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Incredibile. O forse dobbiamo cominciare a crederci davvero?

Sesta vittoria di fila, record ora di 8-5, primo posto nella division in solitaria, complice la disfatta dei Raiders (prevedibile) contro i campioni dei Green Bay Packers.

Certo, alla vigilia non era così impensabile credere in una vittoria dei Broncos, reduci da un’ottima striscia positiva e con Chicago incerottata (fuori Cutler e Forte) le speranze c’erano. A fare paura era la forte difesa dei Bears, più che l’attacco.

E proprio la difesa dei Bears è quella che ha dato problemi ai Broncos. In grado di fermare bene le corse, anche grazie alla non buona condizione fisica di Willis McGahee, hanno costretto l’attacco in divisa blu a un punt dietro l’altro. Come ormai sempre accade l’attacco ci mette molto a carburare. I giochi chiamati sono sempre prevedibili, corse sui primi due down e passaggio al terzo, con le difese avversarie che ormai hanno capito la mossa non faticano a contenere.

Se poi ci si mettono anche i ricevitori, ieri almeno 5 drop clamorosi tra Decker e Thomas, a rovinare i tutto sommato buoni passaggi di Tim Tebow, è chiaro che l’attacco non ha possibilità di fare nulla contro difese forti come quella di Chicago.

La nota positiva è che anche la difesa dei Broncos è in ottima condizione, non fatica a limitare un attacco, quello dei Bears, che oltre al running back Marion Barber ha poco da offrire. Il qb Caleb Hanie che sostituisce l’infortunato Cutler fatica a orchestrare drive interessanti e si assiste alla fiera dei punt per tutto il primo tempo (cinque per Chicago e tre i Broncos). Il risultato è un deprimente 0-0 calcistico a metà partita. Read on »

Quinta vittoria di fila in trasferta e sesta in sette partite. Da 1-4 a 7-5. Primo posto (a parimerito) nella AFC West raggiunto.

Poteva sembrare prevedibile la vittoria contro i Vikings (2-10) senza il loro miglior giocatore, Adrian Peterson, con un rookie QB, Christian Ponder, al comando e in pessima condizione. La vittoria è arrivata, ma ancora una volta all’ultimo secondo. Il field goal di Matt Prater mentre il cronometro segna lo 0, evita i supplementari e da ai Broncos un’altra vittoria che aumenta il morale e la consapevolezza di questa squadra e di tutto l’ambiente.

Anche questa volta non è stata certo una passeggiata e si è sofferto anche più del dovuto, arrivando a due minuti dal termine sotto di 3 punti.

Domenica la difesa ha avuto parecchie difficoltà, non riuscendo a confermare le ultime ottime prove a cui ci aveva abituato, concedendo troppo sui passaggi, ben 381 yards per il record stagionale e di carriera di Ponder. Quasi la metà sono passaggi finiti nella mani del wide receiver Percy Harvin, ex compagno di Tim Tebow nei Gators ai tempi del college. Per lui giornata fantastica con 8 ricezioni, 156 yards e 2 td con due grandi giocate.

Il solito inizio lento dell’attacco dei Broncos è compensato dalla grande giocata di Mario Haggan, schierato al posto dell’infortunato Von Miller, nel primo quarto intercetta e riporta in meta un passaggio sbagliato di Ponder, dando il parziale vantaggio ai Broncos e un po’ di respiro all’attacco, partito con le polveri bagnate.

Nel primo tempo però la partita è difficile, I Vikings riescono a tenere palla stancando la difesa e lasciando fuori dal campo l’attacco dei Broncos, e mettono a segno un TD con il tight end Kyle Rudolph e due field goal, che sommati alla safety conquistata nel primo gioco offensivo di Denver, fa si che il punteggio a fine primo tempo sia 15-3 per i viola. Read on »

Cominciamo dalla fine, con il “Tebow Time“. Questo è il momento della partita in cui si è deciso il risultato. Come a Miami, qualche settimana fa, gli ultimi 5 minuti di gioco sono stati decisivi. Sotto 13-10, e in difficoltà per tutto il match, l’attacco è riuscito a cotruire il drive più lungo del match, 95 yards che sono già negli highlights della stagione dei Broncos.

Il protagonista principale di questo drive non poteva essere che lui, Tim Tebow. Giocato quasi tutto con un empty backfield per aprire la difesa, ha confenzionato 1 passaggio per Eddie Royal, che con una gran numero si libera di un difensore evitando una safety nella propria endzone e guadagna 9 yards. Tre corse per guadagnarsi il primo down avanzando lungo il campo. Un buon passaggio sull’esterno per Demaryius Thomas. Un lancio completato per il tight end Dante Rosario per 18 yards. La corsa da 20 yards, che sorprende la difesa avversaria su un terzo e quattro, e che porta Tim Tebow al touchdown della vittoria con 55 secondi sul cronometro. Incredibile.

Quello che è successo domenica ricorda la rimonta a Miami e dimostra che nei momenti cruciali del match, nessuno è più efficacie e concreto di Tim Tebow. Nonostante per tutto il match abbia faticato a lanciare, come sempre, e stranamente anche a correre. Nonostante l’attacco sia partito con ottime posizioni di campo per tutto il match, senza però riuscire a mettere punti sul tabellone. Lui è decisivo quando serve. E’ capace di vincere le partite.

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Il reparto dei ricevitori a inizio stagione era considerato un punto fermo, uno di quei reparti in cui i Broncos erano davvero coperti. Il problema è che quando hai tanti buoni ricevitori, serve un quarterback capace di servirli per sfruttare al meglio la loro potenzialità. E sia Orton prima per scarso rendimento, sia Tebow per modo di giocare, non sono quel tipo di quarterback. Questo ha portato a qualche malumore nel reparto, con la stella Brandon Lloyd che ha richiesto la trade ed è stato accontentato passando ai Rams a metà stagione. Anche Eddie Royal pareva scontento e alcune voci suggerivano che anche lui avesse chieso la cessione, ma è stato lui stesso a smentire quando il periodo delle trade è terminato. Chi invece sembra molto contento di giocare coi Broncos è Eric Decker, che sta dimostrandosi un ottimo giocatore e sta vivendo la sua esplosione già al secondo anno di NFL. Vediamo dunque uno per uno i WR in roster.

Eric Decker

Partito subito forte nelle prime partite, è diventato il vero “go to guy” e sta dimostrando partita dopo partita tutto il suo valore. Ricevitore di fisico, abile bloccatore, non è un fulmine come velocità ma riesce comunque a separarsi bene dai suoi marcatori anche sul profondo. Ha ricevuto palloni di tutti i tipi, in mezzo al traffico, sul lungo, su screen pass e ha dimostrato anche buone abilità nel guadagnare yards dopo la ricezione. 6 touchdown per lui su ricezione, con la ciliegina sulla torta di un touchdown anche su punt return. Davvero ottimo fino ad ora.

Statistiche: 33 ric per 406 yards (12.3 ypr) e 6 TD. 1 TD su punt return.

Voto 8: ottima prima parte di stagione, è ormai il vero punto di riferimento per Tim Tebow.

Eddie Royal

Stagione altalenante, come tutte tranne quella d’esordio, nella sua fin qui breve carriera in NFL. Lascia sempre intuire grosse potenzialità, è veloce, elusivo, ha buone mani. Ma spesso si eclissa e sparisce completamente dal match. Non si capisce se manca la capacità di liberarsi dal marcatore, o se è troppo piccolo per dare fiducia al quarterback. Fatto è che non è mail realmente esploso. Provato sull’esterno o nello slot, ha sempre dato risultati altalenanti. Solo 14 ricezioni in stagione. Sarà free agent a fine stagione e c’è la possibilità anche che lasci i Broncos, sopratutto se col cambio di quarterback non aumenterà il suo coinvolgimento. Anche per lui un punt return spettacolare ritornato in touch down.

Statistiche: 14 ric per 131 yards (9.4 ypr) e 1 TD. 1 TD su punt return.

Voto 5.5: deve essere più presente e più incisivo, visto che le qualità non gli mancano

Matt Willis

Oltre a Royal e Decker, per gli altri ricevitori c’è stato veramente pochissimo spazio. Matt Willis dopo un ottimo training camp si è guadagnato il posto nel roster, ma è stato utilizzato pochissimo durante i match. In quelle poche occasioni però ha fatto buone cose, totalizzando anche un discreto numero di yards. E’ sua inoltre la miglior media di yards guadagnate per ogni ricezione, 16.1. Con il cambio di attacco però, basato tutto sulle corse, anche le sue chance di mettersi in mostra per forza di cose si riducono. In ogni caso in prospettiva futura può essere tenuto in considerazione.

Statistiche: 8 ric per 129 yards (16.1 ypr) 1 TD.

Voto 6.5: quel poco che ha fatto lo ha fatto bene.

Demaryius Thomas

Prima scelta l’anno scorso, ha giocato pochissimo a causa degli infortuni che fino ad oggi ne hanno contraddistindo la breve carriera NFL. Anche per lui i discorsi sono tutti sul potenziale, di cui ancora però si è visto davvero poco. Nelle ultime due partite è tornato a disposizione e con la partenza di Brandon Lloyd dovrebbe avere più spazio. Nella sua partita di esordio si è messo in luce con una bella ricezione in tuffo per il suo primo e unico touchdown stagionale. Speriamo che in futuro sia più fortunato con gli infortuni, perchè essendo una prima scelta da lui si pretende molto e su di lui bisogna per forza puntare.

Statistiche: 5 ric per 66 yards (13.2 yards), 1 TD.

Voto 6: Poche apparizioni ma sembra che possa lasciare il segno in futuro.

Quan Cosby è l’altro ricevitore a roster ma non ha mai ricevuto palloni, è stato utilizzato solo come ritornatore.

La rimonta coi Dolphins in quei 5 minuti incredibili, sono rimasti probabilmente un’illusione. La realtà è ben diversa. Di quell’attacco concreto e di quel Tim Tebow decisivo, contro i Lions non si è visto nulla, a parte forse il primo drive.

La partita inizia con l’attacco di Denver che orchestra un buon drive, muove palla con passaggini corti e precisi supportati da buone corse, fino ad arrivare vicino all’area di meta. Sul terzo down Tebow pesca Eric Decker in ednzone, che riceve la palla correndo verso fondo campo, probabilmente con un piede fuori dalla endzone. Chiamato incompleto. Dai replay sembra che invece durante la ricezione entrambi i piedi abbiano toccato terra e che quindi sia touchdown. John Fox chiama il challange, ma gli arbitri non cambiano la decisione. Incompleto e solo field goal per i Broncos in apertura.

Questo è tutto quanto fatto di buono dall’attacco di Denver, che da quel momento smette completamente di giocare. Di fronte non ci sono i Dolphins in crisi come domenica scorsa, ma una squadra giovane, piena di talento e con una cattiveria agonistica ben diversa. E infatti si capisce subito che la partita finirà male.

Matthew Stafford, nonostante l’infortunio alla caviglia gioca bene, preciso, e pesca i suoi ricevitori un po’ ovunque. Si permette il lusso di ignorare per quasi tutto il primo tempo Calvin Johnson, il miglior ricevitore della lega in questo momento, ben coperto da Champ Bailey. Ma non è un problema per l’attacco dei Lions, che trovano altre armi. La palla viene distribuita da Nate Burleson a Brandon Pettigrew, all’ex Tony Scheffler fino al rookie Titus Young. Con i cornerback dei Broncos mai efficaci e ripetutamente battuti. Il rookie Chris Harris viene schierato come nickel back titolare, e la sua inesperienza si vede. Stafford lo sceglie come bersaglio principale e lui non riesce a opporsi ai ricevitori avversari. Solo nel secondo tempo mostra qualche bel segnale di miglioramento, ma troppo poco per dare sicurezza a un reparto, quello delle secondarie, che dietro a Champ Bailey vede il vuoto. Anche Goodman infatti, l’altro titolare, è spesso battuto dai ricevitori avversari. Read on »

Fino a poco più di 5 minuti dalla fine la partita era deprimente. Due delle squadre peggiori della lega avevano dato vita a uno spettacolo pessimo, con gli attacchi incapaci di costruire qualcosa di buono, non certo per merito di difese arcigne e spettacolari, ma semplicemente perchè privi di talento e di idee. Troppo brutto per essere vero.

Eppure si è arrivati a 5 minuti dal fischio finale con i Dolphins in vantaggio “solo” 15-0.

L’attacco dei Broncos fino a quel momento era stato inguardabile, tanto che all’inizio di quel drive, la mia prima preoccupazione era quella di realizzare almeno un field goal e puntavo solamente ad evitare lo shoutout, per non interrompere la striscia più lunga di tutta l’NFL di partite in cui si è realizzato punti (l’ultimo volta a secco nel 1992). Di certo non un grosso obiettivo. Read on »