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Cominciamo dalla fine, con il “Tebow Time“. Questo è il momento della partita in cui si è deciso il risultato. Come a Miami, qualche settimana fa, gli ultimi 5 minuti di gioco sono stati decisivi. Sotto 13-10, e in difficoltà per tutto il match, l’attacco è riuscito a cotruire il drive più lungo del match, 95 yards che sono già negli highlights della stagione dei Broncos.

Il protagonista principale di questo drive non poteva essere che lui, Tim Tebow. Giocato quasi tutto con un empty backfield per aprire la difesa, ha confenzionato 1 passaggio per Eddie Royal, che con una gran numero si libera di un difensore evitando una safety nella propria endzone e guadagna 9 yards. Tre corse per guadagnarsi il primo down avanzando lungo il campo. Un buon passaggio sull’esterno per Demaryius Thomas. Un lancio completato per il tight end Dante Rosario per 18 yards. La corsa da 20 yards, che sorprende la difesa avversaria su un terzo e quattro, e che porta Tim Tebow al touchdown della vittoria con 55 secondi sul cronometro. Incredibile.

Quello che è successo domenica ricorda la rimonta a Miami e dimostra che nei momenti cruciali del match, nessuno è più efficacie e concreto di Tim Tebow. Nonostante per tutto il match abbia faticato a lanciare, come sempre, e stranamente anche a correre. Nonostante l’attacco sia partito con ottime posizioni di campo per tutto il match, senza però riuscire a mettere punti sul tabellone. Lui è decisivo quando serve. E’ capace di vincere le partite.

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Una partita dai due volti, che al termine lascia un bel senso di soddisfazione per una bella vittoria, netta, meritata, dove si sono visti finalmente quei big play che ai Broncos mancavano da troppo tempo.

Due intercetti di Champ Bailey, due touchdown di corsa di Willis McGahee (da 60 e 24 yards), due touchdown di Eddie Royal (uno su punt return da 85 yards), due td pass di Tim Tebow, due giocatori sopra le 100 yard di corsa, McGahee 163 e Tebow 118. Insomma tanto di buono. Se sommiamo che questa prestazione, la più convincente dell’anno, è avvenuta in casa dei rivali più agguerriti dei Raiders, la soddisfazione è veramente alta.

Come sempre non è tutto oro quel che luccica, per rendere grande la domenica dei Broncos è servito tutto l’aiuto possibile dagli avversari. Tre intercetti da parte di un Carson Palmer alla prima da titolare, che ha dimostrato di essere parecchio arrugginito, pur lasciando intravedere sprazzi di grande qualità. 15 penalità per 130 yards, per la squadra più punita della lega, sono state importantissime per determinare il risultato finale. Una difesa sulle corse dei Raiders, che nel secondo tempo è completamente crollata, concedendo alla fine del match 299 yards di corsa all’attacco dei Broncos. Read on »

Fino a poco più di 5 minuti dalla fine la partita era deprimente. Due delle squadre peggiori della lega avevano dato vita a uno spettacolo pessimo, con gli attacchi incapaci di costruire qualcosa di buono, non certo per merito di difese arcigne e spettacolari, ma semplicemente perchè privi di talento e di idee. Troppo brutto per essere vero.

Eppure si è arrivati a 5 minuti dal fischio finale con i Dolphins in vantaggio “solo” 15-0.

L’attacco dei Broncos fino a quel momento era stato inguardabile, tanto che all’inizio di quel drive, la mia prima preoccupazione era quella di realizzare almeno un field goal e puntavo solamente ad evitare lo shoutout, per non interrompere la striscia più lunga di tutta l’NFL di partite in cui si è realizzato punti (l’ultimo volta a secco nel 1992). Di certo non un grosso obiettivo. Read on »

       Vs       

Troppo forti i campioni del mondo per questi Broncos.

Denver è una squadra in ricostruzione e questo tipo di sfide non sono ancora alla sua portata. Troppo il divario che separa le due squadre in questo momento.

Aaron Rodgers si dimostra ormai uno dei primi 3 QB della lega, giocando una partita da record. 29 su 38 per 408 yards, 4 td pass e due td su corsa, per quella che è la sua miglior prestazione di sempre, numericamente parlando.

La difesa di Denver che aveva mostrato buone cose nelle sfide precedenti fa tutto il possibile, prova schemi differenti, cambia il personale in campo ma niente riesce a fermare l’attacco di Green Bay.

La mancanza di Champ Bailey si è sicuramente fatta sentire, con le secondarie dei Broncos infarcite di rookie e con un Dawkins che se attaccato in copertura sui passaggi si dimostra totalmente inadeguato. Su di lui infatti Rodgers attacca spesso e con ottimi risultati. Anche l’altra safety Rahim Moore ancora non convince, qualche tackle sbagiato per troppa irruenza e non sempre nella posizione giusta sui giochi di passaggio lunghi. Sperando che si tratti solo di inesperienza da matricola ma certo è che il ragazzo ha ancora tanta strada da fare.

Da registrare invece l’ottima prova di Von Miller. Come nelle sfide precedenti, non è sempre nel vivo del gioco, ma poi all’improvviso sa fare male. Due i sack messi a segno domenica, che portano il bottino stagionale a 4 in 4 partite, una partenza davvero importante, niente da dire. Read on »

Era una partita da vincere.

Questa la sensazione che rimane quando il cronometro arriva a zero, domenica sul campo dei Titans. Rimane l’amaro in bocca per la buona possibilità buttata al vento, per quel vantaggio non mantenuto, per la partita non chiusa, per quel quarto e 1 sulla goal line non trasformato in touchdown.

I Broncos hanno giocato male, è doveroso dirlo. L’attacco è stato molto deludente, ma grazie ad una buona difesa, e alle ingenuità dei Titans – 10 penalità – la squadra di John Fox aveva la partita in pugno. Invece si torna a casa con la seconda sconfitta stagionale, con il morale basso e con molti punti di domanda.

La partita non era iniziata male, dopo un iniziale scambio di possessi senza troppi lampi, Denver sfrutta un ottimo ritorno su punt del nuovo arrivato Quan Cosby (30 yard) e si trova così a cominiciare il drive offensivo sulla linea di metà campo. Due penalità mortifere della difesa Titans portano i Broncos in red zone e dopo pochi giochi Kyle Orton trova uno smarcato Matt Willis sulla destra del campo, che riceve e porta palla in meta senza essere disturbato da nessun difensore portanto i Broncos sul 7-0.

La difesa tiene ma l’attacco fatica a trovare ritmo. Come settimana scorsa l’unico running back coinvolto è Willis McGahee, e su di lui pesa tutto il carico del gioche di corse. Questa volta però fatica a trovare gli spazi e i Broncos sono costretti a giocarsi molti terzi down. La linea offensiva pare meno brillante dell’ultima uscita e la difesa dei Titans non fatica a limitare il nostro sterile attacco.

Nonostante il rientro da titolare di Brandon Lloyd, evidentemente non ancora al meglio, Orton non prova quasi mai niente di rischioso e i lanci in verticale sono un miraggio. Il quarterback si limita a cercare sul corto o cortissimo i running back o il ricevitore più libero, guadagnando comunque pochissime yard. Read on »

Dirigenza nuova, allenatore nuovo, giocatori nuovi, problemi vecchi.

Questa potrebbe essere la sintesi della prima gara stagionale per i Denver Broncos. Problemi a correre con la palla, e problemi a fermare il gioco di corse avversario. Si riparte da dove ci eravamo lasciati.

Sports Authority Field at Mile High tutto esaurito, con un abbagliante color arancione a fare da cornice al Monday Night della prima giornata. A far visita ai Denver Broncos i nemici storici degli Oakland Raiders. Tra gli inforuni da segnalare l’assenza di D.J. Williams, sostituito nella difesa titolare da Wesley Woodyard.

Si comincia con la palla a Denver e il primo drive non porta a nulla, dopo un paio di passaggi di Kyle Orton e un paio di corse di Knowshon Moreno, si arriva al punt di Britton Colquitt. Palla a Oakland e il primo gioco della difesa è da highlights. Von Miller provoca il fumble, palla persa da Jacoby Ford e recuperata dall’altro rookie Rahim Moore sulla linea della 15 yards di Oakland. Meglio di così non si poteva iniziare.

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