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Fino a poco più di 5 minuti dalla fine la partita era deprimente. Due delle squadre peggiori della lega avevano dato vita a uno spettacolo pessimo, con gli attacchi incapaci di costruire qualcosa di buono, non certo per merito di difese arcigne e spettacolari, ma semplicemente perchè privi di talento e di idee. Troppo brutto per essere vero.

Eppure si è arrivati a 5 minuti dal fischio finale con i Dolphins in vantaggio “solo” 15-0.

L’attacco dei Broncos fino a quel momento era stato inguardabile, tanto che all’inizio di quel drive, la mia prima preoccupazione era quella di realizzare almeno un field goal e puntavo solamente ad evitare lo shoutout, per non interrompere la striscia più lunga di tutta l’NFL di partite in cui si è realizzato punti (l’ultimo volta a secco nel 1992). Di certo non un grosso obiettivo. Read on »

La partita della svolta.

No, non perchè si è vinto in maniera così convincente da dare un deciso cambiamento alla stagione, anzi si è pure perso e il record ora è 1-4. Ma finalmente è stato effettuato il cambio tanto atteso in cabina di regia. Kyle Orton, nell’intervallo, è stato sostituito visto la scarsa prestazione, e l’attacco è stato affidato a Tim Tebow. E così sarà per le prossime partite.

Domenica la partita era cominciata piuttosto male per l’attacco e per Orton, che al suo secondo possesso (il primo chiuso con il punt dopo il three & out), in difficoltà per la pressione avversaria, aveva lanciato un passaggio inguardabile che era stato ovviamente intercettato dalla difesa dei Chargers.  San Diego, che conduceva 3-0 a quel punto, però restituiva il favore con gli interessi quando Cassius Vaughn intercettava un lancio di Philip Rivers e lo riportava in end zone dando così il vantaggio 7-3 ai Broncos.

L’attacco dei Chargers tornato in possesso della palla riusciva a percorrere quasi tutto il campo grazie alle corse di Ryan Matthews, con la complicità di alcuni evidenti placcaggi sbagliati grossolanamente dai difensori in maglia arancio blu (Joe Mays e Rahim Moore su tutti). La difesa in ogni caso riusciva a ricompattarsi e a tenere in red zone, concedendo solo un altro field goal ai Chargers.

Nel drive successivo per l’attacco di Denver, un ottimo McGahee macinava yards e riusciva a portare i Broncos in posizione buona per mettere a segno il field goal del 10-6.

A questo punto però saliva di tono Philip Rivers che andava a orchestrare due drive da touchdown per i Chargers, il primo chiuso personalmente con una corsa di poche yards, il secondo invece inventandosi un passaggio lungo circa 40 yard che sorprende Cassius Vaughn e Quinton Carter e lancia Malcolm Floyd indisturbato in endzone. Nel mezzo l’attacco di Denver stentava parecchio con Orton che non riusciva a cavare un ragno dal buco, tanto che a fine primo tempo la sua statistica diceva solo 34 yards guadagnate e un intercetto. Il punteggio era 23-10 per San Diego. Read on »

       Vs       

Troppo forti i campioni del mondo per questi Broncos.

Denver è una squadra in ricostruzione e questo tipo di sfide non sono ancora alla sua portata. Troppo il divario che separa le due squadre in questo momento.

Aaron Rodgers si dimostra ormai uno dei primi 3 QB della lega, giocando una partita da record. 29 su 38 per 408 yards, 4 td pass e due td su corsa, per quella che è la sua miglior prestazione di sempre, numericamente parlando.

La difesa di Denver che aveva mostrato buone cose nelle sfide precedenti fa tutto il possibile, prova schemi differenti, cambia il personale in campo ma niente riesce a fermare l’attacco di Green Bay.

La mancanza di Champ Bailey si è sicuramente fatta sentire, con le secondarie dei Broncos infarcite di rookie e con un Dawkins che se attaccato in copertura sui passaggi si dimostra totalmente inadeguato. Su di lui infatti Rodgers attacca spesso e con ottimi risultati. Anche l’altra safety Rahim Moore ancora non convince, qualche tackle sbagiato per troppa irruenza e non sempre nella posizione giusta sui giochi di passaggio lunghi. Sperando che si tratti solo di inesperienza da matricola ma certo è che il ragazzo ha ancora tanta strada da fare.

Da registrare invece l’ottima prova di Von Miller. Come nelle sfide precedenti, non è sempre nel vivo del gioco, ma poi all’improvviso sa fare male. Due i sack messi a segno domenica, che portano il bottino stagionale a 4 in 4 partite, una partenza davvero importante, niente da dire. Read on »

Era una partita da vincere.

Questa la sensazione che rimane quando il cronometro arriva a zero, domenica sul campo dei Titans. Rimane l’amaro in bocca per la buona possibilità buttata al vento, per quel vantaggio non mantenuto, per la partita non chiusa, per quel quarto e 1 sulla goal line non trasformato in touchdown.

I Broncos hanno giocato male, è doveroso dirlo. L’attacco è stato molto deludente, ma grazie ad una buona difesa, e alle ingenuità dei Titans – 10 penalità – la squadra di John Fox aveva la partita in pugno. Invece si torna a casa con la seconda sconfitta stagionale, con il morale basso e con molti punti di domanda.

La partita non era iniziata male, dopo un iniziale scambio di possessi senza troppi lampi, Denver sfrutta un ottimo ritorno su punt del nuovo arrivato Quan Cosby (30 yard) e si trova così a cominiciare il drive offensivo sulla linea di metà campo. Due penalità mortifere della difesa Titans portano i Broncos in red zone e dopo pochi giochi Kyle Orton trova uno smarcato Matt Willis sulla destra del campo, che riceve e porta palla in meta senza essere disturbato da nessun difensore portanto i Broncos sul 7-0.

La difesa tiene ma l’attacco fatica a trovare ritmo. Come settimana scorsa l’unico running back coinvolto è Willis McGahee, e su di lui pesa tutto il carico del gioche di corse. Questa volta però fatica a trovare gli spazi e i Broncos sono costretti a giocarsi molti terzi down. La linea offensiva pare meno brillante dell’ultima uscita e la difesa dei Titans non fatica a limitare il nostro sterile attacco.

Nonostante il rientro da titolare di Brandon Lloyd, evidentemente non ancora al meglio, Orton non prova quasi mai niente di rischioso e i lanci in verticale sono un miraggio. Il quarterback si limita a cercare sul corto o cortissimo i running back o il ricevitore più libero, guadagnando comunque pochissime yard. Read on »

Finito il lockout, finito il training camp, finita la preseason. Il roster è stato definito e tutto è pronto per l’esordio, nella più spettacolare delle cornici: il Monday Night! Allo Sports Authority Field at Mile High, lunedi notte i Denver Broncos affrenteranno gli Oakland Raiders, i rivali storici. Meglio di così non si poteva cominciare.

I 53 giocatori sono stati scelta, andiamo con ordine e analizziamo le scelte del trio EFX per quanto riguarda il roster che inizierà la stagione.

Attacco

QB: Kyle Orton, Tim Tebow, Brady Quinn

Nessuna sorpresa, Orton sarà il titolare, si è ancora una volta guadagnato il diritto con un ottimo training camp, una buona preseason e soprattutto perchè la concorrenza non è stata all’altezza. La speranza di molti tifosi, di vedere Tebow al timone della squadra, si è scontrata con la reltà. Tim non è pronto. Forse lo sarà in futuro, ma ora come ora non è una scelta affidabile. L’ottimo training camp di Brady Quinn ha creato una situazione di incertezza sul ruolo di backup. La sensazione è che se Orton dovesse infortunarsi per un lungo periodo, sarebbe proprio Quinn a prendere i gradi di titolare e non Tebow. Orton potrebbe anche sorprendere, sta giocando per il suo futuro, è all’ultimo anno di contratto, e se sarà supportato da un buon gioco di corse, e da una difesa all’altezza, qualche bella sorpresa potrebbe ragalarla. Fermo restando che non è un fenomeno.

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La terza partita di preseason è sempre quella più importante, e più indicativa. I titolari giocano tutto il primo tempo e a volte anche il terzo quarto, e quindi si può già intuire come sta andando la preparazione e a che punto è l’intesa di squadra.

Stando a queste premesse, i Broncos sembrano davvero sulla strada giusta. I titolari infatti, finchè in campo, hanno messo a tabellone 17 punti, con due drive da touchdown, e concesso solo 3 punti agli avversari, mettendo in mostra un’ottima solidità generale, e una difesa che sembra davvero aver cambiato pagina rispetto alle annate precedenti. Ma è solo preseason e non bisogna montarsi la testa.

L’attacco titolare ha iniziato con la solita formazione ma con qualche difficoltà a muovere la palla in attacco. Kyle Orton non ha iniziato nel migliore dei modi, lanciando il primo intercetto di stagione su una lettura completamente sbagliata. Sul finire del primo tempo però si è ripreso, mettendo a segno due drive che hanno portato 10 punti sul tabellone. Il primo è stato chiuso con la corsa da 2 yards di Willis McGhee (terzo touchdown per lui in preseason), e l’altro con un ottimo field goal dalle 57 yards di Matt Prater. Da notare che successivamente lo stesso Prater ha mancato per un soffio un incredibile calcio dalle 69 yards, arrivando solo un paio di yard corto, davvero notevole.

L’altro touchdown è arrivato nel terzo quarto, quando Kyle Orton ha pescato Erik Decker un passo dentro la endzone con un lancio di 6 yards. A metà del terzo quarto Orton ha lasciato il campo, per lui 16 su 23 per 236 yards, 1 td e 1 int alla fine.

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