio di Alex Smith in endzone interrompe bruscamente il drive dei Chiefs e smorza sul nascere l’entusiasmo dei padroni di casa. Manning però restituisce il favore pochi giochi dopo, lanciando anche lui un intercetto e lasciando così in parità il match e il conto degli errori. La partita riprende con l’attacco dei Chiefs che continua a mettere in difficoltà la difesa dei Broncos, questa volta riuscendo anche a mettere punti sul tabellone. I Chiefs dopo il primo intercetto infatti infilano tre touchdown consecutivi andando avanti nel punteggio e la partita sembra già prendere la sua strada. Se non bastasse l’attacco dei padroni di casa a mettere in difficoltà la nostra difese, ci si mette anche lo special teams. La giocata di K. Davis è da manuale, riporta in touchdown un kickoff di Matt Prater con una corsa di ben 104 yards, seppur inseguito da Bruton e Bolden, due dei più veloci difensori dei Broncos. L’attacco guidato da Manning oggi non sembra ai suoi massimi livelli e si accende a drive alterni. Dopo l’intercetto Manning riesce a realizzare il touchdown pescando Decker con un bellissimo passaggio da 41 yards ma nel drive successivo è di nuovo intercettato dalla difesa avversaria e le cose si rimettono male. Gli errori di Manning iniziano a essere un po’ troppi e non sembra la sua partita.

Decker stellare

Il primo tempo si chiude con i Chiefs in vantaggio solo per 21-14 perchè fortunatamente i Broncos riescono nel finale di secondo quarto a riportarsi sotto grazie a un bel drive offensivo, chiuso con la segnatura di Moreno su screen pass da 3 tempAP447074344033_1--nfl_mezz_1280_1024yards di Manning. All’intervallo le sensazioni sono di una partita complicata, ma ancora aperta. Dopo il pessimo inizio ci sono ancora tutte le condizioni per ribaltare il risultato, e le chiavi del match sono in mano all’attacco che per ora sta perdendo il confronto con l’ottima difesa dei Chiefs. Ad aiutare Manning però oggi c’è un super Eric Decker, che non sbaglia una ricezione e viene pescato alla grandissima per tutto il secondo tempo dal qb dei Broncos. Le giocate del duo Manning – Decker rimettono in partita i Broncos che vanno avanti nel punteggio grazie ai tre td del ricevitore numero 87, nei primi tre drive del secondo tempo. Il modo migliore di fugare i dubbi che iniziavano a venire dopo il primo tempo incolore. I Broncos ora controllano il match in vantaggio 35-21 a pochi minuti dopo l’inizio dell’ultimo periodo. I Chiefs provano a rifarsi sotto e si avvicinano con la meta realizzata da J.Charles  ma non basta e i Broncos riescono a limitare i danni consumando a sufficienza il tempo sul cronometro e portano a casa una vittoria determinante per la division e per i playoff dell’AFC. Decker è stato il grande protagonista del match, per lui 8 ricezioni per 174 yards e ben 4 td. Le statistiche di Manning sono alla fine del match più che discrete, nonostante i due intercetti inziali. I numeri dicono 22 completi su 35 tentativi, ben 403 yards e 5 td con un qb rating più che buono di 118 punti.

Finalmente Montee Ball

Non solo gioco di passaggi però nella domenica dei Broncos, come successo nelle ultime giornate le corse stanno diventando un fattore importante. Moreno oggi non ha fatto la sua miglior partita, anzi tutt’altro. Sulle corse ha faticato parecchio e probabilmente ha pesato anche l’infortunio subito domenica scorsa. Solo 18 yard in 15 portate, nonostante il grande impegno in tutte le azioni in cui è stato chiamato in causa. Il suo apporto è comunque arrivato sui passaggi, dove ha rifatto vedere alcune giocate degne di nota, guadagnando molte yards dopo la ricezione. Alla fine per lui 72 yards ricevute con 4 passaggi e una meta. Mancato il suo apporto sulle corse, è arrivata la prima prova importante in carriera per il rookie Montee Ball. Apparso già in crescita nelle ultime giornate, ma con gravi problemi di fumble, domenica è riuscito ad avere un buon controllo del pallone e molta più sicurezza. Sicuramente la strada è ancora lunga ma se riesce a risolvere i problemi con la palla, Ball può essere davvero un grande running back. Domenica ha conquistato 117 yards con 13 corse e in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa è sembrato ottimo nel centrare i buchi creati dalla linea offensiva, senza troppi indugi e solido a sufficienza da non essere placcato subito al primo contatto. Ha il fisico ideale per il ruolo del running back completo, non un fulmine di velocità e non un trattore ma promette davvero bene. Speriamo la strada intrapresa sia quella giusta.

Champ Bailey molto indietro

Le note positive vanno però messe sul piatto della bilancia con quelle negative, e purtroppo ce ne sono. Champ Bailey è rientrato dall’infortunio ma è in una condizione di forma troppo scarsa per essere presentabile. Sempre battutto dal suo diretto avversario, ha subito ancora dei colpi duri al fisico già acciaccato e questo non può fargli troppo bene. Ma la cosa che fa preoccupare è che per tutto il secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio il buon Champ è stato fatto accomodare in panchina a guardare i suoi compagni giocare. Il rookie Webster e Quentin Jammer, oltre a Tony Carter e Chris Harris Jr hanno giocato da CB. Di certo qualcosa a cui Bailey non era abituato. Il suo apporto è fondamentale e lo sarà ancora di più quando si arriverà ai playoffs. Lui e il, si spera, recuperato Rodgers-Cromartie devono garantire quella copertura sulle secondarie fondamentale per la difesa, che spesso sarà attaccata sui passaggi. Altro non fattore del match e altra delusione di stagione è Von Miller. Ancora una volta un fantasma o quasi. Il suo apporto statistico si riduce a 2 tackle e per un linebacker, seppur con compiti di caccia al qb, è davvero troppo poco. Anche da lui bisogna pretendere di più. Contro Kansas City la difesa non è mai riuscita a mettere pressione su Alex Smith, che esce intoccato dal match. L’assenza di Wolfe toglie ancora più efficacia alla pass rush, e il solo Shawn Phillips non può bastare. Per Wolfe sono ancora indefiniti i tempi di recupero dato che si trova al momento ricoverato in ospedale per accertamenti dopo aver accusato sintomi riconducibili a una crisi epilettica. Speriamo non sia niente di così grave e che la situazione possa migliorare al più presto, anche se proprio a inizio stagione aveva già subito una commozione cerebrale. Insomma la difesa più che sugli schemi va migliorata dal punto di vista delle prestazioni personali. Se i grossi nomi come Bailey e Miller non si rimettono in carreggiata al più presto potrebbe essere dura la strada che conduce al grande ballo.

Grazie coach Del Rio

La buona notizia è che da questa settimana John Fox è tornato a tutti gli effetti a essere il coach dei Denver Broncos e si è detto in splendida forma dopo il riposo forzato. Il lavoro di Jack Del Rio è stato più che discreto, 3-1 il suo record finale e temp131101_Bakke_52--nfl_mezz_1280_1024soprattutto gli è stato riconosciuto da John Elway la grande professionalità e abilità di aver saputo gestire il doppio ruolo di defensive coordinator e head coach contemporaneamente. Proprio a Del Rio, lo stesso Elway ha dedicato il game ball del match contro Kansas City. E’ difficile stabilire quanto ci abbia messo lui nella gestione tattica di queste quattro partite, fase in cui (soprattutto le prime tre) si è corso nettamente di più e si è preservato Manning dal lanciare troppo spesso, un po’ perchè così chiedevano i match, un po’ per il suo problemino alla caviglia. Di certo la gestione Del Rio non ha avuto lati negativi e chi non fosse un osservatore abituale dei Broncos nemmeno si sarà accorto del cambio di head coach. In questi casi i rischi di fare danni sono maggiori delle possibilità di dare valore aggiunto, quindi giudico in maniera molto positiva la parentesi da head coach dei Broncos per Jack Del Rio. Ora bentornato John Fox al comando della squadra, sicuramente il suo apporto farà bene anche solo perchè permetterà una miglior distribuzione della gestione della squadra con Del Rio che tornerà a occuparsi solo di difesa. La situazione dei playoffs è ancora apertissima, coi Broncos al primo posto nei seed AFC davanti ai Patriots e ai Chiefs che inseguono col record di 9-3. La strada è ancora lunga ma almeno le mani sulla division, visto il doppio successo sui Chiefs, sembra che si siano messe, serve solo stare attenti ai passi falsi, a cominciare da domenica prossima quando verranno a Denver i Tennessee Titans.

MHC MVP – Eric Decker 8 ric per 174 yards e 4 TD

 

Manning contro Brady

Peyton-Manning-Tom-BradyOgni volta che questi due qb si affrontano, tutte le altre storie intorno alla partita diventano secondarie. Il record stagionale, la vittoria della division, le performance degli altri giocatori, passano in secondo piano e la partita è tutta nella sfida tra Peyton Manning e Tom Brady, due dei più grandi qb degli ultimi 10 anni e probabilmente di sempre. Chi vince la sfida tra i due, porta a casa la partita, quasi sempre. Domenica la sfida è stata vinta da Tom Brady, più preciso e più in controllo del match che è stato in grado di portare la W dalla parte dei suoi New England Patriots. La sua reazione dopo un inizio disastroso è stata degna di un fuoriclasse. I primi tre possessi di Brady si sono chiusi con tre fumble dei Patriots, che hanno permesso ai Broncos di portarsi in vantaggio nel punteggio sfruttando le ottime posizioni di campo. Nella ripresa però il leader dei Patriots ha ribaltato il match, recuperando ben 24 punti e portandosi fino al 31-24 con esecuzioni precise e approfittando di tutti gli spazi che la difesa dei Broncos concedeva. Manning dall’altra parte del campo è parso un po’ meno preciso del solito, ha sicuramente sofferto il grande freddo del Gillette Stadium, – 6 gradi e con vento gelido oltre i 30 km/H e le difficoltà si sono viste anche quando la squadra metteva punti a tabellone nel primo tempo. Il suo tabellino racconta di solo 150 yards lanciate con 19 completi su 36, percentuale tra le peggiori dall’inizio della stagione. Due le mete realizzate contro un intercetto, per un qb rating finale non esaltante di 70.4 punti. Brady ha risposto con 344 yards lanciate, 34 passaggi completati su 50 e 3 td senza intercetti, con qb rating 107.4  ma numeri a parte si è dimostrato un grande campione soprattutto dal punto di vista mentale. Senza un grandissimo gruppo di stelle a ricevere i suoi palloni è riuscito a trovare i punti deboli, come l’assenza di Rodgers-Cromartie nella ripresa, per mettere in cascina yards dopo yards e infilare 4 td nella ripresa. A lui la palma di vincitore morale dello scontro tra i due qb.

Inizio col botto

L’inzio di partita aveva lasciato sperare un ben altro risultato finale per i Broncos. La difesa è partita alla grande causando subito tre fumble nei primi tre drive dei Patriots, il primo dei quali riportato direttamente in endzone da Von Miller per il 7-0 iniziale. Poche azioni dopo lo stesso Von Miller si ripete, tempAP517128175571--nfl_mezz_1280_1024causando questa volta il fumble di Tom Brady, che viene recuperato da Terrance Knighton sulle 23 yards offensive per i Broncos, che ci mettono pochissimo a realizzare con Moreno il secondo td di giornata. Drive successivo e altro fumble, questa volta del rb Blount che viene colpito dalla safety Ihenacho e il pallone è recuperato da Trevathan. Terzo drive offensivo dei Broncos che finisce a punti grazie al field goal di Matt Prater dalle 27 yards. Non ci poteva essere inizio migliore, con l’attacco che trova ancora il field goal più tardi nel secondo quarto e la difesa che continua a mettere pressione su Brady causando ancora un fumble, questa volta recuperato dai Patriots. La partita sembra segnata, il risultato è di 24-0 e i Patriots giocano già il quarto down alla mano, senza convertirlo e dando di nuovo la palla ai Broncos. Nonostante il vantaggio però, le sensazioni non sono del tutto positive. L’attacco non sta giocando bene, i lanci di Manning non sono per nulla precisi e arriva anche qualche errorino dei ricevitori che però sono quasi sempre marcati molto da vicino dalla difesa dei Patriots. Il vantaggio è sicuramente frutto di “episodi” e della grande prova difensiva più che di un vero dominio di squadra. C’è la sensazione che la partita sarà ancora lunga.

Turning point

Il punto di svolta del match avviene a 10 secondi circa dalla fine del secondo quarto. I Patriots vanno al punt e i Broncos hanno ancora qualche secondo per provare ad allungare il vantaggio prima che il secondo tempo si riapra con la palla in mano ai Patriots nella ripresa. Sul punt Trindon Holliday si trasforma, come a volta gli capita, nel fratello scarso di quello che è in grado di strabiliare e perde il pallone sulla ricezione, nella mischia ne escono i Patriots con la palla in mano in una posizione di campo che può permettere a  Brady di provare, senza rischiare nulla, il lancio in endzone. Cosa che puntualmente avviene, ed è qui che succede il fattaccio. Il lancio è corto e lontano da ogni ricevitore, Dominque Rodgers-Cromartie si lascia ingolosire dalla possibilità di intercettare la palla e si tuffa in un tentativo di inutile (se non per le statistiche) intercetto a terra, che si trasforma in un infortunio alla spalla e pallone che cade incompleto. Il cb fino a questo momento in stagione vera stella delle secondarie e che anche in questo match stava giocando strabene, non rientrerà in campo nella ripresa a causa dell’infortunio e Brady da quel momento in poi decide di punire Webster, il suo sostituto, individuato come anello debole della difesa.

Secondo tempo da incubo

A complicare le cose ci si mette poi il solito fumble dei running back dei Broncos, Montee Ball che stava giocando comunque molto bene, perde un pallone sanguinoso dopo un contatto col difensore avversario e la palla è recuperata dalla difesa. Brady non si lascia scappare l’occasione e guida il drive da td chiuso pochi giochi dopo con una corsa in td del rb Bolden. Punteggio sul 24-14 e inerzia che comincia a cambiare passando dalla parte dei padroni di casa. I Broncos fanno di tutto per rallentare il ritmo, correndo a ripetizione e cercando di far perdere il ritmo a Brady lasciandolo in panchina. La tattica funziona si e no, Moreno mette insieme ottime corse e macina yards, ma non si può solo correre e il gioco sui passaggi non riesce a supportare quello sulle corse. Manning viene placcato su un terzo down subisce un sack con fumble che per fortuna lui stesso riesce a recuperara, ma l’attacco si inceppa. Brady   temp131124_Christus09--nfl_mezz_1280_1024ormai è lanciatissimo e in due passaggi raggiunge di nuovo l’endzone per il td del 24-21 realizzato dal TE Gronkowski. Ora la bilancia pende tutta dalla parte di New England che mette la freccia e nel quarto periodo supera i Broncos nel punteggio sfruttando un altro turnover, questa volta un intercetto lanciato da Manning e messo a segno da L. Ryan. La partita sembra sfuggire di mano e i Patriots allungano ancora con un field goal portanto il risultato sul 31-24 e facendo credere che ormai i Broncos abbiano mollato dal punto di vista psicologico più che fisico. In realtà la reazione che non ti aspetti più arriva e i Broncos riescono a pareggiare con un bel drive, l’unico del secondo tempo, fatto di passaggi corti e di corse, e chiuso con il TD di D. Thomas a 3 minuti dalla fine. La partita si trascina senza altre emozioni ai supplementari. I Broncos vincono il sorteggio ma l’equilibrio sembra regnare nell’overtime. Le difese riescono a contenere gli attacchi e il gioco si ingolfa un po’ arrivando al punt nei primi 4 drive e consumando tempo sul cronometro. Nel secondo punt dei Patriots però si decide la partita. Welker è l’uomo destinato a ricevere il pallone, all’ultimo momento segnala di non ricevere il pallone e si allontana facendo rimbalzare la palla, che però va a sbattere sulle gambe di Tony Carter che stava bloccando un giocatore dello special team avversario. A quel punto la palla diventa giocabile e libera e i Patriots sono i primi a ricoprirlo in una zona perfetta per segnare, pochi giochi dopo, il field goal decisivo che consegna la vittoria a Brady e compagni. La fine peggiore per una delle più belle ed incerte partite di questa stagione NFL e un modo un po’ casuale di decidere la sfida tra i due campioni Manning e Brady. Se le premesse restano queste però, è probabile che non sai l’ultimo confronto fra i due in stagione, i playoff li aspettano.

MHC MVP – Knowshon Moreno 37 corse per 224 yards (record in carriera), 6.1 ypc, 1 TD

L’atteso confronto

temp131117_Bakke12--nfl_mezz_1280_1024Finalmente è arrivato il momento del confronto con i sorprendenti Kansas City Chiefs, vera rivelazione dell’anno che stanno impressionando tutta la lega e che hanno dalla loro il miglior record NFL, 9-0 e sono l’unica squadra ancora imbattuta. L’attesa è grande perchè i Broncos, alla vigilia della stagione nettamente favoriti per dominare la AFC West, si trovano al momento a inseguire e una sconfitta complicherebbe molto la situazione in vista dei playoff. C’è molta curiosità intorno a questo match, bisogna capire se entrambe le squadre sono veramente così forti, oppure hanno fatto un buon cammino fin qui aiutati dalla buona sorte e dal calendario. Entrambe hanno infatti affrontato solo squadre con il record perdente, unica eccezione i Colts, che hanno fatto registrare peraltro l’unica sconfitta dei Broncos. Non è della partita Champ Bailey ancora infortunato e tutto sommato, visto il brutto stato di forma del futuro hall of famer, forse non è poi nemmeno un male per i Broncos. Dall’altra parte invece è presente quel Dwayne Bowe che, dopo aver fatto visita alle patrie galere per certi comportamenti discutibili fuori dal campo, è di nuovo pronto a vestire l’uniforme dei Chiefs. Torna titolare la safety Duke Ihenacho, rivelazione di quest’anno. La difesa dei Chiefs è la loro migliore arma e con quella, più che con l’attacco, hanno fin qui dominato. Manning è il bersaglio grosso dichiarato fin dalla vigilia e pertanto l’attenzione deve essere massima per i padroni di casa. Dall’altro lato del campo il loro attacco non fa così tanta paura, seppure Jamal Charles non è nuovo a fare bella figura contro i Broncos. La nostra difesa quest’anno sta dominando contro le corse ed è un po’ più imprevedibile sui passaggi dove ha alternato buone cose a mezzi disastri. In ogni caso la chiave della partita sarà vedere come si comporta il nostro attacco contro la loro difesa, i due reparti che detengono molti record in stagione.

Cambia la tattica

Miglior attacco contro miglior difesa, di solito questi confronti non sono mai facili da pronosticare e il più delle volte è la difesa a uscirne vittoriosa. Sarà per questo motivo, o forse anche per il leggero infortunio subito da Manning domenica scorsa alla caviglia, che la necessità di proteggerlo diventa il primo punto sulla check list in preparazione del match. Jack Del Rio che di difesa ne sa qualcosa, decide insieme al suo staff di mischiare un po’ le carte e cambia l’approccio tattico temp131117_Bakke24--nfl_mezz_1280_1024alla partita. Rispetto a tutte le altre uscite stagionali, i Broncos scelgono di controllare il cronometro e di stancare la difesa avversaria con delle corse per aprire i down e non mettere troppo a rischio Manning. La tattica funziona alla grande, correre e guadagnare yards a ogni corsa (cosa non scontata), permette ai Broncos di gestire il match e dopo essersi portati in vantaggio per 10-0 nel primo quarto grazie al fg di Matt Prater e al touchdown di Julius Thomas (ricezione da 9 yards), di gestire la partita senza mai andare in difficoltà. I Chiefs riescono solo ad avvicinarsi sul 10-7 grazie a Bowe (6 yard di ricezione da A. Smith) ma i Broncos non danno mai l’impressione di perdere il controllo sul match. La partita continua con questa tattica, meno spettacolare del solito, dove si corre o se si lancia lo si fa immediatamente, con passaggi corti o screen pass, in modo da ridurre al massimo i rischi di subire sack contro la miglior difesa in circolazione. Grazie anche alla prima prova col punto esclamativo di Montee Ball, autore di due TD, i Broncos prendono il largo nel punteggio. I Chiefs, chiamati a rincorrere, cosa mai capitata prima in stagione, dimostrato tutti i loro limiti offensivi. Troppo impreciso Alex Smith e con la linea offensiva che subisce gli attacchi della nostra difesa, non impesieriscono mai i Broncos e danno anzi l’idea che il loro 9-0 sia più frutto di circostanze fortunate, che nella seconda parte dellla stagione potrebbero non ripetersi, che di un reale dominio e strapotere nella lega.

Manning l’intoccabile

La partita è stata vinta in trincea, come succedeva ai “vecchi tempi”, una di quelle partite dove il dominio fisico sulla linea ha fatto tutta al differenza del mondo. La linea offensiva dei Broncos è stata strepitosa nel proteggere Manning, per lui nessun sack subito e mai nessun avversario nei suoi paraggi, è stato sfiorato solo una volta e per lui giocare così è fondamentale, anche per temp131117_Bakke22--nfl_mezz_1280_1024preservare la caviglia acciaccata. I due tackle, messi sotto pressione dai DE avversari hanno retto alla grande e va segnalata la bellissima partita di Ryan Clark che aveva il compito più difficile, proteggere il lato cieco del qb dagli attacchi di Tamba Hali e degli altri Chiefs. Il gioco di corse è stato ben effettuato, i numeri non sono strabilianti e dicono 104 yards guadagnate in 36 corse, ma la distribuzione dei giochi e l’alternanza di corse e passaggi in situazioni dove fino a ieri i Broncos lanciavano nel 90% dei casi è stata importante per tenere la mani suo match. Moreno ha fatto una prova discreta, segnando a tabellino 27 corse (record stagionale) per 79 yards e Montee Ball come detto ha realizzato due bei touchdown in situazione di redzone dimostrando che il fiuto per il TD non l’ha perso (sul il record di TD al college). L’unico fumble commesso dall’attacco, ancora da Ball in uno scambio di palla con Manning, potrebbe far calare un po’ il giudizio sul rookie, ma dopo la partita è stato lo stesso Manning a chiarire le cose e prendersi la responsabilità dell’errore dovuto a un suo posizionamento errato del pallone. Non c’è stato solo gioco di corse e non potrebbe essere diversamente per questi Broncos, i passaggi ci sono stati e sono stati tanti come sempre. Manning ha completato 24 lanci su 40 tentati per 323 yards di guadagno e 1 “solo” TD. Come sempre tutti i ricevitori coinvolti anche se oggi sugli scudi ci finisce Wes Welker, che per i passaggi corti è sempre un arma fantastica. 8 ricezioni per 72 yards per lui. La giocata più lunga spetta però a D. Thomas con un bel gioco da 70 yards in una delle sue 5 ricezioni di giornata.

Shawn Phillips, protagonista low cost

Vinto lo scontro principale tra il nostro attacco e la lora difesa, per vincere il match serviva che il nostro reparto difensivo non facesse scherzi e così è stato. La prova della difesa è stata molto positiva, sugli scudi la linea che ha messo grande pressione su Alex Smith, realizzando 3 sacks e in molte altre occasioni ci è andata vicino. Protagonista di giornata il de/olb Shawn Phillips con 1.5 sacks, 10 tackle e tanta pressione su Smith, sta confermando di essere una delle firme in free agent più sottovalutata di tutta la NFL. Dopo il clamoroso fax gate del caso Dumervil, la dirigenza è stata eccezionale nel non farsi prendere dal panico e non dare milioni di dollari a Freeney o Abraham, ma ha saputo aspettare l’occasione temp131117_Christus16--nfl_mezz_1280_1024giusta firmando l’ex nemico (nonchè odiato) lb dei Chargers. La sua stagione è semplicemente all’altezza di quello che faceva il buon Elvis l’anno scorso, ha già registrato 9 sacks in stagione e 28 tackle con un rendimento eccellente e uno stipendio di circa 10 volte inferiore di quello che era destinato a Dumervil, guadagna infatti 1 M$ per 1 anno di contratto. Ottima mossa del front office che secondo me dovrebbe pensare seriamente di riconfermarlo alla fine della stagione. Oltre a Phillips domenica si è messo in evidenza anche Malik Jackson, un giovane che sta facendo vedere ottime cose nel poco tempo in cui viene utilizzato. La sua crescita è importantissima per dare sostanza a forze fresche alla linea e la sua versatilità gli permette di giocare sia com DE che come DT in situzioni di passaggio. Domenica per lui 3 tackel, 0.5 sacks e due passaggi deviati sulla linea a interrompere azioni importanti per gli avversari. Chi non si è visto domenica è stato Von Miller, ed è una mancanza grave. La sua stagione già complicata per la squalifica non è ancora decollata e speriamo che sia solo questione di tempo. Il suo apporto è fondamentale per riuscire a raggiungere traguardi importanti, e Jack Del Rio a fine partita ha espresso chiaramente ad alta voce il suo disappunto per la prova di Miller. Le secondarie se la sono cavata bene con alcune giocate spettacolari di Dominique Rodgers-Cromartie per cui vale lo stesso identico discorso fatto per Phillips. Grande acquisizione in off-season, ottimo prezzo, ma solo 1 anno di contratto e la necessità di confermarlo per i prossimi anni perchè ha tutte le qualità che servono a un buon cb NFL. Da registrare purtroppo il brutto infortunio a Rahim Moore, di cui non è ben chiara l’origine ma sembra che un muscolo della gamba abbia iniziato a sanguinare causando un’emorragia interna e quindi una eccessiva compressione dell’arto che rischiava di procurare danni ai nervi. Dopo aver sentito già fastidio in settimana, Moore ha dovuto lasciare il campo durante il match ed è stato già operato nella giornata di lunedi, i tempi di recupero però sono indefiniti al momento ma si teme un lungo stop, tanto che è stato messo proprio oggi nella injury list con l’opzione per essere reinserito a roster dopo 6 settimane. Al suo posto è stato firmato Micheal Huff, ex prima scelta al draft e grande promessa che poi si è persa un po’ nel cammino NFL ma che ha al suo attivo più di 90 partite da titolare.

Al posto di guida

La vittoria di domenica rimette i Broncos in testa alla AFC West e come si usa dire in questi casi sono padroni del proprio destino. Al momento hanno il miglior record NFL e il vantaggio nello scontro diretto coi Chiefs. Le prossime partite saranno però molto dure, a cominciare da domenica prossima (ancora Sunday Night) quando i Broncos affronteranno i New England Patriots in tasferta. La squadra di Brady è sempre pericolosa, al momento ha un record di 7-3 e resta una seria candidata alla finale AFC, forse l’unica vera avversaria sullo stesso livello dei Broncos. Le altre squadra in corsa per i playoff sono i Bengals (7-4) e i Colts (7-3) che stanno comandando agevolmente le loro division e difficilmente perderanno l’accesso alla post-season. Per la wild card un posto è sicuramente occupato dalla seconda della AFC West (ci auguriamo i Chiefs) e per l’altro sono parecchie le squadre in corsa con un record di 5-5 ma nessuna di loro sembra al momento in grado di poter far strada nei playoffs. Sarà fondamentale giocarsi bene il ritorno contro Kansas City in trasferta, perchè bisogna assolutamente vincere la division per non dover ricorrere alla wild card e giocarsi poi i playoffs sempre in trasferta, ma è ancora presto per pensarci, intanto domenica andrà in scena l’ennesimo Manning Vs Brady con special guest l’ex di lusso Wes Welker.

MHC MVP – Shawn Phillips – 10 tackle, 1.5 sacks, 2 hits

Coach Del Rio

Prima partita dopo la sosta e prima uscita di Jack Del Rio come head coach ad interim dei Broncos. John Fox, appena operato al cuore, sta bene e segue la partita dalla Carolina, dove è stato curato. Ne avrà per un po’ ma i Broncos sono nella mani esperte di un ex-capo allenatore che manterrà il controllo sulla temp131110_Bakke18--nfl_mezz_1280_1024difesa e, come dichiarato da lui, curerà molto poco l’attacco lasciato principalmente all’offensive coordinator Adam Gase. Si gioca a San Diego, campo sempre ostile quello dei rivali di division, che apre una serie di partite dure nelle quali Denver se la vedrà due volte con Kanasas City e con i Patriots. E’ la fase decisiva della stagione. I Broncos trovano sull’altra sideline Mike McCoy, ex allenatore dell’attacco che ben conosce il nostro playbook e come gira il nostro attacco per averlo gestito l’anno scorso in prima persona. L’idea dei Chargers è chiara, tenere Manning fuori dal campo, e nel primo tempo il piano riesce a meraviglia. Peccato per i Chargers che il tempo di possesso non serva a mettere punti a tabellone. La squadra di McCoy corre e guadagna campo poco alla volta, spendendo tanto tempo e stancando la nostra difesa, che però nel momento decisivo tiene duro e non concede touchdown ma solo tre field goal (uno sbagliato) all’attacco avversario. Potremmo dire una difesa che si piega ma non si spezza. I linebacker Woodyard e Trevathan giocano alla grande, mettendo a segno numerosi placcaggi (11 a testa alla fine) e stando sempre vicino alla zona della palla. I cornerback, privi di Bailey ancora fuori, se la cavano bene e tutta la difesa nel primo tempo è positiva. Sugli scudi anche la coppia Knighton e Vickerson, i due DT, certo non delle stelle acclamate, stanno giocando bene e numerose sono le azioni in cui sono determinanti.

Thomas & Thomas

temp131110_Bakke32--nfl_mezz_1280_1024Quello che McCoy non aveva previsto, nel suo piano per battere i Broncos, era che Manning non ha bisogno di molto tempo per mettere punti a tabellone. Il primo drive da td dura solo 57 secondi e si chiude con il passaggio di Manning per Julius Thomas sulla linea laterale. La corsa del TE è splendida, evita un avversario e corre sulla sideline per 74 yards industurbato fino alla linea di meta. E pensare che era al rientro dopo un infortunio, possiamo dire che ha recuperato alla grande e alla prima giocata l’ha fatto subito vedere. E’ stata la giornata dei Thomas, non solo Julius ma soprattutto Demaryius, il più famoso dei due. Il wr mette a segno gli altri 3 td chiudendo due rapidi drive dei Broncos nel primo tempo e realizzando poi la segnatura nel drive d’apertura nella ripresa. Per lui grande giornata, 7 ricezioni per 108 yards e appunto tre mete. Tutto l’attacco dei Broncos ha giocato abbastanza bene arrivando alla meta velocemente. Determinante ancora una volta anche la prova di Moreno, ormai titolarissimo e sempre più positivo e chiamato in causa. Che sia su corsa e su passaggio, il running back da sempre il massimo e riesce sempre a prendere yards importanti anche dopo il primo contatto con i difensori avversari dimostrando una solidità mai vista fin qui nella sua carriera. Alla fine chiude con 8 ricezioni per 49 yards e 15 corse per 65 yards. Il suo rendimento è sicuramente tra le sorprese di stagione visto che partiva indietro nel roster. Bravo Knowshon.

Ancora un fumble

Nella ripresa i Broncos ormai in vantaggio hanno in mano il match e possono limitarsi a controllare il ritorno dei Chargers. Purtroppo però ancora una volta sono i fumble a rimettere in partita gli avversari. Manning subisce un sack e perde il pallone, come troppo spesso è capitato quest’anno. I Chargers partono così da un’ottima posizione e non ci mettono molto a percorrere le 10 yards che li separano dalla meta. Partita riaperta e c’è da capire il perchè di questi numerosi sack con fumble che stanno caratterizzando la stagione. La linea tutto sommato non ha fatto un brutto lavoro. L’assenza di Clady sul lato cieco è sicuramente importante e forse l’alto numero dei lanci tentati espone la linea d’attacco a un lavoro davvero duro. Manning di per se pare un po’ troppo lento (a volte) o addirittura troppo sicuro di riuscire a liberarsi del pallone in tempo, quando invece poi subisce il sack e perde il pallone. E’ qualcosa su cui si può, e si deve, sicuramente lavorare in ottica playoff quando le difese giocheranno al massimo e non si può certo regalare nulla agli avversari. Fortunatamente questa volta il danno è lieve e il match fila via piuttosto bene, con i Chargers che faticano a portarsi sotto nel punteggio e i Broncos che usano abbastanza bene il cronometro. La meta di San Diego nell’ultimo periodo fissa il punteggio sul 28-20 finale ma non mette mai in dubbio la vittoria di Denver.

La caviglia di Manning

temp131110_Bakke29--nfl_mezz_1280_1024A preoccupare i Broncos è stato però un colpo subito da Manning negli ultimissimi giochi di partita, quando un difensore avversario gli si è buttato sulle caviglie facendolo cadere a terra. Manning si alza zoppicando ma si rimette a terra facendo tremare i tifosi arancioblu davanti alla tv. Il qb già durante la stagione aveva subito una distorsione alla caviglia e ha saltato un paio di allenamenti per non peggiorare la situazione. Dopo il colpo è riuscito a tornare in campo e chiudere il match seppur zoppicando, lasciando abbastanza tranquillo l’ambiente ma è un campanello d’allarme da non sottovalutare. In caso di altri colpi potrebbero nascere problemi maggiori. Fortunatamente gli esami svolti lunedi non hanno evidenziato lesioni per cui si tratta di una semplice seppur dolorosa distorsione, che non precluderà l’utilizzo della stella dei Broncos nel prossimo importantissimo match contro Kansas City. I Broncos poi non hanno gradito il colpo subito da Manning, che aveva già rilasciato la palla, e nessun arbitro ha rilevato la penalità per il colpo ritardato. E’ stata fatta una richiesta alla lega di rivedere l’azione ed eventualmente prendere provvedimenti anche se dubito venga deciso qualcosa in merito. A mio parere non è sembrato un colpo “volontario” mirato a infortunare il giocatore ma un tentativo di sack giunto con leggero ritardo per cui non ci vedo nulla di perseguibile.

Si decide l’AFC West

La prossima partita sarà la più dura e importante finora della stagione. A Denver arrivano i Kansas City Chiefs che stanno soprendendo tutta la NFL con il loro record di 9-0, migliore della lega. L’arrivo di coach Andy Reid ha messo insieme il mosaico di talento che già era presente l’anno scorso e con l’aggiunta del qb Smith hanno elevato il loro livello da promessa a certezza della NFL. La difesa dei Chiefs fa paura, concede pochissimo e recupera un sacco di palloni causando turnover. La partita sarà dura ma i Broncos hanno complessivamente più talento e devono imporsi, anche perchè giocano in casa a 15 giorni dopo andranno loro a fare visita ai Chiefs e non possono permettersi di arrivarci indietro in classifica. Inoltre la vittoria dei Broncos potrebbe servire anche psicologicamente per minare le certezze che si stanno costruendo nella mente dei Chiefs e aprire qualche crepa che potrebbe portarli ad ulteriori passi falsi. Sarà dura, sarà una grande sfida.

MHC MVP: Demaryius Thomas – 7 ricezioni per 108 yards e 3 TD

Prima o poi doveva succedere.

Si sapeva, il record 16-0 non era e non deve essere l’obiettivo principale, una sconfitta prima o poi doveva arrivare ed è arrivata a Indianapolis, contro i Colts che di Manning sono stata la squadra per moltissimi anni, prima dell’approdo ai Broncos. Una domenica particolare per Peyton, tornato a “casa” tra molti tifosi che ancora lo applaudivano e inneggiavano per il Super Bowl vinto (già, solo uno) e per la qualità del gioco fatta vedere durante la sua lunga carriera. Forse emozionato, anche se non sembra il tipo, o forse semplicemente in difficoltà per le trame che si sviluppavano durane la partita, non è stato il solito Manning visto fino ad ora. Parecchi passaggi imprecisi, soprattutto quelli sul lato sinistro per D. Thomas, troppo spesso corti, e alcune scelte non sempre ideali come la costante ricerca di screen pass per i running back che però non hanno portato a grossi successi. Approccio alla partita certamente da condividere con il coaching staff, anche se con la libertà che ha il qb di cambiare i giochi sulla linea non si sa mai fino in fondo chi sceglie il gioco da effettuare tra lui e i coach. La squadra non ha giocato bene, la partita è stata inzialmente chiusa ed equilibrata con il punteggio che è cambiato più volte portando il vantaggio da una parte all’altra del tabellone con segnature alternate e sembrava che nessuna delle due squadra avesse un netto dominio sull’altra. Però a metà del primo tempo, sul 14-10 per i Broncos, l’attacco si è ingolfato e i successivi 6 drive son finiti senza punti sul tabellone.

Mani addosso a Manning

manning-colts-600Una safety subita da Peyton Manning (fumble causato da Robert Mathis e poi recuperato da un compagno) ha dato il via alla cavalcata dei Colts, che costringendo al punt i Broncos per i successivi 5 drive a cavallo tra secondo e terzo quarto, tenevano a secco l’attacco e costringevano la difesa a rimanere in campo e a faticare contro l’ottimo attacco messo in piedi dal nuovo leader dei Colts, Andrew Luck. Ma era la difesa dei Colts a mettere a dura prova il nostro attacco, solitamente molto efficace. L’assenza del RT Franklin, dopo quella di Clady, si è fatta sentire sulla linea offensiva (dove manca anche il C titolare JD Walton). La coperta inzia a essere corta e la pressione avversaria sul qb dei Broncos inizia a essere importante. Ieri ben 4 sacks subiti, la safety e un intercetto causato sempre dalla pressione avversaria su Manning. Inoltre il colpo subito da Mathis ha fatto nascere alcuni dubbi sulla possibile perdita di forza mostrata nei lanci successivi. Manning ha minimizzato le domande della stampa a tal proposito con una battuta “Dopo il colpo ho lanciato molti passaggi traballanti, molti passaggi da touchdown traballanti” come a voler dire che non c’è stato nessun tipo di conseguenza e speriamo davvero sia così. Fatto sta che la linea dovrà trovare ben presto un suo assetto perchè non possiamo permetterci che Manning venga maltrattato dalle difese avversarie, altrimenti le nostre speranze crollano in maniera netta.

C’è Miller, ma cambia poco

L’attacco ha faticato certo, ma nel quarto periodo una ripresa c’è stata, sono arrivati altri due touchdown a rimettere in partita i Broncos ma i Colts erano già parecchio avanti, 33-17 alla fine del terzo periodo. Continuando la brutta tendenza che si vede da inizio stagione, la difesa non è stata in grado di tenere a punteggio basso i Colts. Luck ha fatto il T+Y+Hilton+Denver+Broncos+v+Indianapolis+Colts+dFuqtJlSlGslbello e il cattivo tempo, pur senza strafare. La sua è una prestazione non stellare nei numeri ma molto solida, mette a referto 228 yards con 21/38 e 3 Td senza intercetti. A completare l’opera anche un td su corsa e altre corse buone per il primo down al momento decisivo, ad aumentare la sensazione che stia diventando sempre più leader della squadra e sempre più maturo. La difesa soffre tremendamente ancora una volta dimostrando tutti i suoi limiti. E’ rientrato Von Miller, dopo le sei giornate di squalifica per… “essere scemo” diciamo. Il suo apporto non è stato importante come sperato, forse un po’ di ruggine e un po’ di mancanza di abitudine al contatto fisico, hanno limitano il suo impatto sul match. Solo 2 placcaggi per lui e poca pressione su Luck. Già dalle prossime gare il suo apporto dovrebbe migliorare, almeno è quello che i Broncos sperano. Mancava ancora invece il MLB Woodyard e forse è stata la mancanza più importante. Wesley è il leader della difesa, oltre ad essere un ottimo linabacker. E’ quello che urla e tiene insieme il reparto, il vero capitano e la sua assenza lascia un buco importante in mezzo alla difesa. Il suo sostituto Lenon non è al suo pari e tutto il reparto ne risente. Tra le secondarie la prestazione migliore è ancora di Dominique Rodgers-Cromartie che più di una volta salva il risultato con ottime giocate sui ricevitori avversari. In difficoltà invece Champ Bailey, completamente distratto nell’azione del td di Heyward-Bay, dove si perde il ricevitore in motion sulla linea come un dilettante. Inoltre per lui di nuovo un infortunio subito di cui si attendono notizie nei prossimi giorni. Anche gli altri compagni di reparto comunque non hanno brillato, lasciando spazi ampi ai ricevitori e tight end dei Colts per completare i loro giochi e avanzare per il campo.

Troppe palle perse

I Broncos concedono anche oggi una valanga di punti, 39 per la precisione, ma non è solo colpa della difesa. Ieri le palle perse sono state decisive dando ottime posizione di partenza all’attacco di casa. Sanguinoso il fumble di Trindon Holliday che perde palla sulle proprie 14 yards durante un ritorno di punt e concede il facile touchdown ai Colts nel drive successivo. Sul finale quando si cerca la disperata rimonta e si è vicini alla meta avversaria, manning_luck.jpg.size.xxlarge.letterboxè ancora il running back Hillman a perdere il pallone che viene recuparato dai Colts mettendo praticamente la parola fine sul match. Per Hillman i fumble iniziano a essere troppi, se abbinati poi alla mancanza di big play che ne giustifichino l’utilizzo. Se per lui le cose non cambiano la vedo dura in futuro. Dietro Moreno, ieri per niente spettacolare, sembra ci sia una gara a chi spreca l’occasione tra Ball e Hillman, che alternano un fumble per uno quando chiamati in causa. Io continuo a preferire Ball, anche se non ha ancora dimostrato nulla di speciale. In aggiunta ai due fumble ci sono stati come detto la safety e l’intercetto di Manning, a completare l’opera. Con 4 turnover l’attacco certamente non ha aiutato questa difesa già in enorme difficoltà.

Una sconfitta che deve servire

La sconfitta doveva arrivare ed è arrivata. I segnali c’erano già stati nei turni precedenti, dove si era visto un attacco stellare e una difesa troppo allegra e si poteva intuire che in caso di giornata no dell’attacco, la partita sarebbe stata subito in bilico. Questo è prontamento successo e nonostante tutto si è comunque riusciti a portare la partita agli ultimi due minuti e chiudere a soli a 6 punti di distacco finali. Questa sconfitta deve essere una sveglia per tutto l’ambiente, troppo gasato dall’inizio in pompa magna e offuscato dall’attacco eccezionale che copriva tutti gli altri difetti della squadra. Ora i difetti sono venuti fuori ed è il momento migliore, perchè c’è tutto il tempo per porvi rimedio e impostare nuovi schemi che correggano gli errori visti in queste giornate. C’è ovviamente da restare ottimisti ma non sedersi sugli allori e questa sconfitta serve proprio allo scopo. Il coaching staff probabilmente lo sapeva già, ma vedere una L in classifica può servire a dare la scossa anche ai giocatori, che forse erano un po’ troppo convinti di essere imbattibili, visto che si erano vinte 17 partite di file di regular season. La doccia fredda è arrivata e ora si torna sulla terra, con i Chiefs che invece continuano a vincere e al momento sono 7-0 in AFC West dunque non è più il momento di scherzare, ora serve mostrare i muscoli e giocare più determinati. Le possibilità di fare bene ci sono tutte e già da domenica contro i Redskins avremo le prime risposte.

MHC MVP: Eric Decker – 8 rec per 150 yards e 1 Td

Vinto, ma non convinto

Pomeriggio di sole al Mile High Stadium (ma non ditelo allo sponsor che ha messo davanti il suo nome) e i Denver Broncos si apprestano a triturare i Jacksonville Jaguars. Tra i pronostici della vigilia già si parla di record di punti da battere, di far riposare Manning per tutto il secondo tempo, di far giocare Holliday anche come ricevitore e tante altre belle invenzioni da chi si sente forte e padrone della NFL, tanto da snobbare completamente gli avversari e pensare di avere la strada spianata. Chi ha fatto un minimo di sport, anche solo correre dietro al gatto per casa, sa bene che partire con questa sicurezza che è già traboccata in sfacciatagine mista ad arroganza, è la cosa più pericolosa che possa accadere. Gli “upset” sono li a ricordarcelo e proprio in casa Broncos molti anni fa si ricordano ancora di quando i superfavoriti padroni di casa comandati da John Elway, dovettere lasciare lo scalpo proprio contri i quasi esordienti Jaguars in una wild card temp131013_Christus16--nfl_mezz_1280_1024dei playoff. Per fortuna John Fox è un vecchio lupo di mare e tutto può accadergli tranne farsi prendere dall’eccessivo entusiamo. Su questo si basavano le mie convinzioni che la squadra non avrebbe corso il pericolo di farsi sorprendere ma avrebbe giocato comunque concentrata. E’ successo esattamente questo per fortuna e la partita è sta affrontata al meglio, con un inizio ottimo in cui i primi due drive chiusi con altrettanti touchdown, mentre i Jaguars sembravano parecchio confusi e agitati al cospetto dei padroni di casa e strafavoriti. Sensazione confermata dall’orribile primo drive in cui hanno sbagliato tutto, da incomprensioni sulle chiamate dei giochi, ai drop e lanci nel nulla, fino a provare subito al primo drive una finta di punt che non ha portato da nessuna parte, salvo concedere l’eccellente posizione di campo ai Broncos al loro primo possesso. 14-3 il risultato e tutto tranquillo diciamo, se non chè  la luce in quel momento si è spenta e sono cominciati gli errori da parte dei Broncos. Forse la concentrazione ha retto troppo poco. Manning lancia il secondo intercetto dalla sua stagione che viene riportato in touchdown da un linebacker avversario dopo ben 59 yards di ritorno. L’attacco non funziona bene e si inceppa tanto che i 5 drive successivi ai due touch down iniziali portano a due punt e due turnover (l’intercetto appunto e un fumble su snap sbagliato tra Ramirez e Manning). I Jaguars non fanno grandi cose ma piano piano si riportano in partita e il primo tempo si chiude sul 14-12 per i Broncos.

Fischi all’intervallo

Qui succede qualcosa di quantomeno curioso. Dal pubblico arrivano fischi per i Broncos, gli spettatori sono evidentemente delusi da quello che stanno vedendo in campo e dal fatto che la partita sia ancora in equilibrio. Se la sensazione di insoddisfazione per il primo tempo può essere condivisa, onestamente arrivare a fischiare la squadra, comunque in vantaggio e con la partita in mano, lo trovo un comportamento sbagliato se non del tutto fuori luogo (fermo restando che chi paga il biglietto è libero di fare ciò che vuole) e che va analizzato. L’abitudine a vincere e vincere bene sicuramente affina il palato dello spettatore, ma non si può pretendere che in ogni partita l’esibizione sia da oscar. Manning e soci sono 5-0 in stagione, in cinque giornate si è battuto ogni sorta di record, ma alla prima mezza (ma anche meno di mezza) difficoltà arrivano i fischi. Qualcosa non mi torna. Solo due anni fa giocavamo con Tim Tebow che a ogni azione cercava di sopravvivere, se oggi si fischia, li cosa si sarebbe dovuto fare? La sensazione è che da questa squadra si pretenda sempre e comunque lo spettacolo migliore come se fosse scontato che si debba vincere in scioltezza. Certo le aspettative sono alte, tutti sappiamo che non arrivare al Super Bowl vorrebbe dire fallimento e che l’occasione migliore, visto anche quello che succede in AFC, è quest’anno e dall’anno prossimo con Manning 38enne potrebbe non essere più così. I pianeti sono allineati e tutto fa pensare che questo sia l’anno in cui cercare il successo, ma non per questo vuol dire che sia facile ottenerlo. I tifosi dovrebbero godersi lo spettacolo di altissimo livello che si è visto in queste partite ed essere sereni e fiduciosi e non pretendere il massacro dell’avversario più debole sulla carta come se fossa una corrida in cui è il torero a vincere per forza sulla vittima designata.

Moreno guida la NFL

temp131013_Bakke_22--nfl_mezz_1280_1024Nel secondo tempo, non credo stimolati dai fischi, ma piuttosto strigliati da Fox e dallo stesso Manning non per niente soddisfatto dell’andamento del match, le cose si sono sistemate e la partita è stata portata a casa senza grossi patemi. Certo non si è dilagato, si è giocato a football fino a due minuti dalla fine e non si è fatto riposare i titolari, anzi, ma questa è l’NFL e le partite vanno vinte alle fine dei 48 minuti, non sulla carta. Cosa che i Broncos ancora una volta hanno fatto, mettendo comunque 16 punti di scarto tra loro e i Jaguars e segnando ancora 35 punti in attacco. Protagonista della partita è stato ancora una volta il running back Knowshon Moreno, che sta inanellando prestazioni positive una dietro l’altra e ieri ha chiuso con 42 yards e ben 3 Td su corsa, oltre a 7 ricezioni per 62 yards. Numeri che arrivano grazie a belle giocate, dove grinta e caparbietà non mancano mai, insieme ad attenzione e sicurezza. Un Moreno così sicuro, continuo e concreto non si era mai visto a Denver e il gioco di corse inizia a essere una variante importante su cui contare durante le gare. Anche perchè è impensabile che Manning lanci sempre 500 yards. Ieri la sua partita infatti è stata solo “normale”, un normale che altri qb in NFL comunque vorrebbero cercare di replicare, e ha chiuso con 28/42 per 295 yards, 2 Td e 1 Int con un qb rating di 92.9

C’è Bailey e si vede, ma non abbastanza

L’attacco ha fatto il suo anche ieri, pur senza le scintille viste altre volte, ha portato a casa 5 TD. In difesa si è visto il rientro di Champ Bailey, dopo l’infortunio subito in training camp. Il suo esordio è stato positivo, la sua presenza da sicurezza al reparto e le secondarie, seppur restando sotto tiro e concedendo ancora 300 yards agli avversari, sono sembrate in lieve miglioramento rispetto alla trasferta di Dallas (non che si potesse fare peggio…). L’assenza grave che si è sentita è quella di Woodyard al centro della difesa. Il suo sostituto, Paris Lenon, non è al suo livello e si senta la mancanza della sua leadership in questo nuovo ruolo di MLB in cui stava risplendendo fino all’infortunio. Da domenica prossima tornerà anche Von Miller e può solo fare bene il suo rientro in squadra. Sperando che abbia lasciato perdere marijuana e problemi fuori dal campo, sul rettangolo verde abbiamo bisogno come il pane del suo apporto. Questo permetterebbe di spostare Irving al centro (o in panchina se rientra Woodyard) e di far ruotare di più i cacciatori di quarterback a nostra disposizione, visto anche il recente infortunio di Ayers, anche lui assente domenica. La linea difensiva continua a giocare bene, è la prima difesa contro le corse e il merito è anche il loro.

Malik Jackson si fa notare

temp131013_Taves0066--nfl_mezz_1280_1024Ieri si è distinto particolarmente proprio Jackson che già nelle prime cinque giornate, in maniera più o meno silenziosa, aveva portata un gran contributo. Era infatti il giocatore con più pressioni sul qb (non finite in sack, ma comunque fondamentali) di tutta la NFL. Ieri la sua caccia è stata proficua, tanto da regalare due sacks in pochi secondi, intervallati da un buonissimo tackle for loss a suggellare un drive dominato solo da lui che ha costretto al punt i Jaguars, in un momento chiave del match. Questa performance gli è valso il riconoscimento a fine gara di migliore in campo, decisione presa come sempre da John Fox, davvero non male. La sua crescita è importante e i Broncos hanno bisogno anche di lui e di tutti quelli che sono meno sotto la luce dei riflettori se vogliono continuare a vincere. Prestazioni importanti come quella di David Bruton, da sempre asso degli special teams (già un punt bloccato quest’anno) che ieri si è trovato protagonista di una bella giocata offensiva. Su un punt infatti i Broncos hanno fintato e consegnato lo snap direttamente nelle sue mani, che tra la sopresa generale dei Jaguars, ha corso per più di 30 yards consegnando il primo down ampissimo a Manning e all’attacco.

MHC MVP – Knowshon Moreno: 15 corse per 93 yards e 3 TD. 7 ricezioni per 62 yards