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Ci sono squadre che sono ancora fuori dalla portata di questi Broncos.

I New England Patriots di Tom Brady sono una di queste. Troppo forti i Patriots e troppo forte Tom Brady, che ha la meglio di una difesa con le secondarie rimaneggiate (fuori Dawkins, con Goodman non in ottima condizione) e che in tutto il primo tempo fatica a mettergli pressione, agevolandogli il compito.

Ma la sconfitta, seppure pesante nel punteggio, ha lasciato anche ottime indicazioni su questi Broncos, che confermano il buon periodo di forma e i miglioramenti costanti di Tim Tebow sui giochi di passaggi, lasciando comunque un discreto ottimismo sulle possibilità di arrivare ai playoff, quando mancano due partite alla fine della regular season. E già parlare di playoff e di possibile vittoria della AFC West sembra incredibile vista la stagione passata.

La partita inizia in controtendenza rispetto alle ultime dei Broncos, con l’attacco che parte a razzo e macina yard sia su corsa che su passaggio, segnando nel drive di apertura con una corsa di Tim Tebow da 9 yards, a chiudere un bellissimo drive fatto di 9 giochi per 80 yards. Punteggio 6-0 perchè viene fallito l’extra point, a causa di un brutto snap di Lonnie Paxton.

New England risponde bene e riesce a pareggiare il conto con il touchdown di Chad Ochocinco su un passaggio da 33 yards di Tom Brady, che coglie il ricevitore completamente solo vicino all’endzone. Sbagliata l’intesa tra safety e cornerback e il ricevitore ne approfitta andando a realizzare la sua prima meta di una stagione sicuramente deludente per lui, fino a oggi almeno. L’extra point porta i Patriots sul 7-6. Read on »

Incredibile. O forse dobbiamo cominciare a crederci davvero?

Sesta vittoria di fila, record ora di 8-5, primo posto nella division in solitaria, complice la disfatta dei Raiders (prevedibile) contro i campioni dei Green Bay Packers.

Certo, alla vigilia non era così impensabile credere in una vittoria dei Broncos, reduci da un’ottima striscia positiva e con Chicago incerottata (fuori Cutler e Forte) le speranze c’erano. A fare paura era la forte difesa dei Bears, più che l’attacco.

E proprio la difesa dei Bears è quella che ha dato problemi ai Broncos. In grado di fermare bene le corse, anche grazie alla non buona condizione fisica di Willis McGahee, hanno costretto l’attacco in divisa blu a un punt dietro l’altro. Come ormai sempre accade l’attacco ci mette molto a carburare. I giochi chiamati sono sempre prevedibili, corse sui primi due down e passaggio al terzo, con le difese avversarie che ormai hanno capito la mossa non faticano a contenere.

Se poi ci si mettono anche i ricevitori, ieri almeno 5 drop clamorosi tra Decker e Thomas, a rovinare i tutto sommato buoni passaggi di Tim Tebow, è chiaro che l’attacco non ha possibilità di fare nulla contro difese forti come quella di Chicago.

La nota positiva è che anche la difesa dei Broncos è in ottima condizione, non fatica a limitare un attacco, quello dei Bears, che oltre al running back Marion Barber ha poco da offrire. Il qb Caleb Hanie che sostituisce l’infortunato Cutler fatica a orchestrare drive interessanti e si assiste alla fiera dei punt per tutto il primo tempo (cinque per Chicago e tre i Broncos). Il risultato è un deprimente 0-0 calcistico a metà partita. Read on »

Cominciamo dalla fine, con il “Tebow Time“. Questo è il momento della partita in cui si è deciso il risultato. Come a Miami, qualche settimana fa, gli ultimi 5 minuti di gioco sono stati decisivi. Sotto 13-10, e in difficoltà per tutto il match, l’attacco è riuscito a cotruire il drive più lungo del match, 95 yards che sono già negli highlights della stagione dei Broncos.

Il protagonista principale di questo drive non poteva essere che lui, Tim Tebow. Giocato quasi tutto con un empty backfield per aprire la difesa, ha confenzionato 1 passaggio per Eddie Royal, che con una gran numero si libera di un difensore evitando una safety nella propria endzone e guadagna 9 yards. Tre corse per guadagnarsi il primo down avanzando lungo il campo. Un buon passaggio sull’esterno per Demaryius Thomas. Un lancio completato per il tight end Dante Rosario per 18 yards. La corsa da 20 yards, che sorprende la difesa avversaria su un terzo e quattro, e che porta Tim Tebow al touchdown della vittoria con 55 secondi sul cronometro. Incredibile.

Quello che è successo domenica ricorda la rimonta a Miami e dimostra che nei momenti cruciali del match, nessuno è più efficacie e concreto di Tim Tebow. Nonostante per tutto il match abbia faticato a lanciare, come sempre, e stranamente anche a correre. Nonostante l’attacco sia partito con ottime posizioni di campo per tutto il match, senza però riuscire a mettere punti sul tabellone. Lui è decisivo quando serve. E’ capace di vincere le partite.

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Solo 2 passaggi completati in 60 minuti di football. Si può vincere con questa statistica? Si, si può. Anche se sembra incredibile.

Si può se il tuo attacco corre per ben 55 volte, ammassando yards su yards e primi down uno dietro l’altro. Se corri in totale per 244 yards (4.4 ypc) nonostatante i tuoi due running backs principali lascino il match quasi subito per infortunio e la tua difesa tiene testa ad un attacco non certo brillante come quella dei Chiefs, si si può vincere. E i Broncos l’hanno fatto.

Domenica è stato aggiunto solo un altro episodio a quella che è una stagione ormai contraddistinta da stranezze e partite fuori dai canoni. Si è capito ormai che con questi Broncos, guidati da Tim Tebow, non si sa mai cosa aspettarsi.

La partita coi Chiefs è cominciata come prevedibile con le corse, con quei giochi di read-options che tanto successo avevano avuto contro i Raiders la settimana precedente. E fin qui tutto normale e comprensibile, se qualcosa funziona, perchè cambiarla? E il piano ha funzionato anche contro i Chiefs. McGahee, Moreno e Tebow corrono bene nel primo quarto, chiudendo il primo drive con una TD da 9 yards proprio del qb, su una classica giocata di qb draw.

La difesa conferma l’ottima impressione data nella partita con Oakland e tiene l’attacco di Kansas City a secco, compito agevolato da un Cassel poco preciso e in generale da un attacco Chiefs davvero sterile. La linea riesce a mettere pressione in maniera continua al qb avversario e le secondarie tengono bene il campo. Arrivano solo punt per i padroni di casa.

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Analizziamo in questo post il rendimento dei running back in questa prima metà stagione.

Il gioco di corse era uno dei punti di forza dell’attacco di John Fox e sua intenzione era quello di renderlo l’arma principale con il quale stancare le difese avversarie e controllare il cronometro. Sicuramente un’idea azzeccata dato il livello dei quarterback che non garantisce l’affidabilità necessaria per impostare un attacco principalmente basato sui passaggi. Nelle prime 8 partite il gioco di corse ha totalizzato 1180 yards e 4 TD, con una media di 147.5 yards per game, quinto in tutta l’NFL. A contribuire a questi numeri di certo positivi ci sono anche le corse di Tim Tebow, 277 yards fino a oggi. Dunque un ottimo risultato per quello che dovrà per forza di cosa essere la nostra arma principale anche da qui alla fine della stagione. Vediamo ora uno per uno come sono andati i tre running back a roster.

Willis McGahee

La sua rinascita è stata la sorpresa positiva di questo inizio di stagione. Arrivato ai Broncos dopo quattro anni ai Ravens, dove a parte la prima stagione (1207 yards e 7 td), non aveva reso come sperato, doveva essere il secondo running back, per dare il cambio di passo a Knowshon Moreno, titolare designato. Solo 4 corse per lui la prima partita, poi l’esplosione. A causa dell’ennessimo infortunio di Moreno viene promosso titolare, e sfodera prestazioni eccellenti uno dopo l’altra, tanto che anche con il rientro del numero 27, ormai il posto da titolare è suo. Già 4 partite oltre le 100 yards e nono running back della lega, nonostante abbia saltato due partite per infortunio. L’ultima prestazione contro i Raiders ha del clamoroso. Gioca con una mano fratturata (operata e con una placca all’interno) ma sembra non avere nessuno problema, sfodera una corsa dietro l’altra e chiude con 163 yards in 20 corse e 2 TD che piegano la difesa dei Raiders e danno la vittoria ai Broncos. E’ tornato ai suoi migliori livelli, anche se a 30 anni ci si può aspettare che la sua stagione continui su questi standard. Di certo i Broncos ne trarranno beneficio. E’ considerato un power running back, da corse sull’interno e di potenza, ma nel nuovo attacco Broncos, ricco di giochi in options, è riuscito a dimostrare di avere anche una discreta velocità in campo aperto e ottima visione degli spazi liberi.

Statistiche: 123 corse per 623 yard (5.1 ypc), 3 TD. 11 ricezioni per 49 yards e 1 td. 2 fumbles (1 perso)

Volto 8: di certo uno dei giocatori con il rendimento più alto dall’inizio della stagione.

Knowshon Moreno

Al terzo anno, le parole promessa e ottimo potenziale si stanno ormai trasformando in infortuni e delusione. L’ex prima scelta (12ma assoluta) non riesce proprio a sfondare. Doveva essere il suo anno, nuovo attacco concentrato sulle corse e lui titolare quasi induscusso. Invece ancora i soliti piccoli infortuni e la solita inconsinstenza lo hanno relegato a ruolo di backup, di running back da terzo down dove forse troverà la sua dimensione essendo un discreto ricevitore e avendo comunque un ottima velocità di base e buona agilità. Ma come running back principale possiamo dire che abbia fallito. La sua unica giocata da ricordare è il td su screen pass contro San Diego, nella partita di esordio di Tim Tebow, dove con un ottima giocata ha ricevuto palla appena fuori dal backfield è ha corso per 28 yards liberandosi di un paio di avversari e realizzando un touchdown. Per il resto la solita grande agitazione quando riceve palla, finte e contro finte che non portano da nessuna parte e poi il placcaggio avversario. Ha ancora 8 partite per ritagliarsi un ruolo in questo attacco, magari proprio come running back dai terzi down e per cercare di togliersi l’etichetta di bust sempre più grande sulle sue spalle.

Statistiche: 33 corse per 127 yards (3.8 ypc), 0 TD. 11 ricezioni per 101 yards e 1 td. 1 fumble (perso)

Voto 5: insufficiente come running back, qualche spiraglio in più come ricevitore fuori dal back field

Lance Ball

Terzo running back utilizzato molto poco in stagione. Quando è chiamato in causa non è nemmeno così male. Nelle ultime partite riesce a ritagliarsi il suo spazio con 4-5 portate a partita. Sembra essere un running back tosto, fisico e da utilizzare verso il centro del campo e ha messo a segno un TD su ricezione nell’esordio stagionale contro i Raiders. Viene usato in tutti gli special teams. La sua corsa più lunga è di 34 yards nella sconfitta contro Detroit. E’ ancora giovane e da scoprire, è solo alla sua terza stagione e per il momento il suo compitino lo sta facendo senza sfigurare affatto.

Statistiche: 25 corse per 131 yards, 0 td. 6 ricezioni per 30 yarsd e 1 td. 1 fumble (perso)

Voto 6: non sfigura, anzi. Ora è il backup di Willis McGahee nei primi due down. Difficile prevedere un ruolo maggiore al momento.

La rimonta coi Dolphins in quei 5 minuti incredibili, sono rimasti probabilmente un’illusione. La realtà è ben diversa. Di quell’attacco concreto e di quel Tim Tebow decisivo, contro i Lions non si è visto nulla, a parte forse il primo drive.

La partita inizia con l’attacco di Denver che orchestra un buon drive, muove palla con passaggini corti e precisi supportati da buone corse, fino ad arrivare vicino all’area di meta. Sul terzo down Tebow pesca Eric Decker in ednzone, che riceve la palla correndo verso fondo campo, probabilmente con un piede fuori dalla endzone. Chiamato incompleto. Dai replay sembra che invece durante la ricezione entrambi i piedi abbiano toccato terra e che quindi sia touchdown. John Fox chiama il challange, ma gli arbitri non cambiano la decisione. Incompleto e solo field goal per i Broncos in apertura.

Questo è tutto quanto fatto di buono dall’attacco di Denver, che da quel momento smette completamente di giocare. Di fronte non ci sono i Dolphins in crisi come domenica scorsa, ma una squadra giovane, piena di talento e con una cattiveria agonistica ben diversa. E infatti si capisce subito che la partita finirà male.

Matthew Stafford, nonostante l’infortunio alla caviglia gioca bene, preciso, e pesca i suoi ricevitori un po’ ovunque. Si permette il lusso di ignorare per quasi tutto il primo tempo Calvin Johnson, il miglior ricevitore della lega in questo momento, ben coperto da Champ Bailey. Ma non è un problema per l’attacco dei Lions, che trovano altre armi. La palla viene distribuita da Nate Burleson a Brandon Pettigrew, all’ex Tony Scheffler fino al rookie Titus Young. Con i cornerback dei Broncos mai efficaci e ripetutamente battuti. Il rookie Chris Harris viene schierato come nickel back titolare, e la sua inesperienza si vede. Stafford lo sceglie come bersaglio principale e lui non riesce a opporsi ai ricevitori avversari. Solo nel secondo tempo mostra qualche bel segnale di miglioramento, ma troppo poco per dare sicurezza a un reparto, quello delle secondarie, che dietro a Champ Bailey vede il vuoto. Anche Goodman infatti, l’altro titolare, è spesso battuto dai ricevitori avversari. Read on »