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Grandi Broncos, grande Demaryius Thomas, grande Tim Tebow. Grandi tutti.

Davvero uno prova maiuscola per una squadra che non è ancora “compiuta” ma che è sulla buona, anzi ottima, strada per lasciare il segno negli anni a venire.

Siamo arrivati ai playoff e già questo bastava per rendere di successo una stagione inziata con pochissime aspettative, se non quelle di avere davanti anni di ricostruzione.

E ai playoff abbiamo stupito tutti, lasciando a bocca aperta il mondo NFL e a bocca asciutta tutti i critici di Tim Tebow in primis e dei Broncos in generale.

Una domenica da ricordare, come tante ce ne sono state quest’anno, ma questa ha un sapore speciale, arrivava sul palco scenico più importante, quello dei playoff, da troppo tempo lontani da Denver. Contro una squadra forte, fortissima, seppur rimaneggiata (è corretto ricordare tutti gli infortuni che hanno colpito gli Steelers prima e anche durante il match), esperta e di casa nei playoff, con tre appariazioni al Super Bowl e due vittorie negli ultimi anni. Read on »

Doveva essere la partita che ci avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff e la vittoria in division.

E’ stata una debacle totale, su tutti i fronti.

Forse la peggior partita stagionale (insieme a quella contro i Lions), contro una squadra scarsa, quindi ancora più grave. Se ci mettiamo anche che la vittoria avrebbe dato l’accesso matematico ai playoff la delusione è ancora maggiore.

Sulla partita c’è poco da dire, come contro i Patriots la domenica precedente, i Broncos partono bene, segnano al primo drive ma poi si spengono. La squadra non c’è, l’attacco non riesce a guadagnare yards, la difesa non mette pressione sul qb avversario (anche a causa della protezione sul braccio di Von Miller che ne limita sicuramente l’efficacia) e le secondarie concedono yards su yards a un qb, Ryan Fitzpatrick, che non è di certo uno dei migliori della lega.

L’infortunio di Dawkins, dopo pochi giochi nel primo quarto, non aiuta. E’ ormai evidente che Rahim Moore non è all’altezza di essere titolare, nei guadagni dei Bills ci sono sempre di mezzo i suoi placcaggi mancati. Quinton Carter sembra meglio, ma anche per lui la partita finisce presto a causa di un infortunio e quindi in campo ci va David Bruton, anche lui non al meglio.

La difesa, che era stata la vera arma durante la corsa da sei vittorie consecutive, nelle ultime due partita sta mollando il colpo. Forse per stanchezza, forse proprio per gli infortuni, fatto sta che molte delle riserve non sono all’altezza dei titolari e i guai iniziano a vedersi.

L’attacco, dopo le due partenze sprint degli ultimi due match, si spegne. Tim Tebow fatica a connettere coi ricevitori e Willis McGahee non ripete le grandi prestazioni di inizio anno, anche lui rallentato dagli infortuni. Prova a fare qualcosa Lance Ball, ma tutto l’attacco soffre, non aiutato nemmeno dalle chiamate del coordinator McCoy, più monotono del solito e quindi prevedibile. Read on »

Kyle Orton non è rimasto molto tempo disoccupato. Come previsto, durante le 24 ore in cui è rimasto nella lista dei giocatori rilasciati, tre squadre hanno messo un claim sul giocatore, per rilevarne il contratto e quindi metterlo a roster nelle ultime 6 partite di stagione. Si tratta dei Kansas City Chiefs, dei Dallas Cowboys e dei Chigaco Bears.

Il regolamente prevede però che sia la squadra col record peggiore ad aggiudicarsi il giocatore, dunque Kyle Orton passa ai Kansas City Chiefs, che ereditano anche il vecchio contratto da circa 2.5 M$.

Facile pensare che Orton diventi da subito il titolare dei Chiefs, che con Matt Cassell infortunato avevano ora nel ruolo di quarterback Tyelr Palko, 3 intercetti per lui nella partita di esordio.

L’obiettivo dei Chiefs è quello di tornare in corsa playoff nella AFC West che li vede all’ultimo posto (4-6 il record) ma con solo due partite di distacco dalla prima posizione. Non sarà facile, Orton dovrà imparare il nuovo attacco e togliersi di dosso un po’ di ruggine, ma una nuova partenza gli farà bene.

A questo proposito, sarà molto interessante l’ultima partita di regular season, che vedrà Kyle Orton tornare a Denver per affrontare i Broncos in quello che potrebbe essere un match decisivo per l’accesso ai playoff, o almeno così sperano i tifosi di entrambe le squadre.

Non ci sono previsioni se alla fine dell’anno poi resti ai Chiefs, a giocarsela con Matt Cassel. Più facile che cerchi di giocarsi al meglio le sue carte in vista di un nuovo contratto da free agent l’anno prossimo in un’altra franchigia.

Una partita dai due volti, che al termine lascia un bel senso di soddisfazione per una bella vittoria, netta, meritata, dove si sono visti finalmente quei big play che ai Broncos mancavano da troppo tempo.

Due intercetti di Champ Bailey, due touchdown di corsa di Willis McGahee (da 60 e 24 yards), due touchdown di Eddie Royal (uno su punt return da 85 yards), due td pass di Tim Tebow, due giocatori sopra le 100 yard di corsa, McGahee 163 e Tebow 118. Insomma tanto di buono. Se sommiamo che questa prestazione, la più convincente dell’anno, è avvenuta in casa dei rivali più agguerriti dei Raiders, la soddisfazione è veramente alta.

Come sempre non è tutto oro quel che luccica, per rendere grande la domenica dei Broncos è servito tutto l’aiuto possibile dagli avversari. Tre intercetti da parte di un Carson Palmer alla prima da titolare, che ha dimostrato di essere parecchio arrugginito, pur lasciando intravedere sprazzi di grande qualità. 15 penalità per 130 yards, per la squadra più punita della lega, sono state importantissime per determinare il risultato finale. Una difesa sulle corse dei Raiders, che nel secondo tempo è completamente crollata, concedendo alla fine del match 299 yards di corsa all’attacco dei Broncos. Read on »

La rimonta coi Dolphins in quei 5 minuti incredibili, sono rimasti probabilmente un’illusione. La realtà è ben diversa. Di quell’attacco concreto e di quel Tim Tebow decisivo, contro i Lions non si è visto nulla, a parte forse il primo drive.

La partita inizia con l’attacco di Denver che orchestra un buon drive, muove palla con passaggini corti e precisi supportati da buone corse, fino ad arrivare vicino all’area di meta. Sul terzo down Tebow pesca Eric Decker in ednzone, che riceve la palla correndo verso fondo campo, probabilmente con un piede fuori dalla endzone. Chiamato incompleto. Dai replay sembra che invece durante la ricezione entrambi i piedi abbiano toccato terra e che quindi sia touchdown. John Fox chiama il challange, ma gli arbitri non cambiano la decisione. Incompleto e solo field goal per i Broncos in apertura.

Questo è tutto quanto fatto di buono dall’attacco di Denver, che da quel momento smette completamente di giocare. Di fronte non ci sono i Dolphins in crisi come domenica scorsa, ma una squadra giovane, piena di talento e con una cattiveria agonistica ben diversa. E infatti si capisce subito che la partita finirà male.

Matthew Stafford, nonostante l’infortunio alla caviglia gioca bene, preciso, e pesca i suoi ricevitori un po’ ovunque. Si permette il lusso di ignorare per quasi tutto il primo tempo Calvin Johnson, il miglior ricevitore della lega in questo momento, ben coperto da Champ Bailey. Ma non è un problema per l’attacco dei Lions, che trovano altre armi. La palla viene distribuita da Nate Burleson a Brandon Pettigrew, all’ex Tony Scheffler fino al rookie Titus Young. Con i cornerback dei Broncos mai efficaci e ripetutamente battuti. Il rookie Chris Harris viene schierato come nickel back titolare, e la sua inesperienza si vede. Stafford lo sceglie come bersaglio principale e lui non riesce a opporsi ai ricevitori avversari. Solo nel secondo tempo mostra qualche bel segnale di miglioramento, ma troppo poco per dare sicurezza a un reparto, quello delle secondarie, che dietro a Champ Bailey vede il vuoto. Anche Goodman infatti, l’altro titolare, è spesso battuto dai ricevitori avversari. Read on »

La terza partita di preseason è sempre quella più importante, e più indicativa. I titolari giocano tutto il primo tempo e a volte anche il terzo quarto, e quindi si può già intuire come sta andando la preparazione e a che punto è l’intesa di squadra.

Stando a queste premesse, i Broncos sembrano davvero sulla strada giusta. I titolari infatti, finchè in campo, hanno messo a tabellone 17 punti, con due drive da touchdown, e concesso solo 3 punti agli avversari, mettendo in mostra un’ottima solidità generale, e una difesa che sembra davvero aver cambiato pagina rispetto alle annate precedenti. Ma è solo preseason e non bisogna montarsi la testa.

L’attacco titolare ha iniziato con la solita formazione ma con qualche difficoltà a muovere la palla in attacco. Kyle Orton non ha iniziato nel migliore dei modi, lanciando il primo intercetto di stagione su una lettura completamente sbagliata. Sul finire del primo tempo però si è ripreso, mettendo a segno due drive che hanno portato 10 punti sul tabellone. Il primo è stato chiuso con la corsa da 2 yards di Willis McGhee (terzo touchdown per lui in preseason), e l’altro con un ottimo field goal dalle 57 yards di Matt Prater. Da notare che successivamente lo stesso Prater ha mancato per un soffio un incredibile calcio dalle 69 yards, arrivando solo un paio di yard corto, davvero notevole.

L’altro touchdown è arrivato nel terzo quarto, quando Kyle Orton ha pescato Erik Decker un passo dentro la endzone con un lancio di 6 yards. A metà del terzo quarto Orton ha lasciato il campo, per lui 16 su 23 per 236 yards, 1 td e 1 int alla fine.

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