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La cavalcata continua. I Broncos vanno a Baltimore, campo solitamente ostile dove non avevano mai vinto, ma questa volta dominano per tutta la partita un avversario pericolos, dando forse la maggior prova di forza di tutta la stagione.

Una prova illuminata da uno strepitoso primo tempo chiuso sul 17-0 grazie a una grandissima prova della difesa, che non concede nemmeno un primo down per quasi due quarti e che riesce a mettere a segno la giocata chiave della partita con l’intercetto di Chris Harris riportato in meta dopo 98 yards di corsa, quando Flacco e i suoi Ravens erano sul punto di segnare.

temp12-12233BH--nfl_mezz_1280_1024Poco prima sempra la difesa aveva regalato un altro turnover, quando Justin Bannan aveva costretto Joe Flacco al fumble su una giocata di corsa centrale e il pallone era stato recuperato da Rahim Moore.

Insomma è la difesa che sta facendo fare il salto di qualità ai Broncos, giocando allo stesso livello (se non addirittura meglio) dell’attacco che fin dall’inizio di stagione si era mostrato davvero pericoloso sotto la guida di Peyton Manning.

Anche in quel di Baltimore si è comportato in maniera discreta, cercando le corse con Moreno e col solito Manning in cabina di regia a comandare le operazioni con grande sicurezza e tranquillità.

Moreno sta garandendo un buonissimo apporto alla causa, domenica ha corso per 118 yards realizzando 1 TD e compiendo alcune giocate notevoli come quando ha letterlmante saltato Ed Reed che cercava di placcarlo, non uno qualunque. La prestazione di domenica è stata riconosciuta anche dalla lega, infatti è stato nominato AFC Offensive Player of the Week. Read on »

Una brutta vittoria è sempre meglio che una bella sconfitta. Così si può sintetizzare la domenica dei Broncos.

Come spesso capita quando tutto sembra già scritto, le difficoltà incontrate sono maggiori del previsto. I Chiefs arrivano da 5 partite perse in casa di fila quest’anno, i Broncos da 5 vittorie consecutive, il trend è chiarissimo. Una delle squadre più in forma contro una delle più disastrate. Non ci dovrebbe essere storia. E invece non va tutto come previsto, o quasi.

Kansas City è sempre un posto difficile dove andare a vincere per i Broncos, e i derelitti Chiefs di quest’anno vogliono rendere dura la vita ai leader della divisione. Brady Quinn (ex non certo rimpianto) guida l’attacco dei rossi, che si affida come ampiamente previsto al gioco di corse per cercare di tenere seduto in panchina Peyton Manning e mettere in difficoltà la difesa dei Broncos, in gran forma ma che ha dimostrato proprio nel contenere le corse il suo tallone d’achille.

La tattica riesce, all’inzio i Chiefs inanellano un serie di guadagni importanti con Jamal Charles, Peyton Hillis (altro ex), Shaun Draughn e Dexter McCluster, anche se in redzone la difesa dei Broncos tieni e limita i Chiefs a due field goal nei primi due drive. Nel mezzo un three and out dei Broncos che non partono con il piede giusto.

Se n’è già andato quasi tutto il primo quarto che i Chiefs controllano con le loro corse, lasciando correre il cronometro e non rischiando nulla, anche perchè i primi down arrivano e la posizione sul campo migliora a ogni giocata. I Broncos utilizzano invece una tattica opposta, poche corse anche perchè c’è Willis McGahee in infermeria e il suo posto è preso da Knowshon Moreno, che passa dalla tribuna al ruolo di titolare, lasciando a Lance Ball e Ronnie Hillman i ruoli di comprimari per la posizione di running back. Poche corse dunque e come sempre molti passaggi, ma non sempre a segno. La difesa dei Chiefs non è poi male, le secondarie coprono bene il campo e Manning è messo sotto pressione più del solito. Il risultato è un drive così così che viene chiuso con l’errore di Matt Prater che sbaglia un field goal dalle 47 yards.

Nel secondo quarto la trama del match non cambia, i Chiefs corrono ma la difesa sta iniziando a prendere le misure contentendo meglio i running back avversari. L’attacco prova a costruire qualcosa ma Manning quando prova a sparare sul profondo viene intercettato da Brandon Flowers e l’attacco rimane ancora a secco. Read on »

Un Monday Night incredibile, impossibile da dimenticare che passerà alla storia.

Ricordate il Tebow Time e le sue rimonte? Lunedi si è visto qualcosa di simile, ma ancora migliore per emozioni. Più classe e più talento, la stessa dose si “buona sorte” e una difesa che riesce finalmente a mettere a segno dei turnover decisivi, cosa che non si era vista per tutta la stagione. Risultato ribaltato e da 0-24 (all’intervallo) si passa a un sontuoso 35-24 con un secondo tempo da record.

Non mi soffermo molto sulla cronaca spicciola perchè son già passati dei giorni e avete già potuto vedere highlights ovunque, ma serve analizzare, anche in vista del bye week, che cosa è successo lunedi a questi Broncos.

Si è visto di tutto, nel bene e nel male. Il trend di questa stagione è quello di fare regali su regali e trovarsi praticamente spacciati quando ci sarebbe ancora tanto football da giocare. E’ successo nelle tre sconfitte subite ed è successo anche nel monday night in quel di San Diego. Read on »

La rimonta coi Dolphins in quei 5 minuti incredibili, sono rimasti probabilmente un’illusione. La realtà è ben diversa. Di quell’attacco concreto e di quel Tim Tebow decisivo, contro i Lions non si è visto nulla, a parte forse il primo drive.

La partita inizia con l’attacco di Denver che orchestra un buon drive, muove palla con passaggini corti e precisi supportati da buone corse, fino ad arrivare vicino all’area di meta. Sul terzo down Tebow pesca Eric Decker in ednzone, che riceve la palla correndo verso fondo campo, probabilmente con un piede fuori dalla endzone. Chiamato incompleto. Dai replay sembra che invece durante la ricezione entrambi i piedi abbiano toccato terra e che quindi sia touchdown. John Fox chiama il challange, ma gli arbitri non cambiano la decisione. Incompleto e solo field goal per i Broncos in apertura.

Questo è tutto quanto fatto di buono dall’attacco di Denver, che da quel momento smette completamente di giocare. Di fronte non ci sono i Dolphins in crisi come domenica scorsa, ma una squadra giovane, piena di talento e con una cattiveria agonistica ben diversa. E infatti si capisce subito che la partita finirà male.

Matthew Stafford, nonostante l’infortunio alla caviglia gioca bene, preciso, e pesca i suoi ricevitori un po’ ovunque. Si permette il lusso di ignorare per quasi tutto il primo tempo Calvin Johnson, il miglior ricevitore della lega in questo momento, ben coperto da Champ Bailey. Ma non è un problema per l’attacco dei Lions, che trovano altre armi. La palla viene distribuita da Nate Burleson a Brandon Pettigrew, all’ex Tony Scheffler fino al rookie Titus Young. Con i cornerback dei Broncos mai efficaci e ripetutamente battuti. Il rookie Chris Harris viene schierato come nickel back titolare, e la sua inesperienza si vede. Stafford lo sceglie come bersaglio principale e lui non riesce a opporsi ai ricevitori avversari. Solo nel secondo tempo mostra qualche bel segnale di miglioramento, ma troppo poco per dare sicurezza a un reparto, quello delle secondarie, che dietro a Champ Bailey vede il vuoto. Anche Goodman infatti, l’altro titolare, è spesso battuto dai ricevitori avversari. Read on »

Finito il lockout, finito il training camp, finita la preseason. Il roster è stato definito e tutto è pronto per l’esordio, nella più spettacolare delle cornici: il Monday Night! Allo Sports Authority Field at Mile High, lunedi notte i Denver Broncos affrenteranno gli Oakland Raiders, i rivali storici. Meglio di così non si poteva cominciare.

I 53 giocatori sono stati scelta, andiamo con ordine e analizziamo le scelte del trio EFX per quanto riguarda il roster che inizierà la stagione.

Attacco

QB: Kyle Orton, Tim Tebow, Brady Quinn

Nessuna sorpresa, Orton sarà il titolare, si è ancora una volta guadagnato il diritto con un ottimo training camp, una buona preseason e soprattutto perchè la concorrenza non è stata all’altezza. La speranza di molti tifosi, di vedere Tebow al timone della squadra, si è scontrata con la reltà. Tim non è pronto. Forse lo sarà in futuro, ma ora come ora non è una scelta affidabile. L’ottimo training camp di Brady Quinn ha creato una situazione di incertezza sul ruolo di backup. La sensazione è che se Orton dovesse infortunarsi per un lungo periodo, sarebbe proprio Quinn a prendere i gradi di titolare e non Tebow. Orton potrebbe anche sorprendere, sta giocando per il suo futuro, è all’ultimo anno di contratto, e se sarà supportato da un buon gioco di corse, e da una difesa all’altezza, qualche bella sorpresa potrebbe ragalarla. Fermo restando che non è un fenomeno.

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